Didattica e Apprendimento

Imparare con il Corpo: il Valore dell’Apprendimento Cinestesico nella Scuola

20 Maggio 2025



Apprendimento cinestesico: potenziare memoria e concentrazione attraverso il movimento a scuola


Il movimento e l’esperienza corporea possono potenziare la memoria e favorire l’apprendimento 


Non tutti impariamo allo stesso modo. C’è chi comprende ascoltando, chi osservando immagini, chi leggendo, chi parlando ad alta voce. E poi c’è chi, per capire davvero, ha bisogno di muoversi.

Secondo molte teorie pedagogiche, tra cui quella dei canali sensoriali di apprendimento, esistono modalità preferenziali attraverso cui ciascuno elabora e memorizza le informazioni. Una di queste è la modalità cinestesica, che coinvolge il corpo, il tatto, il movimento, l’esperienza fisica diretta.


Per uno studente cinestesico, l’apprendimento è un atto vivo, corporeo. Non è solo concentrazione mentale: è ritmo, spazio, azione. È attraverso il fare, il costruire, il toccare e il muoversi che il pensiero prende forma. Per questo motivo, chiedere a uno studente cinestesico di stare seduto per ore a leggere o ascoltare può trasformarsi in una frustrazione continua: non per mancanza di volontà, ma perché il suo cervello ha bisogno di attivare anche il corpo per imparare.


Dal movimento alla comprensione: il ruolo del corpo nel processo cognitivo


Nella scuola primaria, il corpo è ancora lo strumento principale con cui i bambini esplorano e comprendono il mondo. Ogni apprendimento parte da un’esperienza concreta, fisica, tangibile. Anche nella scuola secondaria di primo grado (scuola media), ossia durante la preadolescenza, il corpo torna protagonista: si allunga, cambia, diventa ingombrante, difficile da gestire e da contenere. I ragazzi spesso faticano a stare “composti”, perché la loro energia fisica è in trasformazione.

In questa fase, offrire strategie di movimento — indipendentemente dallo stile cognitivo — è fondamentale: aiuta a prendere confidenza con la nuova forma corporea, a canalizzare l’esuberanza fisica, a sostenere il processo di sviluppo.

Il movimento non è solo una pausa dallo studio, è parte dello studio stesso. Abituare il cervello ad apprendere senza staccarsi dal corpo significa costruire un sapere più profondo, duraturo, organico.

Le scuole Waldorf lo sanno bene: ogni mattina inizia con una parte ritmica, fatta di filastrocche, movimenti, passi, canzoni. Questo “risveglio corporeo” non è solo un momento di gioco, ma una preparazione dell’intero organismo all’apprendimento. I concetti arrivano meglio se il corpo è stato coinvolto: la mente è più sveglia, ricettiva, attiva.

Un approccio troppo intellettualistico e astratto, soprattutto se precoce, rischia di esaurire le forze del bambino.

Quando si costringe uno studente a interiorizzare contenuti solo con la testa, si rischia di scollare l’apprendimento dal processo di interiorizzazione autentica, rendendolo astratto, sterile e spesso relegato alla memoria a breve , impoverendo la capacità di assimilazione.


Gli insegnanti dovrebbero integrare nella propria didattica attività che coinvolgano il corpo, non solo per facilitare l’apprendimento, ma per accompagnare i propri studenti nella crescita, nel rispetto dei loro tempi e delle loro necessità evolutive.


Educare il Movimento: una Scelta Didattica


Integrare il movimento nella didattica non significa “lasciare i bambini liberi di muoversi” in modo disordinato, ma piuttosto strutturare attività che coinvolgano il corpo come alleato del pensiero.


Ecco alcuni esempi:

Ripetere una poesia camminando, accentuando le rime con i passi


Fare esercizi di matematica saltando o con oggetti da contare fisicamente


Disegnare mappe concettuali in piedi, su grandi superfici


Costruire concetti astratti (come il tempo, il numero, la misura) partendo da esperienze pratiche


L’obiettivo non è solo “far muovere”, ma fare esperienza corporea del sapere.


Tutti strumenti che aiutano a ritrovare una didattica incarnata, dove il corpo non è un ostacolo, ma un ponte verso la comprensione.


Studente Cinestesico: Caratteristiche e Bisogni



Lo studente cinestesico impara attraverso il corpo, il movimento, l’azione.

Non “pensa con le mani”, ma pensa meglio se le mani (e il corpo) sono coinvolte. Ha bisogno di toccare, fare, spostarsi, costruire, mimare. È curioso, ma spesso fa fatica a seguire lezioni frontali troppo lunghe o astratte.


Uno studente cinestesico Impara meglio facendo piuttosto che leggendo o ascoltando


Ha bisogno di muoversi, manipolare, sperimentare


Ricorda le cose meglio se le ha sperimentate fisicamente



Ama giochi di ruolo, laboratori, costruzioni, esperienze pratiche


Segnali che indicano uno stile cinestesico prevalente


Fa fatica a stare seduto a lungo o ad ascoltare spiegazioni troppo teoriche


Impara più facilmente facendo che ascoltando o leggendo


Ama costruire, manipolare, assemblare, disegnare


Ricorda meglio attività vissute con il corpo


Spesso lo studente cinestesico viene percepito come irrequieto o che si distrae facilmente , ma in realtà manifesta semplicemente un forte bisogno di movimento per restare concentrato. Quando viene coinvolto in attività pratiche, corporee o manipolative, riesce a canalizzare le sue energie e a mantenere un alto livello di attenzione. 


Bloccare il Corpo Blocca Anche il Pensiero


Il movimento non è una distrazione, è il canale naturale attraverso cui alcuni studenti imparano.


Coinvolgere il corpo non” infantilizza”: al contrario, rende l’apprendimento più profondo e autentico, anche con contenuti complessi.


Strategie di Studio per Studenti Cinestesici


Apprendimento attivo

Usare oggetti concreti per rappresentare concetti (matematica con cubetti, storia con mappe fisiche)


Studiare camminando o muovendosi (ripetere mentre si passeggia)


Scrivere e riscrivere

Prendere appunti a mano, fare schemi, mappe concettuali colorate


Usare post-it da spostare (come nel Kanban!)


Studio teatrale

Recitare ad alta voce, mimare concetti, fare finta di “spiegare a qualcuno”


Pause attive

Fare brevi pause con stretching o movimento


Alternare studio e attività fisica (es. tecnica Pomodoro con esercizi tra i blocchi)


Giochi e simulazioni

Usare quiz fisici, giochi da tavolo didattici, costruzioni


Partecipare a laboratori, esperienze sul campo, PCTO


Conclusione


Lo studente cinestesico capisce con il corpo: se può toccare, costruire, muoversi o sperimentare, impara meglio.

Questa modalità di apprendimento, spesso sottovalutata o fraintesa, rappresenta invece una straordinaria risorsa educativa.

Integrare il movimento nella didattica non è una concessione, ma una scelta pedagogica consapevole, che riconosce la varietà degli stili cognitivi e valorizza le intelligenze multiple.

Il movimento non va limitato alla ricreazione o all’attività motoria, ma riconosciuto come canale privilegiato per costruire conoscenza, sviluppare autonomia e alimentare motivazione.

L'apprendimento non avviene solo nella testa, ma nel corpo intero. È un'esperienza che coinvolge mani, occhi, voce, ritmo, respiro. Ed è proprio in questa sinergia tra corpo e mente che si attivano le memorie più durature, le comprensioni più profonde, le competenze più vive.

Per questo è fondamentale che la scuola continui a sperimentare metodologie attive e a progettare spazi e tempi che permettano agli studenti di “abitare” il sapere, non solo di riceverlo.

Educare con e attraverso il corpo non è semplificare. È coltivare una forma di apprendimento ricca, concreta e pienamente umana.


Francesca Merlo