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22 Gen
2025
Il Ritmo nelle Scuole Steiner Waldorf

Approcci Educativi 3-6 anni

Il Ritmo nelle Scuole Steiner Waldorf

Nella pedagogia Waldorf, il concetto di "ritmo" ha un ruolo fondamentale nel processo educativo, poiché il ritmo non riguarda solo il passaggio del tempo, ma è un principio che permea ogni aspetto della vita e dell'apprendimento. Il ritmo aiuta a stabilire un senso di ordine e sicurezza, essenziale per lo sviluppo armonico del bambino. In particolare, il ritmo del mattino, attraverso movimenti e attività fisiche, riveste una funzione di grande importanza, sia a livello corporeo sia mentale, preparando i bambini ad affrontare le sfide della giornata scolastica. Ogni mattina, prima di iniziare le lezioni, i bambini sono coinvolti in esercizi fisici che hanno lo scopo di "risvegliare" il corpoQuesti movimenti sono pensati per essere ritmici e ripetitivi, creando sequenze che aiutino i bambini a prendere consapevolezza del loro corpo e a sviluppare una certa fluidità nell’apprendimento. Questi ritmi corporei favoriscono una preparazione graduale alla concentrazione necessaria per le attività mentali che seguiranno. Il corpo, infatti, diventa il punto di partenza per una mente lucida e ricettiva. Questo ritmo non solo aiuta a stimolare l'energia fisica, ma favorisce anche la disciplina, l'autocontrollo e il senso di comunità. Ogni giorno inizia con un'esperienza di movimento ritmico che porta a sviluppare la nozione di tempo e la gestione del tempo stesso. La pedagogia Waldorf, come abbiamo detto precedentemente, attribuisce grande valore al movimento e al ritmo come strumenti fondamentali per promuovere uno sviluppo equilibrato nei bambini. L'inizio della giornata scolastica deve essere caratterizzato da attività che stimolino sia il corpo che la mente in modo naturale e fluido, favorendo un apprendimento profondo e significativo. Movimento come Ritmo per Iniziare la Giornata All'inizio della giornata scolastica, si stabilisce un tono emotivo e cognitivo attraverso un "ritmo" che include gesti, danze e movimenti. Questo approccio non solo prepara i bambini a concentrarsi e apprendere, ma nutre anche il loro senso di comunità, essenziale per il loro sviluppo sociale ed emotivo. Le attività fisiche non servono solo come riscaldamento; la loro ripetizione e struttura forniscono una prevedibilità che allevia l'ansia e il disorientamento. Il Ruolo del Ritmo Il ritmo del mattino è fondamentale per preparare i bambini a una giornata produttiva. Le attività fisiche ritmiche aiutano a "risvegliare" il corpo e a creare una connessione tra movimento fisico e concentrazione mentale. Le routine quotidiane offrono una sensazione di continuità, essenziale per lo sviluppo emotivo e psicologico. Movimento e Apprendimento Nella pedagogia Waldorf, il movimento è considerato un linguaggio attraverso il quale i bambini esprimono emozioni e interagiscono. Attraverso giochi e danze, non solo esercitano il corpo, ma sviluppano anche competenze sociali, imparando a cooperare e rispettarsi reciprocamente. Questo aspetto sociale è cruciale per la loro crescita, formando legami di fiducia e appartenenza. Preparazione alla giornata scolastica La ripetizione delle attività quotidiane stimola il corpo e allevia l'ansia, offrendo ai bambini un rituale che segna il passaggio dal mondo esterno a quello scolastico. Questo senso di prevedibilità è particolarmente importante in un ambiente in continua evoluzione, aiutando i bambini a centrarsi e a prepararsi mentalmente. Integrazione di Corpo e Mente L'approccio Waldorf riconosce l'interconnessione tra corpo e mente nel processo di apprendimento. Attraverso il movimento, i bambini non solo sviluppano abilità fisiche, ma apprendono anche valori come costanza, pazienza e disciplina, essenziali per affrontare le sfide della vita. Conclusione L'importanza del movimento e del ritmo nell'approccio pedagogico Waldorf-Steiner è innegabile. Questa metodologia si propone di educare i bambini integrando corpo, mente ed emozioni nel processo di apprendimento. Favorendo attività in cui il movimento è valorizzato e il ritmo è presente, si promuove non solo lo sviluppo cognitivo, ma anche la crescita emotiva e sociale dei bambini, permettendo loro di esplorare e prosperare in un mondo complesso e sfidante. Francesca Merlo

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20 Gen
2025
Come aprire un Nido Famiglia: un'opportunità per Educatrici

Eventi e Incontri Per tutte le età

Come aprire un Nido Famiglia: un'opportunità per Educatrici

Molte educatrici, dopo anni di lavoro in asili nido o scuole per l’infanzia, sentono il bisogno di un cambiamento. Ritmi intensi, ambienti poco flessibili e stipendi spesso non adeguati possono portare a insoddisfazione o, in alcuni casi, al burnout. Aprire un nido famiglia rappresenta una soluzione concreta per chi desidera maggiore autonomia, un migliore equilibrio tra vita professionale e personale, e la possibilità di esprimere pienamente la propria visione educativa. Cos’è un Nido Famiglia? Un nido famiglia è un servizio educativo organizzato in un ambiente domestico, progettato per accogliere un piccolo gruppo di bambini. Si tratta di uno spazio sicuro, accogliente e armonioso, dove l’educatrice ha il pieno controllo su ogni aspetto organizzativo e pedagogico. Grazie alla dimensione ridotta del gruppo, questo modello permette di instaurare relazioni significative con bambini e famiglie, offrendo un’esperienza educativa di qualità e su misura. Perché un'educatrice dovrebbe aprire un Nido Famiglia? Avviare un nido famiglia offre numerosi vantaggi: Autonomia lavorativa Gestire la propria attività significa poter decidere in autonomia ogni aspetto educativo e organizzativo. Investimento ridotto Rispetto ad altre tipologie di servizi educativi, i costi iniziali e di gestione sono molto contenuti. Maggiore gratificazione Relazioni più strette con i bambini e le famiglie, in un ambiente meno stressante rispetto ai grandi asili. Realizzazione personale Dare vita a un progetto che rispecchi appieno la propria filosofia educativa. Bilanciamento vita-lavoro Lavorare in un ambiente più flessibile, con tempi e modalità che si adattano meglio alle esigenze personali. Il Supporto dell’Associazione Scarabocchiando Nonostante i numerosi vantaggi che questa opportunità offre, poche educatrici accettano la sfida di che questa offre; perchè? Talvolta spaventa la burocrazia che deve essere affrontata e l'idea di gestire contabilità, documenti, relazioni con istituzioni e famiglie. Proprio per venire incontro a queste esigenze è nata L’Associazione Scarabocchiando, che ad oggi ha aiutato oltre 200 educatrici ad avviare il proprio nido famiglia in tutta Italia. L’associazione offre: Formazione dedicata Corsi che coprono tutti gli aspetti necessari, dalla pedagogia alla burocrazia. Consulenza continua Supporto pratico per affrontare gli aspetti amministrativi, fiscali e assicurativi. Una rete di professionisti Far parte di una comunità che condivide esperienze e offre supporto reciproco. Assistenza nei primi passi Affiancamento per avviare l’attività in modo rapido e senza stress. Chi Può Aprire un Nido Famiglia? Questo percorso è adatto a: Educatrici che desiderano lasciare il lavoro da dipendenti e diventare autonome. Maestre o professioniste che vogliono trasformare la propria casa in un luogo educativo. Chi cerca un ambiente lavorativo più flessibile e appagante. Persone che vogliono creare un progetto educativo personalizzato e di qualità. Non servono grandi investimenti, ma tanta passione, voglia di imparare e il desiderio di offrire un ambiente sicuro e stimolante ai bambini. Scopri di Più al Webinar Gratuito Se vuoi approfondire l'argomento e scoprire come aprire il tuo nido famiglia, partecipa al Webinar Gratuito Informativo organizzato dall’Associazione Scarabocchiando! Quando? 30 gennaio 2025, ore 17:00 Durante il webinar scoprirai: Requisiti e documentazione necessari per avviare un nido famiglia. Consigli pratici su come organizzare gli spazi per un ambiente sicuro e accogliente. Supporto e strumenti per gestire gli aspetti assicurativi, amministrativi e fiscali. Risposte dirette dagli esperti per chiarire ogni tuo dubbio. A chi è rivolto il webinar? -A chi desidera aprire un nido famiglia con un percorso chiaro e guidato. -A chi sta pensando di avviare altri servizi educativi, come asili nido o micronidi. -A chi vuole uscire dalla routine lavorativa tradizionale e diventare imprenditore di sé stesso. Iscriviti ora per riservare il tuo posto!

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19 Set
2022
Prime Riunioni di Sezione nelle scuole dell'Infanzia e nel Nidi

Alleanza Scuola-Famiglia

Prime Riunioni di Sezione nelle scuole dell'Infanzia e nel Nidi

Riunioni di sezione Nell’articolo di oggi vogliamo fornire agli educatori idee e suggerimenti per rendere le riunioni di sezione più produttive.  Le prime riunioni di sezione sono infatti, al di là dell’ordine di scuola (nido o infanzia), un tema molto importante e sentito, perchè di fatto costituiscono il primo momento di incontro fra personale educativo e genitori nel quale scambiarsi impressioni, domande, ed iniziare ad instaurare un rapporto che durerà alcuni anni. Abbiamo in un precedente articolo discusso di quanta importanza rivesta il patto educativo tra insegnanti e genitori. Ecco alcuni consigli che ci sentiamo di condividere con gli insegnanti e che derivano da una lunga esperienza di supervisore in nidi e scuole dell'infanzia. Disponete le sedie in cerchio: evitare le file di sedie ha più obiettivi e vantaggi; intanto, consente il contatto oculare di tutti i partecipanti, e favorisce l’attenzione e la partecipazione di tutti, mentre chi si trova nelle ultime file potrebbe non sentire bene o distrarsi; in secondo luogo, riporta metaforicamente ad un’idea di alleanza, di tavola rotonda nella quale ogni partecipante ha un ruolo paritario ed ugualmente importante, evita l’impressione di una lezione frontale nella quale i genitori sono fruitori passivi di informazioni; Raccontate da subito come si svolgerà la riunione, quanto durerà e quali saranno i passaggi:  dimostrate che non state improvvisando ma che avete uno schema, è garanzia di professionalità; Prevedete un tempo per le domande: le domande potrebbero essere raccolte in un contenitore nel quale inserire bigliettini anonimi; l’anonimato favorisce l’esposizione di domande anche ‘scomode’, relative a questioni delicate, che è meglio snodare subito per evitare che eventuali non detti procurino problemi nel prosieguo del percorso; Non date nulla per scontato: per chi lavora all’interno di una struttura educativa, il funzionamento della giornata, le routines, sono cose ben note; ma spesso i genitori non conoscono lo svolgimento della giornata, non ne sanno i passaggi, e questo alimenta in loro la fantasia di un luogo ‘inaccissibile’ nel quale non hanno controllo di ciò che accade al loro bambino;  Se durante la riunione avete previsto l'uso di una presentazione non utilizzate slides con elenchi puntati poichè l’attenzione su un elenco puntato è estremamente bassa: se ci sono informazioni importanti da trasferire è preferibile fornire lo stesso elenco in mano, in un foglio di carta stampato; utilizzate slides con immagini-stimolo poichè un’ immagine cattura l’attenzione, viene memorizzata più facilmente, e può servire da punto di partenza per fare domande o proporre riflessioni; Siate pratici, ma non troppo: la prima riunione di sezione è un momento prezioso in quanto spesso sono presenti quasi tutti i genitori, è un’occasione per trasmettere concetti organizzativi ma anche per confrontarsi sull’idea di bambino ed iniziare ad instaurare l’alleanza educativa; Se possibile, organizzate un gioco: giocare mette in campo i genitori in prima persona e trasmette l’idea di un luogo nel quale l’apprendimento viene sempre veicolato sotto forma ludica; ridere e divertirsi favorisce la memorizzazione dei concetti ed è fondamentale per la creazione di quel rapporto umano che è la base dell’alleanza educativa; Non siate giudicanti: educare è il contrario di giudicare; ogni famiglia ha le sue difficoltà e le sue caratteristiche peculiari: essere professioniste della cura non significa imporre il giusto e lo sbagliato ma condividere obiettivi di sviluppo realistici, tarati sul singolo bambino e sulla singola famiglia (ciò che è un obiettivo da raggiungere per alcuni, potrebbe essere qualcosa di già consolidato per altri), e strategie per realizzarli; Siate professionali: un’educatrice o un’insegnante non è solo ‘una persona carina’ che bada ai bambini, ma una professionista con un background formativo solido; adottate atteggiamenti amichevoli ma non troppo confidenziali, se c’è la possibilità fate riferimento a semplici costrutti teorici (un concetto chiave da condividere con i genitori: la zona di sviluppo prossimale di Vygotskij se vi viene chiesto di esprimervi rispetto a pratiche educative non basatevi sul “secondo me” ma rispondete con cognizione di causa, facendo riferimento alla vostra esperienza ma anche a costrutti teorici o scientifici evidenti (neuroscienze e teoria dell’attaccamento in primis); Concludete la riunione con un riepilogo delle cose fatte e, se possibile, con qualcosa da portare a casa: poter avere un oggetto, un bigliettino, un decalogo o qualsiasi cosa da portare a casa alimenta la sensazione piacevole di un luogo nel quale accadono cose belle e dal quale ci si congeda ‘portando con sè qualcosa’. Silvia Spinelli - Psicoterapeuta e formatrice

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4 Apr
2022
Il patto educativo Oggi

Alleanza Scuola-Famiglia

Il patto educativo Oggi

Quando è nata l’idea del portale-web “Che Scuola ?!, ”  dedicato ai servizi socio-educativi, ci siamo chiesti come la tecnologia potesse aiutare scuole e famiglie a saldare il patto educativo al giorno d’oggi.  Da un’indagine che abbiamo effettuato, su un campione di circa 150 genitori e 20 dirigenti scolastici di Torino, è emerso un dato che, purtroppo, non ci ha stupito: il 56% degli intervistati, segnala come difficoltà primaria la cattiva o mancata comunicazione e collaborazione fra scuola e famiglia. Le interviste parlano di: ingerenze percepite come giudicanti da entrambe le parti, sfiducia, addirittura comportamenti di negazione e menzogna, aggressività verbale o fisica. Nonostante anche il MIUR si sia espresso attraverso interventi legislativi a favore di questo  patto-educativo le difficoltà relazionali tra il personale scolastico e i genitori non migliorano col tempo.  Perché la relazione scuola-famiglia è in crisi? Abbiamo posto la domanda alla Dott.ssa Silvia Spinelli, psicoterapeuta esperta in consulenze genitoriali su temi educativi, che da anni svolge formazione e coordinamento pedagogico e supervisione di nidi in Torino e Provincia. ‘’ Dott.ssa Spinelli cosa è successo alla relazione scuola-famiglia? Come è possibile spiegare il drastico cambio di rotta avvenuto negli ultimi decenni? << Proviamo a raccontarvelo con una storia. C’era una volta un bambino (o una bambina!) degli anni settanta. Figlio di una mentalità educativa piuttosto rigida, nella quale si distinguevano chiaramente i ruoli adulto/bambino, insegnante/allievo. Figlio di un tempo in cui i bambini si “baciano mentre dormono”, in cui si utilizzavano metodi correttivi anche basati su costrizione e dolore fisico, figlio di un tempo in cui l’autorità non si poteva mettere in crisi. Figlio del “perché lo dico io”. In quel tempo l’alleanza educativa era certo più facile, quasi scontata, i genitori in quanto team adulti si schieravano direttamente con gli insegnanti, a priori, spesso senza sentire ragioni. Il bambino era un essere umano incompleto, un uomo in divenire, e, come tale, aveva pochi diritti, poco potere di parola, doveva diventare grande per acquisire dei privilegi. Inoltre, la peculiarità delle comunicazioni 1.0 lo obbligava a tempi d’attesa, gestione della frustrazione: riuscire a fare una semplice telefonata con esito positivo era più difficile che vincere al totocalcio (ricordate il duplex?), si giocava in cortile dove si poteva essere sgridati da un adulto del palazzo a caso, occorreva attendere sempre: attendere il proprio turno all’altalena (senza genitori-vigili urbani, che regolavano il traffico di bambini), attendere in coda al telefono a gettoni, attendere la risposta ad una lettera, ad una cartolina. I cartoni animati raccontavano storie di sudore, fatica, impegno, sacrifici, (anche sangue!), per arrivare ad obiettivi alti, ambiziosi. Probabilmente tutto ciò era un po’ esagerato, e come sempre, gli eccessi hanno generato un movimento di ritorno, uno yo-yo di protesta, una controtendenza. Oggi, infatti, il panorama educativo è molto differente. I cartoni animati sono per la maggior parte non-violenti e politicamente corretti: Peppa Pig non si allena per vincere i mondiali di pallavolo, ma si rotola nel fango sporcando mezza casa, e il padre se ne fa grasse risate, altro che metodi correttivi degli allenatori da incubo dei cartoni anni ottanta. I bambini vengono (fortunatamente!) ascoltati nei loro bisogni, tenuti in considerazione, molte cose sono cambiate dal punto di vista legislativo ma anche sociale, ci sono maggiori tutele; le gerarchie sono meno rigide, più fluide, più sfumate; sta scomparendo l’utilizzo del lei, e il “tu” detto senza distinzione di età o di ruolo, ci fa capire che siamo tutti sullo stesso piano. L’autorità è stata messa in crisi, criticata, discussa nei suoi aspetti peggiori, ma forse in questa legittima critica ce ne siamo persi il lato buono. Le comunicazioni 2.0 hanno fatto il resto, abituando i nostri bambini (nativi digitali) ad un soddisfacimento immediato degli impulsi, alla velocità, al “tutto e subito e con poca fatica”. I genitori (immigrati digitali), tentano oggi di recuperare terreno, acquisendo più dati possibile, ponendosi come interlocutori informati, consapevoli, a volte confusi rispetto alle contraddizioni nelle quali è facile imbattersi, ed alleandosi con i figli per proteggerli da eventuali crisi o difficoltà. Volendo generalizzare, si è passati da uno stile educativo eccessivamente autoritario, ad uno stile forse eccessivamente iperprotettivo; non è compito nostro definire quale dei due stili e dei due periodi storici fosse il migliore, poichè entrambi hanno lati positivi e risvolti negativi; ci preme però sottolineare che la scuola risente di questo cambiamento epocale, poiché spesso affronta bambini e famiglie, che hanno oggi esigenze completamente nuove, con strumenti appartenenti ad un’epoca precedente: strumenti che infatti si rivelano solo parzialmente efficaci, generando un senso di frustrazione e di mancanza di alleanza in entrambe le parti: scuola e famiglia. Un patto educativo incrinato non tutela nessuno, non fa star bene; un patto educativo incrinato crea ambivalenza, confonde i bambini; un patto educativo incrinato fa si che ciascuno si arrocchi nelle sue idee ritenendole migliori e mettendosi in competizione, spostando così il focus dal vero destinatario del patto, ovvero il bambino. Bambino che, come la warm cognition ci insegna, per apprendere sfruttando al meglio il proprio potenziale intellettivo ha necessità di un ambiente emotivamente sereno, sicuro, con figure di riferimento solide ed autorevoli, non in contraddizione fra loro. Appare quindi cruciale e di prioritaria importanza, investire risorse, tempo e pensiero nella costruzione di questa alleanza, poiché è il mattone sul quale edificare; sono le fondamenta di una casa che deve essere necessariamente co-costruita, per non perdere l’obiettivo primario dell’istituzione scolastica che non è solo l’immissione di nozioni e contenuti, ma è la formazione del bambino e del ragazzo a trecentosessanta gradi, come essere pensante, etico, collaborativo. Dott.ssa Silvia Spinelli  

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