22 Maggio 2022
Una corretta impugnatura della matita o della penna è fondamentale per scrivere bene, senza fatica e per tempi prolungati.
Molto spesso genitori ed insegnanti rilevano diverse difficoltà di scrittura nel bambino osservando alcuni segnali tra cui la scorretta impugnatura dello strumento grafico. Le domande più comuni sono: “Come si può intervenire?”, ” È giusto intervenire”, ” quando intervenire?”. È un argomento molto ampio per cui risulta importante fare chiarezza su alcuni principi fondamentali.
Negli ultimi decenni l’insegnamento delle modalità di impugnare e scrivere si è trasformato influenzando in maniera negativa la postura e la visione. Coloro che oggi sono adulti, hanno ricevuto istruzioni per una impostazione conforme dall’uso del pennino, che induceva ad impugnare lo strumento ad una distanza corretta, calibrando la pressione sul foglio. Con l’avvento della penna a sfera è risultato possibile avvicinare sempre di più le dita alla punta e spesso i bambini sono stati lasciati liberi di scegliere l’impugnatura migliore per loro, senza alcuna indicazione di correttezza. Tale libertà ha generato impugnature considerate normali, ma che spesso nascondono delle difficoltà posturali o visive.
Le impugnature sono state classificate dal responsabile nazionale di P.E.A.V. (Proteggi Educa Allena la tua Visione) e le tipologie non conformi più ricorrenti sono: l’impugnatura pollice in avanti, l’impugnatura a morso, l’impugnatura a pollice interno, l’impugnatura del fumatore e l’impugnatura a mantide religiosa.
è l’impugnatura più diffusa tra i ragazzi (circa il 60%) e comporta una difficoltà a livello della motricità fine. La presa crea un blocco compatto in cui tutte le dita della mano sono piegate verso il palmo, bloccando la penna con i polpastrelli dell’indice e del medio. Il pollice è escluso dal blocco, per cui rimane esterno e proteso in avanti, spesso con la funzione di contenere la presa. Tale impugnatura fa assumere alla penna un’inclinazione verticale o inclinata verso l’esterno, dovuta alla spinta dei polpastrelli e al punto di appoggio più alto nello spazio tra pollice e indice. Il movimento della scrittura avviene prevalentemente con movimenti del polso o scomposto in movimenti delle altre articolazioni superiori al polso, a volte anche della spalla. Tale impugnatura provoca problemi visivi, quali scarsa capacità di vedere ciò che si scrive perché il pollice copre lo scritto, per cui il bambino ha la tendenza ad avvicinarsi con il viso sul piano di lavoro. L’avvicinamento può avvenire in maniera frontale allontanando il foglio di scrittura o in maniera laterale inclinando il corpo dalla parte opposta della mano in cui scrive. In questa maniera si ha un affaticamento visivo che si evidenzierà a lungo andare con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano.
Questa impugnatura errata può indurre problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali affaticamento delle dita e del polso, dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo termine si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale.
è la presa più comune nei bambini mancini. La presa è caratterizzata dal pollice che viene chiuso all’interno, sotto l’indice (a volte anche il medio) che lo sovrasta sull’unghia.
In questa maniera la penna viene spinta ed appoggiata sulla parte alta dell’indice (vicino alla nocca). Questo punto agisce da perno per i movimenti della scrittura.
L’indice e il medio si distendono fino a spingere la penna con i polpastrelli e toccando la punta dell’anulare.
Le ultime due dita, quindi anulare e mignolo bloccano la penna vicino alla punta e fungono da unico blocco nei movimenti della scrittura.
Tale impugnatura fa assumere alla penna una posizione inclinata all’esterno in avanti, con la punta ben visibile a chi scrive.
Nei mancini spesso il polso assume una posizione maggiormente inclinata per permettere la visione delle parole scritte.
Tale impugnatura provoca problemi visivi quali un avvicinamento al piano di lavoro, nel caso in cui i polpastrelli scivolassero troppo verso la punta della penna per stanchezza o per le mani sudate.
L’avvicinamento produrrà una compressione di tutto l’organismo producendo affaticamento visivo che si evidenzierà a lungo andare con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano.
Infine si possono riscontrare problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali affaticamento del polso per eccessiva tensione ai tendini del polso (nel caso in cui il bambino mancino pieghi eccessivamente il polso), dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo andare si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale.
la presa è chiamata in questa maniera perché la penna è posizionata come se fosse una sigaretta tra l’indice e il medio.
I bambini che utilizzano questo tipo di impugnatura premono la punta della penna contro il polpastrello del pollice, che a sua volta, modula i piegamenti opponendosi alle spinte date dall’indice e dal medio.
Il polso si piega verso il dorso della mano, contraendo i muscoli dell’avambraccio. Pertanto la scrittura è data da piegamenti delle dita (indice, medio e pollice) per i movimenti verticali, mentre i movimenti del polso permettono di effettuare tratti orizzontali. L’impugnatura in punta determina la copertura inevitabile di ciò che si scrive, inducendo un avvicinamento al foglio. Tale avvicinamento produce affaticamento visivo, che a lungo andare può evidenziare difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano.
Infine si possono riscontrare problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali problemi ai legamenti del polso (per l’estensione all’indietro del polso e movimenti orizzontali), dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo andare si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale.
La presa è caratterizzata dalla posizione della penna tenuta con diversi punti di aggancio, simile all’insetto da cui prende il nome.
Tale presa ricerca una stabilità e il massimo controllo visivo durante la scrittura. Il punto di aggancio tra pollice ed anulare/medio è il perno portante dei movimenti per la scrittura.
L’indice, piegandosi in alto sulla penna crea il fulcro dei movimenti fini gestiti dall’opposizione delle altre dita, mentre il pollice spinge e modula il movimento della penna opponendosi alle spinte dell’indice e dell’anulare/medio.
Il polso si piega verso il dorso della mano, contraendo i muscoli dell’avambraccio.
Pertanto la scrittura è data da piegamenti delle dita (indice, medio e pollice) per i movimenti verticali, mentre i movimenti del polso permettono di effettuare tratti orizzontali.
L’impugnatura corretta per una buona visione è facilitata da penne e matite a fusto triangolare-prismatico.
La presa risulta essere a tre dita dinamiche. In particolare la presa dei tre polpastrelli delle dita indice medio e pollice è posta a circa 2 cm dalla punta della penna e si trovano ciascuno su un lato diverso della penna, formando una figura a triangolo equilatero.
La penna si appoggia al centro dello spazio tra pollice e indice. I movimenti propri della scrittura sono localizzate sui movimenti fini delle dita, che piegandosi fanno scivolare la penna sullo spazio pollice-indice (simile al movimento di una stecca da biliardo), mentre i movimenti ampi sono localizzati dai movimenti del polso. Il medio e l’anulare, piegate all’interno del palmo della mano creano un appoggio morbido e stabile sul foglio, senza ostacolare i movimenti delle altre dita. Per rendere la scrittura più corretta, bisognerebbe fornire al bambino un piano inclinato di circa 15°-20° per favorire una maggiore scorrevolezza dello scritto.
Nonostante l’impugnatura sia corretta, possono presentarsi dei problemi visivi, quali un avvicinamento frontale-laterale che porterà ad affaticamento visivo, problemi all’apparato muscolo-scheletrico dovute da posizioni arcuate in avanti, le quali portano ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle, modifiche alle curve normali della colonna vertebrale, oltre ad affaticamento tendineo-articolare del polso nei movimenti ampi della scrittura.
Elena Marro
Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
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