Il Blog di Che Scuola?!

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7 Dic
2024
La pedagogia della lentezza: come metterla in pratica

Orientamento e Open Day 0-3 anni

La pedagogia della lentezza: come metterla in pratica

Scegliere la scuola dell’infanzia è un passo importante per ogni genitore. La ricerca della scuola dell'infanzia ideale è guidata dal desiderio di trovare un luogo dove il bambino possa sentirsi accolto, protetto e stimolato, un ambiente che gli permetta di esprimere la sua personalità e di sviluppare le sue potenzialità in modo sereno. È naturale desiderare per i propri figli un luogo che assecondi i loro bisogni, non solo cognitivi, ma soprattutto emotivi. In un mondo in cui spesso si corre troppo, alcuni asili e scuole dell’infanzia decidono di ridurre la velocità, per poter garantire che tutto sia orientato al benessere del bambino. In queste scuole il tempo rallenta e diventa il prezioso amico dell’infanzia, in grado di aiutare i bambini a vivere ogni esperienza lentamente e con tranquillità. L’importanza della lentezza durante l'infanzia Nel periodo dell’infanzia, il tema della lentezza assume una grande importanza. I bambini, soprattutto quelli più piccoli, non dovrebbero sperimentare la fretta. Il tempo per un bambino dovrebbe scorrere con naturalezza e rispetto dei suoi ritmi. Studi scientifici sottolineano come un ambiente sereno, dove i tempi del bambino vengono rispettati, possa sviluppare non solo il benessere emotivo, ma anche le sue capacità di apprendimento e relazione. Come ha scritto il pedagogista Loris Malaguzzi: “Ogni bambino ha cento linguaggi per raccontare il suo mondo, ma il problema è che gli viene rubato novantaquattro.” Favorire ritmi lenti non significa rallentare il progresso, ma creare le condizioni per una crescita equilibrata, in cui il bambino possa esprimere liberamente il proprio potenziale. Pratiche quotidiane negli asili per garantire il benessere Per rendere più chiaro ai genitori cosa si intende per lentezza nelle scuole dell'infanzia abbiamo chiesto alla Dott.ssa Elisa Brosio, supervisore pedagogico dell’Asilo Morelli in che modo mettono in pratica nella loro quotidianità la pedagogia della lentezza. “Presso l’Asilo Morelli tutto l’approccio educativo è orientato al benessere dei bambini e la pedagogia della lentezza guida la scelta di una routine che bilancia cura, apprendimento e scoperta”. La natura come compagna nella crescita Il nostro asilo è immerso in un piccolo e silenzioso borgo della collina torinese e questo contesto facilita un approccio basato su ritmi lenti e non frenetici. La vicinanza ai boschi e al parco Europa ci offre la possibilità di fare spesso passeggiate in natura offrendo un’esperienza educativa unica e profonda. Passeggiate, giochi all’aperto e attività creative con materiali naturali stimolano la curiosità, favoriscono l’equilibrio emotivo e insegnano il rispetto per il mondo circostante. Spazi e ambiente per i bambini Il nostro asilo ha spazi molto ampi e luminosi che accolgono e tranquillizzano i bambini poiché trasmettono sensazioni di sicurezza e comfort. Il giardino e l’orto offrono ai bambini la possibilità di esplorare in assoluta sicurezza coccinelle, farfalle, la crescita degli ortaggi. Imparano che ogni processo ha un tempo, che questo tempo va accettato e rispettato; i bambini fanno così esperienza della scoperta ma sperimentano nel contempo la capacità di aspettare e pazientare.     La scelta di Educatori empatici: l’asilo come ambiente di ascolto e cura Crediamo che gli educatori siano le figure di riferimento fondamentali nella vita dei bambini e che debbano guidarli con gioia e cura. Per questa ragione nel nostro asilo poniamo grande attenzione nella fase di selezione di educatori empatici e amorevoli che sappiano accogliere le unicità di ogni bambino per incoraggiare la manifestazione delle loro emozioni con grande pazienza e capacità di ascolto.   Creare una comunità educante per la serenità dei genitori Spesso i genitori con bambini piccoli vivono momenti di grande stress e preoccupazione. All’asilo Morelli crediamo che sia importante accogliere, non solo i bisogni dei bambini, ma anche quelli dei genitori e per questa ragione poniamo grande attenzione all’ascolto della famiglia. Organizziamo spesso momenti di aggregazione tra le famiglie e promuoviamo una relazione di fiducia e collaborazione tra tutte le figure che accompagnano i bambini nella loro crescita. Abbiamo constatato che questa connessione aiuta i genitori ad affrontare le sfide quotidiane con più leggerezza e serenità. Approfondimenti bibliografici sulla Pedagogia della Lentezza Per approfondire i temi trattati in questo articolo e scoprire ulteriori evidenze scientifiche a sostegno dell'importanza di un'educazione lenta e rispettosa dei ritmi del bambino, vi suggeriamo la consultazione delle seguenti risorse: Malaguzzi, L. I cento Linguaggi dei bambini Un classico della pedagogia dell'infanzia, che offre una visione approfondita del pensiero di Malaguzzi e del modello educativo delle scuole Reggio Emilia. Louv, R. (2005). L'ultimo bambino dei boschi Un'opera fondamentale che sottolinea l'importanza del contatto con la natura per lo sviluppo del bambino. Open day: Prenota subito il tuo posto per conoscere meglio L'Asilo Morelli Sabato 11 gennaio 2025 10:30 - 12:30 Open Day e laboratorio per i bambini ''I colori dell'inverno'' Giovedì 23 gennaio 2025 16:30 Open Day e Merenda coi bambini Per organizzare al meglio gli eventi è gradita la registrazione all' Open Day attraverso il modulo allegato. Per altre informazioni l'asilo attraverso: il numero di telefono 0116612588 oppure scrivendo una email all'indirizzo info@asilomorelli.it

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2 Dic
2024
Cosa sono le Scuole Parentali

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Cosa sono le Scuole Parentali

Le scuole parentali e i progetti educativi a gestione familiare stanno crescendo in numero sempre di più alto. L’interesse sempre maggiore verso questa alternativa educativa nasce in virtù della partecipazione diretta dei genitori che queste realtà prevedono attraverso un patto educativo scuola-famiglia chiaro e condiviso.  Talvolta, soprattutto nelle piccole realtà, il ruolo dei genitori può andare oltre la condivisione di intenti educativi prevedendo, per esempio, la partecipazione attiva nella gestione dei servizi e nell’organizzazione interna. La suddivisione di compiti e responsabilità nella gestione della scuola dei propri figli rende i genitori attivi e partecipi in luoghi in cui generalmente sono solo spettatori. Andare nella scuoletta di tuo figlio e partecipare con altri genitori alla pulizia dei locali, alla scelta del menù o riparando la lampadina rotta, ripaga delle ore che non hai passato con lui e ti rende parte del suo ambiente di crescita anche quando non ci sei. La realtà delle scuole parentali permette di riscoprire il valore della comunità e della condivisione permettendo di trasmettere ai bambini anche attraverso l’esempio. Sempre più educatori credono nell’importanza di un’alleanza scuola-famiglia poiché supporta la crescita sana dei bambini e, per tale ragione, vale la pena impegnarsi nella ricerca di un percorso educativo condiviso, anche se non sempre risulta semplice e di immediata attuazione. Le scuole parentali presenti a Torino Nella sola città di Torino sono presenti almeno quattro realtà educative a gestione parentale, e decine sono quelle nei comuni limitrofi. Questo numero tende a crescere sempre di più proprio in virtù della risposta che le scuole parentali permettono di dare ai genitori che vogliono partecipare attivamente alle scelte educative dei propri figli.  Nell’ottica di orientare le tante famiglie che cercano questo tipo di realtà “Che Scuola” presenta un breve elenco delle scuole parentali e progetti educativi presenti nelle vicinanze della città di Torino. Ricordiamo, inoltre, che attraverso il nostro motore di ricerca sarà possibile individuare facilmente anche quelle che nasceranno in futuro.   Che Scuola!? si augura, come nel nostro manifesto esplicitato, di essere di supporto alle famiglie e a “tutte” le realtà educative che mirano a crescere i bambini in uno spirito di collaborazione e unità di intenti. Ecco l’elenco dei contatti. La Casa delle Meraviglie Progetto Educativo 2-3 anni, 3-6 anni, 6-11 anni Parco della Maddalena, Moncalieri Sito-web Email: casadellemeraviglietorino@gmail.com Tel 39 3285428753 La Vita al Centro Micronido, Giardino d’Infanzia, Istruzione parentale Elementare e Media Strada del Nobile 86/92 Torino    Profilo Che Scuola Email retevitaalcentro@gmail.com Tel 011 450 6456 Tel 373 7161926 Crescendo – Pedagogia Waldorf Progetti educativi a gestione parentale 6-10 anni e 10 – 14 anni Corso Casale 246, 10132 Torino sito web tel 39 3714189356 Scuola San Martino  Infanzia 3-5 anni, ludoteca Via Villar 25, Torino, zona Borgo Vittoria https://www.sanmartino.education/ Email memore.sara@gmail.com Tel 32930028 Una Balena Nel Bosco Progetto di libera immersione in Natura 2-6 anni Rivoli Pagina Facebook Email uabalenanelbosco@gmail.com Tel 389 427 3541 Malacatù Ambiente Educativo Progetto educativo a gestione parentale 6-10 anni, Pavarolo (TO) Educazione diffusa in Torino Pagina Facebook Email malacatu.edu@gmail.com Tel 340 583 5823 L’officina Sul Po Progetti di pedagogia nel bosco 0-2 anni e 3-6 anni Via Diaz 19 San Mauro Torinese Pagina Facebook Email educazione@lofficinasulpo.it Tel 328 549 5472 Il Chicco di Grano, Pedagogia Steiner-Waldorf Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni e 6-10 anni Via Arnaldo da Brescia 22 - 10134 Torino Email: segreteria@chiccodigrano.it Pagina Facebook Tel 011 414 3554 Tel 3315271399 Arcadia Progetto Educativo  Progetto educativi parentale 1-3 anni e 3-6 anni Piossasco Pagina Facebook Email arcadiaprogettoeducativo@gmail.com Tel 340 464 9848 A Modo Mio Progetto Educativo In Outdoor Progetto educativo in outdoor dai 6 -10 anni e 11-13 anni. Strada Gran Turna, Giaveno Pagina Facebook Tel 3357561198 Montessori In Pratica – Val di Susa  Progetto educativi parentale 1-3 anni e 3-6 anni Almese, Druento, San mauro Pagina Facebook Email montessoriinpratica@gmail.com Tel 333 756 1780  Polo Educativo Montessori Progetti educativi 2-6 anni, 6-11 anni, 11- 14 anni Via Vittoria Nenni 90,Rivalta Email info.poloeducativo@gmail.com Tel 331 280 2146 Tel 379 122 2086 La Bottega delle Ranocchie Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni e 3-6 anni  Lungo Po Abellonio 9 Moncalieri  sio web pagina Facebook Tel 373 708 57 64 Gli gnomi dei Kiwi Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni, 3-6 anni, 6-10 anni Via Bassino 27 Abbadia di Pinerolo sito web pagina Facebook Email glignomi.deikiwi@gmail.com Tel 3338950575 Scuoletta Montessori Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni, 6-10 anni, 10-13 anni  Strada Stupinigi 104 – Orbassano sito web pagina Facebook Email associazione@scuolettamontessori.it Tel 0110269835  Il Bosco dei Marmocchi & Natura Nostra Maestra Asilo nel bosco dai 2 ai 5 anni, Scuoletta nel Bosco dai 6 agli 11 anni Strada Trognani 15, Druento sito web Email naturanostramaestra.info@gmail.com Tel 3474009367 Liberi Tutti! Imparare in Natura Laboratori in Natura per crescere ed imparare Tutor e sostegno, Primi Voli 2 – 5 anni, Volpi Primaria 6-10 anni, Superior 11-13 anni Poirino Pagina Facebook Email liberituttiscuolafamigliare@gmail.com Tel 349 435 3159 Santa Clelia Progetto educativo 6-10 anni Regione Rossana 7, Mazzè, Torino Email radicipersognare@virgilio.it Tel 3387022261 La Tana sulla Luna Progetto di Educazione Parentale 2-6 anni Pagina Facebook Strada Galassa 12, Cumiana, Torino Email latanasullaluna@gmail.com Tel 399 6684781 Tel 347 47187286 La casa del Cuore Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni  Via Tetti Grella 180 Vinovo (To) Tel. 39 328 971 1380 Email: casadelcuore.montessori@gmail.com La Casa di Ghitin Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Rivalta 9 Rivoli (To) Tel. 3519144930 Email: casadighitin.montessori@gmail.com La tana nell’albero Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Cascina Romana 66 Rivalta di Torino Email:info.poloeducativo@gmail.com Tel. 3312802146 La Masera  Progetto pedagogia in natura età 4-13 anni. Via Carpanea, 8_ San Raffaele Cimena (To) Sito web La Masera Progetto 6-11 anni email lamasera.info@gmail.com Cell 371 364 4168 Antonella Giostra

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12 Nov
2024
L’Autunno e le Sue Ricorrenze: le Lanterne di San Martino

Eventi e Incontri Per tutte le età

L’Autunno e le Sue Ricorrenze: le Lanterne di San Martino

Nel cuore dell’autunno la natura si trasforma: le giornate si accorciano inesorabilmente, le foglie cambiano colore prima di cadere, lasciando i rami spogli. Tutto si prepara alla quiete invernale. La natura si addormenta esteriormente e la terra si sveglia nel sottosuolo, accogliendo nel suo grembo quei semi che daranno nuova vita nella primavera futura. Allo stesso modo l’essere umano non gode più di quella solarità sognante estiva; l’oscurità e il freddo lo costringono a ritirarsi nella propria interiorità per coltivare una luce nuova, una luce interiore. Il ritmo delle stagioni ricorda che, nonostante le sfide, possiamo sempre trovare un’opportunità di rinnovamento. La Storia di San Martino San Martino è vissuto nel IV secolo dopo Cristo; di origini romane, figlio di un tribuno della legione, nacque nell’odierna Ungheria e trascorse l’infanzia a Pavia. Divenne poi militare, inviato in Gallia. Così il narratore Jacob Streit immagina il momento che, secondo la tradizione, cambiò la sua vita: “Cavalcava alla volta della città di Amiens, soffiava un vento gelido, ed era troppo freddo persino per i corvi in volo nell’aria. Le ultime rigide foglie d’autunno turbinavano via dagli alberi quasi spogli. D’improvviso, dinanzi a sé, ai margini della strada, Martino scorse una figura. Era poco vestita e si appoggiava a una grande pietra per trovare riparo dal vento. Il mendicante alzò una mano implorante e mormorò parole che il vento disperse e guardò con occhi grandi verso Martino. Allora egli si tolse il mantello dalle spalle, sguainò la spada e tagliò dall’alto in basso il mantello in due. Porse la metà al mendicante che vi avvolse le sue membra tremanti, pieno di riconoscenza. Martino si gettò l’altra metà sulle spalle. Continuò a cavalcare verso la città per trovare albergo”, affrontando pioggia battente e forte vento. Poco dopo le nubi si diradarono, la pioggia cessò e l’aria divenne mite; il sole fece capolino tra le nubi, come se fosse un giorno d’estate.  La notte seguente, il cavaliere fece un sogno in cui vide Cristo vestito con la metà del suo mantello. Al risveglio, per sua grande meraviglia, si accorse che il mantello era integro. Questo sogno non solo segnò un momento di profonda trasformazione per Martino, ma anche la scoperta del legame tra la sua generosità e la luce interiore.  Origini della Festa Originariamente celebrata in Francia, la festa di San Martino, che cade l'11 novembre, segnava la fine dei lavori nei campi, si diffuse nel corso dei secoli in tutta Europa. Le tradizioni legate a San Martino sono variegate, specialmente in Germania e Scandinavia, dove la ricorrenza è celebrata con un grande falò chiamato “Martinsfeuer”. Nelle notti che precedono l’11 novembre, adulti e bambini partecipano a processioni, portando lanterne e intonando canti dedicati a San Martino dirigendosi verso la piazza principale, dove il grande falò viene acceso. Dopo la "Laternenumzug", la processione notturna, le lanterne di carta vengono appese a dei rami e i partecipanti recitano filastrocche propiziatorie. Ogni partecipante riporta a casa la propria lanterna, da accendere ogni giorno fino al periodo dell’Avvento, poiché si crede che essa porti prosperità, gioia e fortuna. Come si Festeggia San Martino nelle Scuole Waldorf Nei giorni che precedono la festa di San Martino le scuole Waldorf organizzano attività per trasmettere ai bambini l'importanza di questi valori attraverso storie, canti e laboratori. Nei giardini d’infanzia e nelle prime classi delle scuole, si respira un’atmosfera di attesa e vivace entusiasmo. I bambini, guidati dai loro insegnanti, si immergono in attività di preparazione. La storia di San Martino viene raccontata, poi recitata e cantata dagli allievi stessi, un racconto che non solo narra le sue gesta, ma trasmette anche valori di generosità e condivisione. Mentre le parole prendono vita, i piccoli si lasciano ispirare e coinvolgere, immaginando l’eroico gesto del santo che condivide il suo mantello con il povero. Contemporaneamente nelle classi dei più grandi si avviano le preparazioni culinarie, si impastano biscotti o pane arricchito con uvetta e mandorle, ingredienti che non solo rendono il pane delizioso, ma simboleggiano anche il calore e l’abbondanza della stagione. Le mani si muovono con entusiasmo, creando prelibatezze da condividere.  Altrettanto importante è la creazione delle lanterne, un'attività che stimola la creatività, utilizzando materiali diversi e adatti a ogni fascia d’età: dall’asilo fino all’VIII, si assemblano e si decorano le poetiche lanterne che illumineranno la sera della festa. Tali attività, ricche di significato, contribuiscono a rendere i preparativi di San Martino un momento speciale di apprendimento e crescita collettiva. Queste festività offrono momenti di riflessione volte a rafforzare i legami tra le persone, L’accensione dei lumini e delle lanterne simboleggia la speranza, invita a contemplare e valorizzare gli aspetti positivi della propria esistenza e della propria persona.  Francesca Merlo

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6 Feb
2023
Giornata Mondiale contro il Bullismo

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Giornata Mondiale contro il Bullismo

La Giornata Mondiale contro il Bullismo e il Cyberbullismo: 7 Febbraio Il 7 febbraio è un appuntamento che tante scuole e istituzioni aspettano per promuovere iniziative che possano contrastare i fenomeni di Bullismo e il Cyberbullismo, sempre più diffusi. Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Silvia Spinelli, Psicoterapeuta specializzata nell’età dello sviluppo, alcuni consigli per i genitori. Quando abbiamo chiesto la collaborazione della Dottoressa pensavamo di sentire il parere e l'esperienza di una Psicoterapeuta e, invece, abbiamo ascoltato oltre alla voce di un' Esperta anche la voce di una bambina bullizzata. Nelle parole che seguono, pertanto, i consigli per i genitori saranno accompagnati dal racconto di un'esperienza diretta. Primo consiglio per i genitori: guardare la serie Stranger Things. Perchè dovresti proprio guardare Stranger Things? Anche se non è una delle serie che ti appassiona di più, se sei genitore o insegnante dovresti davvero guardarla. Il mio consiglio nasce dalla mia personale esperienza: perché l'ho provato. Mi è successo. Ho subìto quella forma di bullismo terribile che è quella del sentirsi invisibile. Non ero tanto presa di mira (in realtà un po' sì per il mio aspetto fisico. Ero di un anno più piccola degli altri avendo iniziato la scuola a cinque anni anziché sei) quindi non mi ero ancora sviluppata fisicamente, non avevo quelle forme femminili che magari le mie compagne già avevano. In più questi capelli che vedete, per i quali oggi tante persone mi fanno i complimenti, crescevano in verticale, "a fratta di lampone", e mi garantivano una serie di soprannomi piuttosto spiacevoli: Maradona, Pelè, Willis. Ma sapete che non era questo, il peggio? E allora cos'era? Occhio al bullismo inconsapevole La cosa peggiore per me era il bullismo, chiamiamolo inconsapevole. Cioè quello che proveniva dai ragazzini di buona famiglia, da quelli popolari, dai più bravi della classe, che nemmeno quasi si accorgevano di metterlo in atto. Venivo esclusa dalle feste, dalle uscite, dalle chiacchiere all'intervallo. L'assenza di relazione era terribile. Anche oggi, quando svolgo interventi nelle scuole, spesso i ragazzini mi raccontano di aver fatto degli interventi sul bullismo, mi dicono che è una cosa che non va fatta e sono tutti fermamente convinti che sia una cosa sbagliata, poi io magari chiedo "ma secondo te escludere la tua compagna o il tuo compagno dalla chat di classe o apostrofarla con nomignoli è bullismo" ? E mi rispondono di no, che loro scherzano e basta. Quindi sappiate che non sempre è facile calarsi nella pratica e capire REALMENTE cos'è il bullismo. I vostri figli stessi, specie se popolari, potrebbero inconsapevolmente fare male a qualcuno. Se avete bambini o ragazzi aiutateli a ragionare su che cosa è veramente il bullismo, che non è un fenomeno astratto, che condanni e poi non ti rendi conto magari di metterlo in atto nelle piccole cose, nei piccoli atteggiamenti, nelle dimenticanze, in un intervallo in cui non rivolgi la parola a quel compagno specifico e non pensi di stare facendo nulla di male, ma quando nessuno della classe rivolge la parola a quella persona specifica, quella persona specifica si sente morire, si sente male, si sente invisibile e isolata. Insegniamo ai bambini che tutti meritano di essere 'visti' Ve lo dico molto sinceramente: all'epoca in cui venivo esclusa, ignorata, io avevo dei talenti. Non lo dico per vantarmi, lo dico perché tutti li abbiamo. I miei talenti allora erano gli stessi di oggi, ma erano chiusi dentro di me come un nodo, come un groviglio, un gomitolo in un cassetto, e io da qualche parte sentivo che poteva essere preziosa questa cosa, però non interessava a nessuno, sembrava che nessuno la vedesse, la scorgesse o che comunque nessuno fosse interessato. Ero immersa in un ambiente rifiutante. Facciamo capire ai nostri bambini, che tutti possono avere qualcosa di interessante da esprimere. Ed è qui che arrivo alla mia serie preferita. Guarda con i tuoi figli Stranger Things Guardare insieme ai vostri figli questa serie, vi apre alla possibilità di dialogare su tutte queste cose. Questo perchè gli episodi mettono in scena fenomeni di bullismo, e quindi offrono continui di riflessione e dialogo. E' una serie fantastica che fa sentire bene chi lo guarda, se chi lo guarda è un ex vittima come me, perché finalmente i nerd sono gli eroi, è la rivincita degli sfigati che alla fine salvano il mondo o quasi e trovano la loro rivalsa attraverso il trovarsi simili tra di loro, attraverso l'amicizia, l'ironia, attraverso il potere della musica. Quello della rivalsa è un luogo comune che però ha un fondo enorme di verità. Io ad esempio da quella brutta esperienza ho tratto una forza pazzesca, ho voluto aiutare le persone a percorrere quella strada che porta alla rivalsa. Se ci pensate ogni psicoterapia, ogni percorso psicologico è una storia di rivalsa. È una storia nella quale uno si riprende pezzi di sé e finalmente si dà il permesso di esprimere e di esprimersi anche se l'ambiente non è così convalidante o supportivo. Quindi TI FA BENE guardare questa serie, anche se non eri tra gli sfigati, perché ti può far accendere una lampadina su che cos'è il mondo visto dall'altra parte, ti può far accendere una lampadina su come a volte inconsapevolmente possiamo fare male ad altre persone, e ti può aiutare ad ampliare la tua prospettiva e ad accorgerti che alla fine popolari e sfigati sono uguali cioè sono tutti ragazzi e ragazze con sogni, desideri, con un mondo con dei talenti, con delle cose da esprimere. Storie di rivalsa Quella della Dott.ssa Spinelli non è certamente l’unica storia che mostra come va vita ci riservi la possibilità di una rivalsa. Se i vostri ragazzi sono tra coloro che subiscono prepotenze potrete leggere loro quest’altra bellissima storia ........... Stefania non ama andare a scuola. Cioè, lei amerebbe pure imparare, è molto curiosa, intelligente più della media, creativa; ma a scuola è un disastro. I suoi genitori si sono trasferiti per lavoro in un paese in cui sono tutti biondi, alti, e lei invece è meridionale, un po' tracagnotta, coi capelli neri. In più, ha velleità artistiche: le piace cantare, partecipa a piccoli concorsi canori, e questo le scatena addosso ancora di più le prese in giro dei compagni. Lei cerca di resistere, ha alcune amiche (almeno crede!), e un carattere forte. Ma un giorno, a 14 anni, le cose peggiorano; dopo una accesa discussione con alcuni compagni a causa di un post su Facebook, nel quale dopo una sua esibizione canora le avevano scritto "fai schifo! Non diventerai mai famosa!", all'uscita tre di loro la spingono in un bidone dell'immondizia, urlandole "questo è il tuo posto! Tu sei spazzatura!" Le sue 'amiche' sono presenti alla scena, ma invece di aiutarla, ridono. Lei non riesce a fare niente, non riesce a reagire, si sente pietrificata. Il periodo successivo è un disastro, connotato da insicurezza totale, umiliazione, isolamento. Per fortuna, grazie all'aiuto della sua famiglia, alla musica e al suo carattere determinato, Stefania supera tutto questo, e ne fa la sua forza. Stefani(a) di cognome fa Germanotta, alias Lady Gaga, e nel 2020 è stata menzionata nel Guinness Word record come la prima donna ad avere 4 singoli che hanno venduto più di 10 milioni di copie ciascuno. Non solo: è stata la prima persona nella storia a conquistare Oscar, Grammy, Bafta e Golden Globe nello stesso anno (2019), ed è la cantante più pagata al mondo, con un patrimonio netto stimato di 145 milioni di dollari. Nel 2016 ha ricevuto un altro Guinness World Record in quanto la sua pagina Wikipedia risulta essere la più visualizzata di sempre tra le pagine femminili (circa 80 milioni di visualizzazioni) e in generale è preceduta solo da Barack Obama e Michael Jackson. Non male per una 'spazzatura'...no? Dott.ssa Silvia Spinelli Segue un video riassuntivo

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22 Mag
2022
Per scrivere bene e senza fatica: una corretta impugnatura.

Inclusione

Per scrivere bene e senza fatica: una corretta impugnatura.

Per scrivere bene e senza fatica: una corretta impugnatura. Una corretta impugnatura della matita o della penna è fondamentale per scrivere bene, senza fatica e per tempi prolungati. Molto spesso genitori ed insegnanti rilevano diverse difficoltà di scrittura nel bambino osservando alcuni segnali tra cui la scorretta impugnatura dello strumento grafico. Le domande più comuni sono: “Come si può intervenire?”, ” È giusto intervenire”, ” quando intervenire?”. È un argomento molto ampio per cui risulta importante fare chiarezza su alcuni principi fondamentali.  L’impugnatura nel tempo Negli ultimi decenni l’insegnamento delle modalità di impugnare e scrivere si è trasformato influenzando in maniera negativa la postura e la visione. Coloro che oggi sono adulti, hanno ricevuto istruzioni per una impostazione conforme dall’uso del pennino, che induceva ad impugnare lo strumento ad una distanza corretta, calibrando la pressione sul foglio. Con l’avvento della penna a sfera è risultato possibile avvicinare sempre di più le dita alla punta e spesso i bambini sono stati lasciati liberi di scegliere l’impugnatura migliore per loro, senza alcuna indicazione di correttezza. Tale libertà ha generato impugnature considerate normali, ma che spesso nascondono delle difficoltà posturali o visive. Tipi di impugnature Le impugnature sono state classificate dal responsabile nazionale di P.E.A.V. (Proteggi Educa Allena la tua Visione) e le tipologie non conformi più ricorrenti sono: l’impugnatura pollice in avanti, l’impugnatura a morso, l’impugnatura a pollice interno, l’impugnatura del fumatore e l’impugnatura a mantide religiosa. Impugnatura pollice in avanti: è l’impugnatura più diffusa tra i ragazzi (circa il 60%) e comporta una difficoltà a livello della motricità fine. La presa crea un blocco compatto in cui tutte le dita della mano sono piegate verso il palmo, bloccando la penna con i polpastrelli dell’indice e del medio. Il pollice è escluso dal blocco, per cui rimane esterno e proteso in avanti, spesso con la funzione di contenere la presa. Tale impugnatura fa assumere alla penna un’inclinazione verticale o inclinata verso l’esterno, dovuta alla spinta dei polpastrelli e al punto di appoggio più alto nello spazio tra pollice e indice. Il movimento della scrittura avviene prevalentemente con movimenti del polso o scomposto in movimenti delle altre articolazioni superiori al polso, a volte anche della spalla. Tale impugnatura provoca problemi visivi, quali scarsa capacità di vedere ciò che si scrive perché il pollice copre lo scritto, per cui il bambino ha la tendenza ad avvicinarsi con il viso sul piano di lavoro. L’avvicinamento può avvenire in maniera frontale allontanando il foglio di scrittura o in maniera laterale inclinando il corpo dalla parte opposta della mano in cui scrive. In questa maniera si ha un affaticamento visivo che si evidenzierà a lungo andare con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano. Questa impugnatura errata può indurre problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali affaticamento delle dita e del polso, dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo termine si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale. Impugnatura a pollice interno: è la presa più comune nei bambini mancini. La presa è caratterizzata dal pollice che viene chiuso all’interno, sotto l’indice (a volte anche il medio) che lo sovrasta sull’unghia. In questa maniera la penna viene spinta ed appoggiata sulla parte alta dell’indice (vicino alla nocca). Questo punto agisce da perno per i movimenti della scrittura. L’indice e il medio si distendono fino a spingere la penna con i polpastrelli e toccando la punta dell’anulare. Le ultime due dita, quindi anulare e mignolo bloccano la penna vicino alla punta e fungono da unico blocco nei movimenti della scrittura. Tale impugnatura fa assumere alla penna una posizione inclinata all’esterno in avanti, con la punta ben visibile a chi scrive. Nei mancini spesso il polso assume una posizione maggiormente inclinata per permettere la visione delle parole scritte. Tale impugnatura provoca problemi visivi quali un avvicinamento al piano di lavoro, nel caso in cui i polpastrelli scivolassero troppo verso la punta della penna per stanchezza o per le mani sudate. L’avvicinamento produrrà una compressione di tutto l’organismo producendo affaticamento visivo che si evidenzierà a lungo andare con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano. Infine si possono riscontrare problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali affaticamento del polso per eccessiva tensione ai tendini del polso (nel caso in cui il bambino mancino pieghi eccessivamente il polso), dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo andare si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale. Impugnatura del fumatore: la presa è chiamata in questa maniera perché la penna è posizionata come se fosse una sigaretta tra l’indice e il medio. I bambini che utilizzano questo tipo di impugnatura premono la punta della penna contro il polpastrello del pollice, che a sua volta, modula i piegamenti opponendosi alle spinte date dall’indice e dal medio. Il polso si piega verso il dorso della mano, contraendo i muscoli dell’avambraccio. Pertanto la scrittura è data da piegamenti delle dita (indice, medio e pollice) per i movimenti verticali, mentre i movimenti del polso permettono di effettuare tratti orizzontali. L’impugnatura in punta determina la copertura inevitabile di ciò che si scrive, inducendo un avvicinamento al foglio. Tale avvicinamento produce affaticamento visivo, che a lungo andare può evidenziare difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano. Infine si possono riscontrare problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali problemi ai legamenti del polso (per l’estensione all’indietro del polso e movimenti orizzontali), dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo andare si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale. Impugnatura a mantide religiosa: La presa è caratterizzata dalla posizione della penna tenuta con diversi punti di aggancio, simile all’insetto da cui prende il nome. Tale presa ricerca una stabilità e il massimo controllo visivo durante la scrittura. Il punto di aggancio tra pollice ed anulare/medio è il perno portante dei movimenti per la scrittura. L’indice, piegandosi in alto sulla penna crea il fulcro dei movimenti fini gestiti dall’opposizione delle altre dita, mentre il pollice spinge e modula il movimento della penna opponendosi alle spinte dell’indice e dell’anulare/medio. Il polso si piega verso il dorso della mano, contraendo i muscoli dell’avambraccio. Pertanto la scrittura è data da piegamenti delle dita (indice, medio e pollice) per i movimenti verticali, mentre i movimenti del polso permettono di effettuare tratti orizzontali. Quale è l’impugnatura corretta? L’impugnatura corretta per una buona visione è facilitata da penne e matite a fusto triangolare-prismatico. La presa risulta essere a tre dita dinamiche. In particolare la presa dei tre polpastrelli delle dita indice medio e pollice è posta a circa 2 cm dalla punta della penna e si trovano ciascuno su un lato diverso della penna, formando una figura a triangolo equilatero. La penna si appoggia al centro dello spazio tra pollice e indice. I movimenti propri della scrittura sono localizzate sui movimenti fini delle dita, che piegandosi fanno scivolare la penna sullo spazio pollice-indice (simile al movimento di una stecca da biliardo), mentre i movimenti ampi sono localizzati dai movimenti del polso. Il medio e l’anulare, piegate all’interno del palmo della mano creano un appoggio morbido e stabile sul foglio, senza ostacolare i movimenti delle altre dita. Per rendere la scrittura più corretta, bisognerebbe fornire al bambino un piano inclinato di circa 15°-20° per favorire una maggiore scorrevolezza dello scritto. Nonostante l’impugnatura sia corretta, possono presentarsi dei problemi visivi, quali un avvicinamento frontale-laterale che porterà ad affaticamento visivo, problemi all’apparato muscolo-scheletrico dovute da posizioni arcuate in avanti, le quali portano ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle, modifiche alle curve normali della colonna vertebrale, oltre ad affaticamento tendineo-articolare del polso nei movimenti ampi della scrittura. Elena Marro Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva

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8 Mag
2022
Difficoltà di scrittura: cosa fare

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Difficoltà di scrittura: cosa fare

Molto spesso genitori ed insegnanti rilevano difficoltà di scrittura nel bambino osservando alcuni segnali quali: eccessiva lentezza, scarsa chiarezza, mancato rispetto degli spazi, disegno immaturo, traccia calcata, dolore... potrebbe trattarsi di disgrafia? O di una difficoltà temporanea? È indubbiamente un tema molto ampio per cui è bene fare subito chiarezza su alcuni punti. DSA e disgrafia Il termine DSA indica i disturbi specifici di apprendimento che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto; questi si manifestano con l’inizio della scolarizzazione e sono definiti disturbi del neurosviluppo in quanto dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neurali coinvolte in questi processi e la loro causa, quindi, non è assolutamente da attribuirsi ad un deficit di intelligenza né a deficit sensoriali. Una panoramica dei DSA potete trovarla in un precedente articolo: DSA .  In particolare, la disgrafia riguarda il controllo degli aspetti grafici della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; pertanto si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura. Le competenze del processo di scrittura Adesso facciamo un piccolo passo indietro... quali sono le abilità legate alla grafomotricità? È importante conoscerle perché eventuali lacune, anche in una sola di queste aree, potrebbero interferire con l’abilità di scrivere! • Controllo posturale e capacità di lateralizzazione; • Coordinazione dinamica dell’arto superiore, necessario per poter controllare i movimenti del braccio; • Coordinazione occhio-mano, ovvero l’abilità che permette un lavoro simultaneo e coordinato fra i movimenti degli occhi e quelli dell’arto superiore scrivente; • Motricità fine, quindi il prodotto di movimenti minuziosi e precisi a carico della mano e delle dita; • Abilità visuo-spaziali, ovvero la capacità dell’individuo di percepire, agire ed operare sulle rappresentazioni mentali in funzione di coordinate spaziali; • Percezione ed analisi visiva, ossia l'abilità di discriminare le forme, associarle, apprezzarne le caratteristiche e individuarne le differenze; • Orientamento ed organizzazione spazio-temporale, cioè la capacità di percepire la posizione del proprio corpo in relazione agli oggetti e alle persone nello spazio e nel tempo. Sono necessarie per consentirci di orientarci nello spazio grafico del foglio, capire dove iniziare a scrivere e dove interrompersi, seguire un andamento lineare, mantenere una grandezza regolare delle lettere, orientarle correttamente, sapere cosa viene prima e cosa dopo, mantenere un ritmo. • Memoria a breve e lungo termine • Attenzione sostenuta • Abilità fonologiche, metafonologiche e linguistiche Le difficoltà di scrittura nel bambino: i campanelli d'allarme Possono essere molteplici, i più frequenti sono: • scrittura scarsamente leggibile; • lentezza nello scrivere; • dolore alle dita e/o al polso e/o al braccio scrivente; • traccia molto calcata e buchi nel foglio; • ritocchi di segni già tracciati; • discontinuità del tratto e numerose interruzioni; • lettere di differente grandezza; • non rispetto dei margini; • lettere tremolanti; • impugnatura della penna/matita inusuale; • evitamento e rifiuto nei confronti di attività grafomotorie etc... In presenza di sintomi come procedere? I sintomi non sono rari, soprattutto nei piccoli che per la prima volta si approcciano alla scrittura e, ancor di più, nei casi in cui i bambini non siano stati esposti ad attività di pre-scrittura durante la scuola dell'infanzia. Spesso le difficoltà sono già rilevabili nella scuola dell’infanzia, in particolare verso i 5 anni e, nonostante la diagnosi di disgrafia possa essere effettuata a partire dalla fine del II anno della scuola primaria, è di primaria importanza agire tempestivamente. Prima di tutto sarà fondamentale comprendere a quali di queste componenti sono dovute le difficoltà del bambino. Per questo motivo risulta necessario effettuare una valutazione neuropsicomotoria in modo da identificare le problematiche specifiche e poter, eventualmente, iniziare un percorso riabilitativo per potenziare, recuperare o vicariare tali difficoltà. La precocità è con cui si interviene può cambiare notevolmente l’esito di un trattamento. Infatti, secondo la letteratura scientifica, l’efficacia di un trattamento per le difficoltà grafomotorie è inversamente proporzionale all’età in cui viene effettuato e dal III anno della scuola primaria le possibilità di modificabilità sono ridotte, al contrario a 4-5-6 anni si possono avere miglioramenti notevoli. La diagnosi può ma consiglio è di rivolgersi al servizio di neuropsichiatria infantile del territorio oppure ad un centro specializzato privato e/o convenzionato per iniziare, il prima possibile, l’iter valutativo. Le tempistiche possono variare, nel contesto pubblico di solito vi è una lista d’attesa mentre nel privato il processo è più rapido.   La scuola come può intervenire? La segnalazione tempestiva delle difficoltà da parte delle insegnanti è un tassello essenziale. La scuola può davvero fare la differenza. Di fronte ad un dubbio bisogna procedere senza procrastinare ed evitando di minimizzare le problematiche perché, con il tempo e con l’aumentare delle richieste scolastiche, le difficoltà tendono ad aumentare con risvolti negativi anche sul fronte emotivo. Secondo la Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 la scuola ha la possibilità di redigere un Piano Didattico Personalizzato (PDP) in modo da fornire gli adeguati strumenti di supporto per raggiungere gli obiettivi scolastici previsti.   Mereu Cristina – Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva  

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