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7 Lug
2025
L’Attualità della Pedagogia Steineriana

Approcci Educativi Per tutte le età

L’Attualità della Pedagogia Steineriana

L’Attualità della Pedagogia Steineriana: Un’Educazione per il Presente La Pedagogia Steineriana Oggi La percezione della pedagogia steineriana viene spesso presentata come troppo distante dalla realtà e dalle esigenze dei tempi attuali. Un pregiudizio diffuso, ma infondato. La proposta pedagogica di Rudolf Steiner non è legata a un’epoca, ma rappresenta una visione educativa che nasce da qualcosa di profondamente umano e atemporale. Questa pedagogia viene spesso fraintesa. C’è chi la considera un modello del passato, non adatto alla società contemporanea; ma tali giudizi affrettati nascono da una conoscenza parziale, o da un’immagine distorta di ciò che questa proposta realmente porta. La visione educativa steineriane nasce per rispondere ai bisogni interiori di crescita, sviluppo e realizzazione del bambino. È una pedagogia che accompagna, ascolta, osserva. Che non si limita a trasmettere contenuti, ma coltiva interiorità, creatività, relazione. In un tempo in cui l’istruzione tende sempre più alla velocità, alla prestazione, alla standardizzazione e alla frammentazione, questa proposta appare tanto più necessaria, attuale e importante. Quella Steineriana è una pedagogia dell’essere, che riconosce nella crescita del bambino un processo continuo, profondo, radicato nella sua interiorità. E proprio per questo, estremamente attuale. Educare Conoscendo il Bambino Uno degli aspetti più vivi e delicati della pedagogia steineriana è l’impegno a conoscere profondamente ogni allievo, non soltanto nei suoi risultati o comportamenti esteriori, ma nella sua nella sua costituzione e natura più autentica. Per Steiner educare significa prima di tutto osservare, ascoltare e comprendere l’individualità dell’alunno. A questo scopo, introduce lo studio dei temperamenti, non come strumenti di classificazione rigida, ma come chiavi di lettura dinamiche per comprendere la natura e le inclinazioni individuali, per cogliere le modalità con cui ogni bambino si relaziona al mondo. I Quattro Temperamenti nella Pedagogia Waldorf Nella visione pedagogica di Rudolf Steiner, i quattro temperamenti — sanguinico, collerico, flemmatico e melanconico — rappresentano modalità fondamentali e archetipiche con cui l’essere umano si rapporta al mondo. Riconoscere il temperamento predominante non significa etichettare, ma creare una relazione educativa più consapevole e personalizzata. È un atto di attenzione profonda: significa scegliere ritmi, strumenti, attività, perfino parole, che risuonino davvero con il bambino che si ha di fronte. In ogni persona sono presenti tutti e quattro i temperamenti, ma due tendono generalmente a essere più evidenti o dominanti. È compito del pedagogista comprendere questa combinazione, lavorare per bilanciarla, e sostenere così lo sviluppo armonico del bambino nel tempo. Di seguito, una descrizione orientativa delle caratteristiche prevalenti associate a ciascun temperamento. Il temperamento sanguinico è caratterizzato da vivacità, apertura e curiosità verso il mondo esterno. Il bambino sanguinico mostra un’attitudine giocosa, è facilmente attratto dalle novità e tende a spostare rapidamente la sua attenzione da un’esperienza all’altra. È spesso socievole, comunicativo e incline al movimento. Per questo temperamento, la sfida educativa è favorire la capacità di concentrazione e approfondimento, senza soffocare l'entusiasmo spontaneo. Il temperamento collerico si manifesta attraverso una forte carica volitiva. Il bambino collerico è spesso determinato, energico e orientato all’azione. Mostra un senso innato di direzione e scopo, e reagisce con intensità agli ostacoli o alle frustrazioni. Questo temperamento porta con sé una grande forza trasformativa, che va accompagnata con attenzione affinché l’impulsività si evolva in iniziativa cosciente e responsabilità. Il temperamento flemmatico si distingue per una disposizione tranquilla, osservatrice e stabile. Il bambino flemmatico ama i ritmi regolari, i gesti ripetuti, e spesso manifesta una certa riluttanza al cambiamento. Tende a osservare più che agire e trae sicurezza dalla routine. L’educatore può aiutare questo temperamento a sviluppare interesse attivo e partecipazione, stimolandolo con tatto e gradualità, rispettando i suoi tempi interiori. Il temperamento melanconico è associato a una profonda interiorità, sensibilità e capacità di riflessione. Il bambino melanconico può apparire più ritirato, incline all'autosservazione e talvolta al dolore o alla malinconia. Spesso mostra una forte empatia e un senso etico sviluppato. Il compito pedagogico qui consiste nel offrire sostegno e fiducia, aiutandolo a trovare significato nelle esperienze, trasformando la sofferenza in maturazione interiore. Steiner sottolinea che ogni individuo porta in sé tutti e quattro i temperamenti, anche se in combinazioni differenti, con due che di solito risultano predominanti. L’obiettivo dell’educazione non è uniformare né accentuare le caratteristiche, ma armonizzarle e accompagnare il bambino nel suo processo di crescita, sviluppando una personalità equilibrata e libera. Modelli dinamici che offrono all’educatore una chiave di lettura per comprendere la natura interiore e le inclinazioni individuali di ciascun allievo. Riconoscere il temperamento predominante non significa stigmatizzare il bambino in una categoria, ma entrare in relazione con lui nel modo più adeguato. Un Apprendimento Organico e Continuo Un elemento centrale di questa pedagogia è la modalità con cui si affrontano le materie principali: il lavoro per epoche. Ogni disciplina viene approfondita in un periodo dedicato, solitamente di tre o quattro settimane, in cui la classe si immerge completamente nell’argomento: storia, matematica, geometria, botanica… non come materie astratte, ma come esperienze vive, collegate al ritmo della giornata e della vita. Questa modalità ha un valore profondo: offre tempo e spazio alla concentrazione, permette al bambino di costruire un legame personale con ciò che apprende, e lascia poi un tempo di pausa, utile alla sedimentazione. Il sapere non è mai separato dalla vita, e non si esaurisce nel momento in cui viene “insegnato”. Nella pedagogia steineriana si cerca di rispettare i tempi interiori dell’apprendimento, mantenendo un equilibrio tra attività e raccoglimento, stimolo e riposo. Un Percorso Continuo: il Maestro che Accompagna Un altro pilastro della pedagogia steineriana, spesso sottovalutato, è la continuità educativa. Nell'educazione Waldorf-Steiner, o pedagogia steineriana, il maestro idealmente accompagna la stessa classe per otto anni, dalla prima all’ottava (Scuola Primaria e Scuola Secondaria di Primo Grado). Questo permette una conoscenza profonda e rispettosa degli allievi e crea una relazione educativa stabile, oggi sempre più rara. Questa continuità non è solo una scelta organizzativa: è una visione dell’educazione come processo di sviluppo, in cui il maestro può seguire da vicino l’evoluzione di ciascuno, adattando metodi e contenuti ai cambiamenti che avvengono nel tempo. La classe non è vista come un insieme omogeneo, ma come un organismo vivente, fatto di individualità in cammino. Come scrive Steiner: "Non si tratta di impartire nozioni, ma di creare le condizioni affinché ogni essere umano possa sviluppare liberamente ciò che è in potenza dentro di sé." L’insegnante, quindi, non è un trasmettitore di saperi, ma un mediatore tra il mondo e il bambino. Un adulto che, con responsabilità e presenza, cerca ciò che è giusto nel momento giusto, per quel gruppo e per ogni suo componente. Una Visione Educativa Sistemica: Coerenza, Cura e Visione a Lungo Termine Ciò che rende la pedagogia steineriana sempre attuale è la sua coerenza interna. Non è un insieme di progetti scollegati, ma un percorso organico, in cui ogni anno si innesta sul precedente e prepara il successivo. I contenuti non sono scelti a caso, ma in relazione ai bisogni evolutivi dei bambini in quella fase della vita. È una pedagogia che tiene insieme conoscenze, emozioni, abilità pratiche e attività artistiche; che non divide, ma crea ponti tra le discipline, tra l’interiorità del bambino e il mondo che lo circonda. In un tempo in cui l’educazione tende a inseguire efficienza e semplificazione, questa visione educativa invita a fermarsi, ad ascoltare, a prendersi il tempo per crescere. Educare per Coltivare l’Umano La pedagogia steineriana è un invito a guardare l’educazione non come un insieme di tecniche o programmi, ma come un percorso di accompagnamento all’umano. Un cammino che si nutre di ascolto, sguardo profondo, fiducia nei processi interiori. In questo tempo di cambiamenti rapidi, di frammentazione e incertezza, ritrovare un senso educativo che tenga insieme, che dia continuità, che parli al cuore e alla mente, è forse una delle urgenze più grandi. Questa è solo un’introduzione a un approccio pedagogico che ha ancora molto da raccontare, da proporre, da ispirare. Perché educare, oggi più che mai, significa coltivare il futuro dell’essere umano con coraggio, coerenza e profondità. Un’Occasione per Approfondire Insieme Per chi desidera approfondire questa visione educativa, incontrare i maestri delle realtà Torinesi, l’8 novembre 2025 a Torino, nel suggestivo Palazzo della Luce (Via Antonio Bertola, 40 – 10122 Torino), si terrà un evento speciale dedicato alla pedagogia steineriana. L'evento sarà l'occasione ideale per dialogare con esperti, educatori e famiglie, approfondire i fondamenti e le applicazioni concrete di questo approccio, e riflettere su cosa significhi oggi educare con consapevolezza, coerenza e rispetto per l’unicità di ogni bambino. Un invito a confrontarsi, ascoltare e lasciarsi ispirare dalla pedagogia Waldorf-Steiner che guarda al futuro coltivando l’umano nel presente Francesca Merlo Altri Articoli sulla Pedagogia Waldorf-Steiner Il Ritmo nelle Scuole Waldorf Disegnare Senza Contorni

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5 Lug
2025
Cos'è un Progetto Educativo?

Approcci Educativi Per tutte le età

Cos'è un Progetto Educativo?

Cos’è un Progetto Educativo? Visione del Bambino, Scelte Pedagogiche e Orizzonti di Senso nella Costruzione di un Percorso Formativo Nel panorama sempre più articolato delle proposte scolastiche ed educative, il concetto di progetto educativo assume un ruolo centrale, ma spesso ancora poco esplorato nei suoi significati più profondi. Non si tratta semplicemente di un insieme di attività o di un programma didattico annuale. Un progetto educativo è l’espressione di una visione: una visione del bambino, dell’apprendimento, della relazione educativa, dello sviluppo dell’essere umano. È la direzione culturale e pedagogica che guida scelte quotidiane, ambienti, linguaggi, obiettivi e metodi. Comprenderne le caratteristiche significa riconoscere l’orizzonte ideale e operativo entro cui si costruisce l’esperienza scolastica e formativa, e cogliere l’intenzionalità educativa che sottende ogni proposta rivolta all’infanzia e all’adolescenza. Il Progetto Educativo è una Visione del Bambino Alla base di ogni progetto educativo autentico e coerente si trova una domanda fondativa: chi è il bambino ? La risposta a questa domanda determina ogni scelta pedagogica successiva: dalle metodologie utilizzate (lezione frontale, laboratorio, apprendimento esperienziale) all’organizzazione dei tempi e degli spazi, dalla selezione dei materiali al tipo di relazione che si intende costruire tra adulto e bambino. Ogni scuola, consapevolmente o meno, trasmette un’immagine precisa dell’infanzia attraverso le sue pratiche quotidiane. Il progetto educativo è il luogo dove questa visione prende forma, diventa intenzione e si traduce in realtà operativa. La visione del bambino condiziona ogni scelta: dal linguaggio usato al tipo di materiali offerti, dall’organizzazione dello spazio alla gestione del gruppo. Il Progetto Educativo è una Coerenza tra Principi, Metodi e Obiettivi Un progetto educativo non è un elenco di buone intenzioni. È una struttura viva, fatta di scelte pedagogiche concrete e coerenti: Principi: valori educativi fondanti (es. centralità della relazione, apprendimento attivo, educazione alla cittadinanza) Metodi: pratiche quotidiane adottate per tradurre quei valori (laboratori, circle time, lavoro per progetti, valutazione narrativa…) Obiettivi: traguardi formativi a lungo termine (es. autonomia, senso critico, consapevolezza emotiva) Un buon progetto educativo riesce a tenere insieme queste tre dimensioni in modo trasparente, leggibile, sostenibile e soprattutto con coerenza. Non Esiste un Solo Modello: ogni Progetto Educativo è anche una Scelta Culturale Ogni progetto educativo si fonda su una visione precisa di crescita, apprendimento, relazione. Per questo non può esistere un solo modello: le pedagogie differiscono perché differenti sono le domande da cui partono e le risposte che danno. C'è chi mette al centro l’autonomia del bambino, chi il ritmo e la narrazione, chi la documentazione, chi la struttura curricolare ministeriale. Ogni proposta porta con sé una concezione del tempo, del ruolo dell’adulto, del senso della conoscenza. Scegliere un progetto educativo, quindi, non è solo una questione organizzativa o metodologica. È anche — e soprattutto — una scelta culturale: aderire a una visione dell’essere umano in crescita e del mondo che vogliamo abitare. La Visione dell’Uomo di Domani Ogni progetto educativo contiene una visione implicita (o esplicita) di quale tipo di persona vogliamo contribuire a far crescere. L’infanzia e l’adolescenza non sono semplici “attese” di un’età adulta, ma fasi ricche e complete. Ciò che si semina oggi costruisce l’adulto di domani. Educare significa quindi anche scegliere: Coltiviamo la cooperazione o la competizione? Valorizziamo l’autonomia o l’adattamento? Favoriamo lo spirito critico o il rispetto delle regole senza domande? Un progetto educativo coerente dovrebbe unire visione del presente e responsabilità verso il futuro. Il Progetto Educativo è anche un’Alleanza con le Famiglie Un progetto educativo ben strutturato non può ignorare il ruolo dei genitori. La corresponsabilità educativa non è un accessorio, ma parte integrante del percorso: Viene prevista una comunicazione regolare e trasparente tra scuola e famiglia Ci sono momenti di confronto, di formazione, di partecipazione reale I genitori sono visti come compagni di viaggio, non come utenti passivi Una scuola che coinvolge i genitori li rende anche più consapevoli e fiduciosi nel processo educativo del proprio figlio. Cosa Chiedere a una Scuola o a un Progetto Educativo? Ecco alcune domande utili che ogni genitore può porre quando esplora una proposta educativa: Qual è la vostra visione del bambino e dell’apprendimento? Come si svolge una giornata tipo? Come vengono gestite le emozioni, i conflitti, l’autonomia? Come valutate i progressi degli alunni? Che ruolo hanno i genitori nella vita scolastica? Che rapporto avete con la natura, l’arte, il corpo? Non esiste una risposta “giusta”, ma esiste una coerenza da cercare. Scegliere un Progetto Educativo Scegliere un progetto educativo non è un gesto neutro. È una scelta di campo, che tocca il modo in cui concepiamo il futuro della società, della relazione, dell’infanzia. Ogni scuola — statale, Waldorf, Montessori, parentale, Reggio Children, Becoming — dovrebbe proporre una narrazione del crescere. Come genitori, possiamo allenarci a leggere queste narrazioni con occhi critici, superando la superficialità delle “attività proposte” e cercando invece il cuore pedagogico delle scelte. Il progetto educativo, in tutte le sue forme, è la guida di questo viaggio, un impegno che abbraccia la crescita del bambino, la collaborazione con la famiglia e la costruzione di una visione condivisa di futuro. Insegnare è dunque un atto di cura, un gesto che rispetta tempi, ritmi e potenzialità, per permettere a ogni individuo di emergere nella sua unicità e di realizzare, giorno dopo giorno, la propria umanità. Perché educare non è solo “insegnare”: è accompagnare nel divenire a diventare. Francesca Merlo

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30 Giu
2025
Cosa sono le Scuole Parentali

Nuovi Scenari Educativi

Cosa sono le Scuole Parentali

Le scuole parentali e i progetti educativi a gestione familiare stanno crescendo in numero sempre di più alto. L’interesse sempre maggiore verso questa alternativa educativa nasce in virtù della partecipazione diretta dei genitori che queste realtà prevedono attraverso un patto educativo scuola-famiglia chiaro e condiviso.  Talvolta, soprattutto nelle piccole realtà, il ruolo dei genitori può andare oltre la condivisione di intenti educativi prevedendo, per esempio, la partecipazione attiva nella gestione dei servizi e nell’organizzazione interna. La suddivisione di compiti e responsabilità nella gestione della scuola dei propri figli rende i genitori attivi e partecipi in luoghi in cui generalmente sono solo spettatori. Andare nella scuoletta di tuo figlio e partecipare con altri genitori alla pulizia dei locali, alla scelta del menù o riparando la lampadina rotta, ripaga delle ore che non hai passato con lui e ti rende parte del suo ambiente di crescita anche quando non ci sei. La realtà delle scuole parentali permette di riscoprire il valore della comunità e della condivisione permettendo di trasmettere ai bambini anche attraverso l’esempio. Sempre più educatori credono nell’importanza di un’alleanza scuola-famiglia poiché supporta la crescita sana dei bambini e, per tale ragione, vale la pena impegnarsi nella ricerca di un percorso educativo condiviso, anche se non sempre risulta semplice e di immediata attuazione. Le scuole parentali presenti a Torino Nella sola città di Torino sono presenti almeno quattro realtà educative a gestione parentale, e decine sono quelle nei comuni limitrofi. Questo numero tende a crescere sempre di più proprio in virtù della risposta che le scuole parentali permettono di dare ai genitori che vogliono partecipare attivamente alle scelte educative dei propri figli.  Nell’ottica di orientare le tante famiglie che cercano questo tipo di realtà “CheScuola?!” presenta un breve elenco delle scuole parentali e progetti educativi presenti nelle vicinanze della città di Torino. Ricordiamo, inoltre, che attraverso il nostro motore di ricerca sarà possibile individuare facilmente anche quelle che nasceranno in futuro.   CheScuola!? si augura, come nel nostro manifesto esplicitato, di essere di supporto alle famiglie e a “tutte” le realtà educative che mirano a crescere i bambini in uno spirito di collaborazione e unità di intenti. Ecco l’elenco dei contatti. La Casa delle Meraviglie Progetto Educativo 2-3 anni, 3-6 anni, 6-11 anni Strada del Nobile 86/92 Torino (da settembre 2025) Sito-web Email: casadellemeraviglietorino@gmail.com Tel 39 3285428753 La Vita al Centro Dai 2 ai 14 anni Micronido, Giardino d’Infanzia, Istruzione parentale Elementare e Media Via Monti 43/A Torino    Pagina Dedicata CheScuola?! Email retevitaalcentro@gmail.com Tel 011 450 6456 Tel 373 7161926 Crescendo – Pedagogia Waldorf Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni, 6-10 anni e 10 – 14 anni Corso Casale 246, 10132 Torino sito web tel 39 3714189356 Scuola San Martino  Infanzia 3-5 anni, ludoteca Via Villar 25, Torino, zona Borgo Vittoria https://www.sanmartino.education/ Email memore.sara@gmail.com Tel 32930028 Una Balena Nel Bosco Progetto di libera immersione in Natura 2-6 anni Rivoli Pagina Facebook Email uabalenanelbosco@gmail.com Tel 389 427 3541 Malacatù Ambiente Educativo Progetto educativo a gestione parentale 6-10 anni, Pavarolo (TO) Educazione diffusa in Torino Pagina Facebook Email malacatu.edu@gmail.com Tel 340 583 5823 L’officina Sul Po Progetti di pedagogia nel bosco 0-2 anni e 3-6 anni Via Diaz 19 San Mauro Torinese Pagina Facebook - Email educazione@lofficinasulpo.it Tel 328 549 5472 Il Chicco di Grano, Pedagogia Steiner-Waldorf Progetti educativi a gestione parentale Primavera 2-3 anni, infanzia 3-6 anni, primaria 6-10 anni, secondaria 11-14 anni. Via Arnaldo da Brescia 22 - 10134 Torino Email: segreteria@chiccodigrano.it Pagina Facebook Tel 011 414 3554 Arcadia Progetto Educativo  Progetto educativi parentale 1-3 anni e 3-6 anni Piossasco Pagina Facebook Email arcadiaprogettoeducativo@gmail.com Tel 340 464 9848 Montessori In Pratica – Val di Susa  Progetto educativi parentale 3-6 anni, 6-10anni, 11-13 anni Almese Pagina Facebook Email montessoriinpratica@gmail.com Tel 333 756 1780 (solo sms per informazioni) Polo Educativo Montessori Progetti educativi 2-6 anni, 6-11 anni, 11- 14 anni Via Vittoria Nenni 90,Rivalta Email info.poloeducativo@gmail.com Tel 331 280 2146 Tel 379 122 2086 La Bottega delle Ranocchie Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni e 3-6 anni  Lungo Po Abellonio 9 Moncalieri  sio web pagina Facebook Tel 373 708 57 64 Gli gnomi dei Kiwi Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni, 3-6 anni, 6-10 anni Via Bassino 27 Abbadia di Pinerolo sito web pagina Facebook Email glignomi.deikiwi@gmail.com Tel 3338950575 Scuoletta Montessori Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni, 6-10 anni, 10-13 anni  Strada Stupinigi 104 – Orbassano sito web pagina Facebook Email associazione@scuolettamontessori.it Tel 0110269835  Il Bosco dei Marmocchi & Natura Nostra Maestra Asilo nel bosco dai 2 ai 5 anni, Scuoletta nel Bosco dai 6 agli 11 anni Strada Trognani 15, Druento sito web Email naturanostramaestra.info@gmail.com Tel 3474009367 Liberi Tutti! Imparare in Natura Laboratori in Natura per crescere ed imparare Tutor e sostegno, Primi Voli 2 – 5 anni, Volpi Primaria 6-10 anni, Superior 11-13 anni Poirino Pagina Facebook Email liberituttiscuolafamigliare@gmail.com Tel 349 435 3159 Santa Clelia Progetto educativo 6-10 anni Regione Rossana 7, Mazzè, Torino Email radicipersognare@virgilio.it Tel 3387022261 La Tana sulla Luna Progetto di Educazione Parentale 2-6 anni Pagina Facebook Strada Galassa 12, Cumiana, Torino Email latanasullaluna@gmail.com Tel 399 6684781 Tel 347 47187286 La casa del Cuore Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni  Via Tetti Grella 180 Vinovo (To) Tel. 39 328 971 1380 Email: casadelcuore.montessori@gmail.com La Casa di Ghitin Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Rivalta 9 Rivoli (To) Tel. 3519144930 Email: casadighitin.montessori@gmail.com La tana nell’albero Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Cascina Romana 66 Rivalta di Torino Email:info.poloeducativo@gmail.com Tel. 3312802146 La Masera  Progetto pedagogia in natura età 4-13 anni. Via Carpanea, 8_ San Raffaele Cimena (To) Sito web La Masera Progetto 6-11 anni email lamasera.info@gmail.com Cell 371 364 4168 Antonella Giostra

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3 Mar
2025
Cos'è la Comunicazione in Cerchio e perché proporla in classe

Nuovi Scenari Educativi

Cos'è la Comunicazione in Cerchio e perché proporla in classe

Intervista ad Antonio Graziano: La comunicazione in Cerchio per una Scuola che nutre la Capacità di Ascoltare e Confrontarsi. Nella scuola di oggi, insegnanti e genitori si trovano spesso a gestire conflitti complessi: tra studenti, tra studenti e docenti, tra famiglie e istituzioni scolastiche. T Spesso si cercano soluzioni rapide, basate su punizioni o premi, senza affrontare la radice delle problematiche relazionali. Ma cosa succederebbe se invece insegnassimo ai ragazzi un modo diverso di comunicare, più rispettoso e costruttivo? La comunicazione in cerchio non è solo una tecnica, ma un’esperienza concreta che può trasformare il clima scolastico. Portarla nelle aule significa offrire alle giovani generazioni un'opportunità per crescere in una comunità basata sulla collaborazione e non sulla competizione. Significa rendere l’educazione civica qualcosa di vivo, reale e molto profondo: non solo parole di pace, ma un modo per affrontare e trasformare i conflitti in opportunità di crescita. Antonio Graziano, esperto di comunicazione e formatore, ci guida alla scoperta di questa metodologia, illustrando come il cerchio possa rivoluzionare l’alleanza educativa tra docenti, studenti e famiglie, rendendola capace di migliorare le relazioni e creare un ambiente scolastico più armonioso. Di seguito l'intervista che ci ha rilasciato Dott. Graziano, cos’è la comunicazione in cerchio e perché è così efficace? La comunicazione in cerchio è una modalità che permette di evitare la logica del vincitore e del perdente, creando uno spazio in cui tutti possano sentirsi valorizzati. Questo è particolarmente utile nelle relazioni in cui esiste una disparità di potere, come tra genitori e figli o tra insegnanti e studenti. Il cerchio ci permette di superare il modello basato su premi e punizioni, meccanismi che spesso limitano la scoperta del proprio potere personale. Questo tipo di comunicazione, invece, pone al centro emozioni e bisogni reciproci, ci aiuta a a riconoscerci come persone, al di là dei ruoli e delle gerarchie. In quali contesti può essere applicata questa pratica? La comunicazione in cerchio non è solo per la scuola, ma si adatta a molte realtà: contesti educativi, aziende, famiglie, gruppi comunitari. Pensiamo a un leader aziendale: oggi, un leader positivo non impone la sua autorità, ma promuove un modello di comunicazione orizzontale ed empatica. Allo stesso modo, in classe, un docente può migliorare la relazione con gli studenti creando uno spazio di dialogo aperto e rispettoso. Quali benefici può portare questa metodologia? I benefici sono molteplici: miglioramento della comunicazione, sviluppo dell’empatia, rafforzamento della collaborazione. Nelle scuole, il cerchio aiuta a creare un clima di fiducia e rispetto, favorisce l’inclusione e aiuta gli studenti a esprimersi senza paura di giudizi. Questo vale anche nelle aziende, dove le relazioni collaborative risultano più efficienti rispetto a quelle competitive. Come può essere applicata concretamente in classe? In aula, il cerchio può essere usato a tutti i livelli scolastici, dall’infanzia fino all’università. L’insegnante può guidare conversazioni su temi di interesse, risolvere conflitti o semplicemente creare uno spazio in cui ogni studente si senta ascoltato. Questo metodo migliora anche la gestione della classe, poiché riduce le tensioni e aiuta a risolvere le problematiche in modo condiviso. Può essere utile anche per risolvere conflitti? Assolutamente sì. La comunicazione in cerchio è uno strumento potente per affrontare i conflitti tra studenti, tra studenti e docenti e persino tra docenti e genitori. Spostando il focus dal giudizio alla comprensione dei bisogni reciproci, si evita di inasprire le tensioni e si trovano soluzioni più costruttive. Questa pratica può essere adottata anche in famiglia? Sì, perché aiuta a creare un dialogo basato sull’ascolto e sulla comprensione reciproca. In famiglia, il cerchio può essere un modo per discutere questioni importanti, risolvere divergenze e rafforzare i legami affettivi, senza che nessuno si senta escluso o giudicato. Come è possibile approfondire le conoscenze su questa pratica? Se vuoi approfondire la comunicazione in cerchio puoi esplorare il sito Antonio Graziano. Per organizzare un workshop o un corso di formazione sulla comunicazione in cerchio, cerca i miei contatti sul sito web e i miei canali social. Riferimenti Bibliografici Antonio Graziano, "La Comunicazione in Cerchio" Questo libro è una guida pratica alla comunicazione in cerchio, con istruzioni dettagliate e consigli utili per applicare il metodo in diversi contesti. Sito dell'autore: Antonio Graziano S. Journò, E. Maddaloni, "Mettiamoci in cerchio" Questo manuale è un ottimo strumento per chi vuole favorire il dialogo e la democrazia all'interno di gruppi, specialmente in ambito scolastico. Sito dell'editore: Mettiamoci in cerchio - La meridiana Marshall B. Rosenberg, "Nonviolent Communication: A Language of Life" Rosenberg presenta la Comunicazione Nonviolenta (CNV), un metodo che incoraggia l'empatia e l'espressione autentica dei bisogni. Il libro offre strumenti pratici per migliorare le relazioni e risolvere i conflitti in modo pacifico. Sito della CNV: Center for Nonviolent Communication (CNVC) David Bohm, "On Dialogue" Questo testo è un'esplorazione profonda del dialogo come strumento per la comprensione reciproca e la trasformazione del pensiero. Bohm esplora come il dialogo possa superare le barriere comunicative e promuovere la creatività collettiva. Sito dell'editore: On Dialogue - Routledge Margaret Wheatley, "Turning to One Another: Simple Conversations to Restore Hope to the Future" Wheatley sottolinea il potere delle conversazioni significative nel creare comunità resilienti e affrontare le sfide complesse. Il libro invita a riscoprire il valore del dialogo come strumento per la speranza e il cambiamento. Sito dell'autrice: Margaret Wheatley Brené Brown, "Dare to Lead: Brave Work. Tough Conversations. Whole Hearts" Brené Brown esplora come la vulnerabilità e l'empatia siano essenziali per una leadership efficace. Il libro offre strategie per coltivare il coraggio e la connessione nei contesti professionali. Sito dell'autrice: Brené Brown Antonella Giostra

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17 Feb
2025
Becoming Education: Un Nuovo Paradigma per la Scuola del Futuro

Nuovi Scenari Educativi

Becoming Education: Un Nuovo Paradigma per la Scuola del Futuro

Introduzione alla pedagogia integrata e sostenibile delle scuole bilingue e paritarie Negli ultimi anni, il mondo dell’istruzione ha vissuto profondi cambiamenti, spinti dall’evoluzione tecnologica, dalle nuove esigenze e dall’urgenza di sviluppare competenze trasversali. In questo contesto si inserisce il concetto di Becoming Education, un approccio che ridefinisce il significato stesso di apprendimento e che si concentra sullo sviluppo delle capacità individuali di ogni studente, accompagnandolo in un percorso di crescita continua. La proposta educativa nasce dalla convinzione che ogni bambino e ragazzo meriti un percorso di apprendimento che rispetti e valorizzi la sua unicità, abbracciando l'evoluzione individuale fin dalla prima infanzia fino all'adolescenza. L'obiettivo è gestire poli scolastici paritari e privati bilingue, per garantire una continuità educativa che accompagni i bambini nella loro crescita, con un approccio che integra in modo armonioso le esigenze cognitive, emotive e sociali di ogni giovane studente. La didattica si fonda su principi di attivazione esperienziale e progettuale, promuovendo ambienti scolastici accoglienti e stimolanti dove ogni bambino può esprimere liberamente i propri talenti e costruire serenamente il proprio percorso di crescita. In questo contesto, l'apprendimento non si limita alla mera acquisizione di conoscenze, ma si estende alla capacità di "essere, pensare, sentire, agire e divenire", in un processo continuo di evoluzione del sé. Che cos’è la Becoming Education? Il termine "Becoming Education" si riferisce a un modello educativo dinamico e in continua evoluzione, che mette al centro il processo di crescita dello studente. L’idea di "divenire" (becoming) supera la tradizionale trasmissione di conoscenze statiche e pone l’accento sulla formazione di individui capaci di adattarsi e affrontare le sfide di un mondo in trasformazione. Questo approccio non si limita alla semplice acquisizione di nozioni, ma incoraggia la capacità di apprendere, disimparare e riapprendere in base alle mutevoli esigenze della società. I Principi Fondamentali del Becoming Education Apprendimento Continuo: Un processo di sviluppo costante che accompagna l’individuo lungo tutta la vita. In questo modo, l’educazione non è più limitata ai primi anni di studio, ma si estende anche nel mondo del lavoro e oltre. Personalizzazione del Percorso: Ogni studente ha un proprio ritmo e un proprio stile di apprendimento, e il sistema educativo deve essere flessibile per rispondere a queste diversità. L’insegnamento deve adattarsi alle esigenze degli studenti, offrendo strumenti su misura per ciascuno. Competenze Trasversali: Comprende pensiero critico, creatività, capacità di collaborazione e adattabilità. Queste competenze diventano fondamentali in un mondo del lavoro in cui le professioni cambiano rapidamente e richiedono una costante capacità di adattamento. Uso della Tecnologia: Strumenti digitali e intelligenza artificiale supportano l’apprendimento in modo più efficace e inclusivo. Le nuove tecnologie consentono di creare esperienze di apprendimento interattive e personalizzate, facilitando l’accesso all’istruzione anche a chi si trova in situazioni svantaggiate. Apprendimento Esperienziale: L’educazione si basa sull’esperienza diretta, il Problem Solving e l’applicazione delle conoscenze in contesti reali. Questo approccio aiuta gli studenti a sviluppare competenze pratiche e a comprendere il valore dell’apprendimento nel mondo reale. Applicazione nelle Scuole L’adozione della Becoming Education nelle scuole richiede un ripensamento dei metodi tradizionali di insegnamento. Alcuni dei modi in cui può essere implementata includono: Riforma dei Curricula: Integrazione di materie tradizionali con competenze interdisciplinari, per favorire una visione olistica dell’apprendimento. Promozione dell’Auto-Apprendimento: Sviluppo dell’autonomia attraverso metodologie come il project-based learning e il problem-based learning, che permettono agli studenti di affrontare sfide concrete e di trovare soluzioni in modo autonomo. Formazione degli Insegnanti: Il ruolo del docente cambia, diventando un facilitatore dell’apprendimento piuttosto che un semplice trasmettitore di nozioni. Questo richiede programmi di formazione continua per gli insegnanti, affinché possano adottare metodologie innovative e rispondere alle esigenze di ogni studente. Utilizzo delle Nuove Tecnologie: Intelligenza artificiale, realtà aumentata e piattaforme digitali possono personalizzare l’insegnamento e rendere l’apprendimento più coinvolgente ed efficace. L’uso di strumenti digitali consente di raccogliere dati sulle performance degli studenti e di adattare l’insegnamento di conseguenza. Collaborazioni con il Mondo Esterno: Il coinvolgimento di aziende, università e organizzazioni nella didattica può arricchire l’esperienza degli studenti e aiutarli a sviluppare competenze direttamente applicabili nel mondo del lavoro. L'Approccio STEAM nella Becoming Education Adottare l’approccio STEAM (acronimo di Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics) fin dal nido significa dare spazio allo spirito scientifico dei bambini, nutrendolo attraverso l’intreccio con i linguaggi dell’arte, condizione fondamentale perché ogni individuo trovi soluzioni personali di apprendimento. Le scoperte sul funzionamento del cervello hanno infatti dimostrato quanto i linguaggi creativi siano veicoli per comprendere la scienza. Si punta a far crescere bambini e ragazzi maturando pensiero critico, spirito di osservazione e di collaborazione, competenze metodologiche di ricerca e sperimentazione, capacità di progettazione, hard e soft skills. Perché questo avvenga, le scuole Becoming sono progettate per essere ‘organismi laboratoriali diffusi’. Ambienti di Apprendimento Gli ambienti in cui si svolge l’apprendimento hanno un ruolo fondamentale nel favorire la crescita degli studenti e il consolidamento delle competenze. Spazi accoglienti, flessibili e ben progettati contribuiscono a creare un clima favorevole all’acquisizione di conoscenze e allo sviluppo delle capacità personali. Gli ambienti educativi vengono strutturati per favorire il lavoro collaborativo, l’accesso a risorse didattiche diversificate e l’interazione con strumenti tecnologici avanzati. Aule e laboratori sono concepiti per stimolare la curiosità e l’indagine, offrendo agli studenti la possibilità di sperimentare e applicare concretamente le conoscenze apprese.  Ecco quali sono gli elementi chiave di questi spazi? Postazioni di lavoro modulabili: per favorire la collaborazione e il confronto tra studenti; Scaffalature con materiali sempre disponibili: per attività pratiche e laboratoriali; Dispositivi digitali e strumenti multimediali: per supportare metodologie innovative; Materiali naturali e destrutturati: per esperienze sensoriali e di esplorazione; Strumenti di ricerca come microscopi, lenti e tavoli luminosi: per approfondire fenomeni scientifici; Ampie biblioteche con un’ampia selezione di testi: per supportare l’approfondimento e la lettura critica; Aree comuni come palestre, giardini e cortili: per favorire la socializzazione e il benessere psicofisico; Spazi dedicati alla sperimentazione artistica e alla manualità, come atelier e laboratori creativi; Ambienti specializzati per la didattica esperienziale, tra cui serre, orti e cliniche botaniche; L’ambiente educativo non si limita agli spazi scolastici. La progettazione didattica prevede molte azioni che tengono conto delle risorse offerte dal territorio urbano e naturale inteso e proposto come contesto per apprendere e per esercitare competenze di cittadinanza. Bilinguismo fin dall'Asilo L’apprendimento della lingua inglese inizia fin dai primi anni di vita, diventando un elemento naturale dell’esperienza quotidiana dei bambini. Il bilinguismo rappresenta una risorsa preziosa per lo sviluppo cognitivo, favorendo la flessibilità mentale, la capacità di risoluzione dei problemi e una maggiore apertura culturale. Attraverso il gioco, il dialogo e l’interazione, i bambini acquisiscono una seconda lingua in modo spontaneo e coinvolgente. Il Ruolo della Famiglia nella Becoming Education Nelle scuole con approccio Becoming si costruiscono alleanze con i genitori, sostenendone il ruolo, riconoscendoli come partner della scuola per la crescita dei figli. Tempo e risorse vengono investiti in questa relazione, che viene coltivata lungo tutti gli anni del percorso scolastico. La forza educativa si esprime attraverso la capacità degli adulti di fare squadra: educatrici, insegnanti, coordinatori e pedagogisti promuovono il dialogo aperto con le famiglie e sono sempre disponibili ad accogliere domande e richieste di confronto. Gli strumenti di comunicazione e documentazione adottati servono a favorire la comprensione dei percorsi e le proposte pedagogiche, affinché i principi della comunità educante siano sostenute dai genitori.  Sedi e Strutture In Italia il Concetto di Becoming Education viene portato avanti dalla rete educativa Becoming Education che comprende undici realtà, tra asili nido, scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Becoming Education opera nelle province di Milano, Monza Brianza, Modena e Varese. Talvolta rinnova e trasforma scuole e asili già esistenti, altre volte ne fonda di nuovi, progettandoli sin dall’inizio secondo i propri valori educativi, a partire dalla scelta degli spazi. Ogni struttura è pensata per essere un ambiente accogliente e stimolante, in cui bambini e ragazzi possano esplorare, apprendere e sviluppare le proprie competenze. Si tratta di luoghi vivi e flessibili, concepiti per adattarsi alle esigenze educative in continua evoluzione, favorendo un’atmosfera calda e inclusiva. Sfide e Prospettive Future Nonostante i numerosi vantaggi, l’implementazione della Becoming Education presenta alcune sfide. Tra queste vi sono la necessità di investimenti in infrastrutture tecnologiche, la formazione degli insegnanti e il superamento della resistenza al cambiamento da parte dei sistemi educativi tradizionali. Tuttavia, le opportunità offerte da questo approccio superano le difficoltà iniziali, aprendo la strada a un’educazione più inclusiva, flessibile e in grado di rispondere alle esigenze della società contemporanea . Conclusione La Becoming Education è un concetto che mira a spiegare come l’apprendimento possa essere un processo in continua evoluzione, tenendo conto delle sfide di un mondo in trasformazione. Questo approccio sottolinea l’importanza di sviluppare non solo conoscenze, ma anche competenze e capacità adattive, per affrontare un futuro in continua evoluzione. Se l’educazione vuole davvero rispondere alle attuali esigenze, è essenziale adottare una prospettiva che metta al centro il divenire e la crescita personale di ogni individuo. Francesca Merlo

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28 Giu
2024
Biodiversità negli asili nido: l'impatto sul sistema immunitario

Nuovi Scenari Educativi

Biodiversità negli asili nido: l'impatto sul sistema immunitario

Come rafforzare il sistema immunitario: i benefici della biodiversità nel giardino di un asilo nido. Immaginate un asilo nido dove i bambini giocano ogni giorno tra piante su un suolo ricco di biodiversità, proprio come nel sottobosco di un bosco. Questa suggestiva realtà è stata concretizzata in due città finlandesi, Lahti e Tampere, grazie a un'innovativa ricerca scientifica che ha esplorato i benefici di un ambiente naturale sulla salute dei bambini. I risultati dello studio hanno dimostrato che un ambiente ricco di biodiversità può apportare effetti positivi sul microbioma della pelle e dell'intestino, rafforzando il sistema immunitario dei più piccoli. Perché la biodiversità è importante per la salute? Nelle aree urbane, la perdita di biodiversità ha portato una ridotta esposizione ai microrganismi benefici, aumentando al contempo il contatto con quelli patogeni. Questo squilibrio può aumentare il rischio di sviluppare diverse malattie immunitarie. Lo studio finlandese ha dimostrato che incrementare la biodiversità nei cortili degli asili nido migliora la composizione del microbioma cutaneo e intestinale dei bambini, con effetti positivi sul sistema immunitario. I dettagli dello studio sulla biodiversità nei cortili degli asili nido. Lo studio, durato 28 giorni, ha coinvolto 75 bambini che frequentavano tre tipi di asili nido: asili con cortili standard, asili con cortili arricchiti di elementi di biodiversità del sottobosco e asili orientati alla natura. Nei cortili standard è stato introdotto un sottobosco composto da piante come erica nana, mirtilli e muschi. I risultati hanno evidenziato che i bambini negli asili con biodiversità presentavano una maggiore varietà di microrganismi benefici sulla pelle e nell'intestino, simile a quella dei bambini che trascorrevano quotidianamente del tempo nei boschi. Quali sono i benefici per la salute dei bambini? Questo studio suggerisce come modifiche semplici degli ambienti urbani, come l'introduzione di vegetazione e suolo del sottobosco nei cortili degli asili nido, possono apportare benefici significativi alla salute dei bambini. L'esposizione a una maggiore biodiversità microbica può ridurre il rischio di sviluppare malattie immunitarie, migliorando il benessere generale dei più piccoli. Un futuro più verde per la salute dei bambini. La ricerca dimostra chiaramente come la biodiversità giochi un ruolo fondamentale nello sviluppo di un sistema immunitario sano nei bambini. Crescere in un ambiente ricco di natura, con esposizione a una varietà di microrganismi benefici, aiuta a modulare la risposta immunitaria e a ridurre il rischio di allergie, malattie autoimmuni e altri disturbi. Investire nella creazione di spazi verdi nelle città e promuovere il gioco all'aperto sono azioni cruciali per la salute delle nuove generazioni. La tutela della biodiversità non è dunque solo una questione ambientale, ma anche un'azione concreta per garantire un futuro più sano ai nostri bambini. Alcuni riferimenti bibliografici: Studio dell'articolo Video sugli effetti benefici delle attività outdoor Studio su Asili Nido e Biodiversità https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2841828/ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1765943/ Effetti del microbioma sulla salute https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9034083/ Wellbeing from Nature - Lahden Yliopistokampus

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13 Mag
2024
Educazione Digitale Responsabile: Il Patto dell'Istituto Gino Strada

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Educazione Digitale Responsabile: Il Patto dell'Istituto Gino Strada

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, l'Istituto Comprensivo Gino Strada di Torino si impegna a promuovere un uso consapevole e sicuro del digitale tra i suoi studenti con il Patto Digitale. Questa importante iniziativa, nata dalla collaborazione tra scuola e famiglie, mira a stabilire regole condivise e semplici per guidare i ragazzi nella loro esperienza online, tutelando il loro benessere fisico e mentale. Un'Alleanza per un Futuro Digitale Consapevole Il Patto Digitale si inserisce nella rete nazionale dei Patti Digitali di Comunità, sottolineando l'importanza di un'azione educativa congiunta tra scuola, famiglie, educatori e istituzioni locali. L'Istituto Gino Strada, riconoscendo il ruolo centrale della "comunità educante", assume la responsabilità di accompagnare i giovani verso una crescita sana e responsabile, sia nel mondo reale che in quello virtuale. Incontro Pubblico: Dialogo e Informazione per la Cittadinanza Martedì 14 Maggio 2024, alle ore 18.00 presso l'Auditorium Rosselli (Via Ricasoli 15 a Torino), si terrà un incontro pubblico aperto alla cittadinanza, con un focus particolare sui genitori e sugli insegnanti dell'Istituto Comprensivo, dalla scuola dell'infanzia alla secondaria. L'evento sarà un'occasione per riflettere insieme sul benessere e la sicurezza digitale dei minori, affrontando tematiche attuali e di grande interesse. Quali sono le domande a cui si cercherà di rispondere insieme. Qual è l'età giusta per iniziare a utilizzare un dispositivo elettronico? Quanto tempo è consigliabile trascorrere davanti a uno schermo? Come gestire l'accesso a internet e ai social network? Quali sono i dispositivi più adatti ai bambini e ai ragazzi? Quali sono le possibili implicazioni sulla salute fisica e mentale dei minori? L'incontro rappresenta un'importante opportunità per acquisire conoscenze e strategie per accompagnare i più giovani verso un uso consapevole e sicuro delle tecnologie, promuovendo una cittadinanza digitale responsabile. All'evento Interverranno la Dott.ssa Alice Di Leva, Pedagogista, e la Dott.ssa Silvia Di Paola, Psicologa, entrambe esperte dell'Associazione Mec. L'associazione MEC è formato da educatori, formatori, giornalisti, specialisti in media digitali e professionisti del settore della comunicazione. È stato creato con l'obiettivo di favorire lo sviluppo di percorsi che promuovano una consapevolezza critica riguardo ai media." Per Maggiori Informazioni riguardo l'incontro si invita a consultare: Il sito web dell'Istituto Comprensivo Gino Strada e la Pagina Facebook dell'Istituto Comprensivo Gino Strada. Se anche tu sei a favore dell'educazione digitale consapevole divulga l'evento condividendo questo articolo o il video dei genitori dell'IC. Gino Strada Per avere maggiori informazioni puoi scrivere una email a famiglieinrete.pattidigitali@gmail.com  seguire i social delle attività in Piemonte Facebook e Instagram; scoprire le iniziative dei patti digitali in Piemonte Patto digitale Torino, Patto digitale Collegno; scoprire le iniziative dei patti digitali sul territorio nazionale al sito https://pattidigitali.it/ Antonella Giostra

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5 Mar
2024
La Robotica Educativa nelle scuole italiane: un'occasione per sviluppare competenze trasversali

Nuovi Scenari Educativi

La Robotica Educativa nelle scuole italiane: un'occasione per sviluppare competenze trasversali

Cos'è la robotica educativa? La robotica educativa è un approccio didattico innovativo che utilizza i robot per rendere l'apprendimento più efficace, coinvolgente e divertente per bambini e ragazzi. Non si tratta di insegnare la robotica in sé, ma di sfruttare i robot come strumenti per sviluppare diverse competenze trasversali. Quali sono le competenze trasversali sviluppate dalla robotica educativa? Le competenze trasversali, definite anche life skills o soft skills, sono un insieme di abilità e capacità che si applicano in diversi contesti della vita, scolastica, lavorativa e personale. Non si tratta di conoscenze specifiche, ma di abilità flessibili e adattabili che permettono di affrontare sfide diverse con successo. Attività complesse e accattivanti come la progettazione, la costruzione e la programmazione rendono la robotica educativa terreno fertile per lo sviluppo di alcune importanti competenze trasversali. Vediamole insieme! Problem solving Gli studenti imparano a scomporre un problema complesso in piccoli passi e a trovare soluzioni creative. Pensiero computazionale. Gli studenti sviluppano la capacità di analizzare un problema, progettare una soluzione e tradurla in istruzioni comprensibili per il robot. Lavoro di squadra. Studentesse e studenti collaborano per raggiungere un obiettivo comune, imparando a comunicare e a coordinarsi. Creatività Gli studenti e le studentesse possono inventano nuove applicazioni per i robot e personalizzare i propri progetti, l'apprendimento risulta pertanto attivo e non passivo. Competenze STEM nasce in maniera naturale la motivazione che porta ad approfondire conoscenze e competenze in matematica, informatica, fisica e tecnologia. La diffusione della Robotica Educativa in Italia La robotica educativa assume un ruolo sempre più centrale nel panorama didattico italiano. Il Ministero dell'Istruzione l'ha riconosciuta come una delle competenze chiave per il XXI secolo, e i dati MIUR del 2023 confermano questa tendenza: oltre 10.000 scuole primarie e secondarie stanno adottando la robotica educativa, coinvolgendo più di 500.000 studenti. A sostegno di questa crescita, il Ministero ha stanziato 50 milioni di euro per il triennio 2023-2025 per la formazione dei docenti e l'acquisto di kit di robotica educativa. Un esempio concreto di questa evoluzione è stata la recente l'inaugurazione della prima Aula interamente dedicata alla Robotica Educativa presso la scuola primaria Giovanni Pascoli di Cinto Euganeo (PD). A ciò si aggiunge un'offerta formativa in continua crescita, con un numero sempre maggiore di corsi di formazione sulla robotica educativa. Tutti questi dati dimostrano come la robotica educativa stia diventando una componente importante della scuola italiana, offrendo agli studenti un'occasione unica per sviluppare competenze trasversali e prepararli al futuro. Risorse utili per chi vuole approfondire Scuola Futura Indire European Robotics League RoboCup Junior Video Rai Scuola

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22 Gen
2024
Nel cuore di San Salvario a Torino nasce una nuova Scuola Senza Zaino

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Nel cuore di San Salvario a Torino nasce una nuova Scuola Senza Zaino

Ebbene si, è arrivato il momento tanto atteso: l’iscrizione alle scuole primarie. E abbiamo una buona notizia da condividere con voi: il consiglio d’istituto dell’I.C. Manzoni ha deliberato la manifestazione di interesse per l’attivazione di una sezione Senza Zaino. Questo cosa vuol dire? Questa manifestazione di interesse significa che il corpo docente è interessato a seguire la formazione e ad aprire sezioni secondo il modello. Tutto ciò si traduce per i genitori nella possibilità di esprimere la propria preferenza per il modello Senza Zaino in fase di iscrizione online alle scuole primarie. Quindi, in fase di iscrizione online sul portale Unica, selezionando l’IC Manzoni è possibile aggiungere nelle note la richiesta “SCUOLA SENZA ZAINO NELL’ EVENTUALITA’ CHE SI COSTITUISCA”. Questo permetterà all’Istituto di avere un riscontro concreto dell’interesse delle famiglie e di concretizzare l’attivazione delle sezioni Senza Zaino. Il modello di scuole Senza Zaino è già presente all'interno delle scuole pubbliche in Italia con ben 290 istituti e 630 plessi, di cui due a Torino: Istituto Gabelli Primaria Duca degli Abruzzi Primaria Nel caso in cui il numero di iscrizioni alla sezione fosse sufficiente, l'IC Manzoni potrebbe diventare il terzo Istituto Comprensivo della città con una sezione "Senza Zaino". Come è nata questa possibilità? Il lavoro del comitato ''Crescere Felici'' Nel gennaio del 2023 alcuni genitori hanno assistito ad una presentazione del modello Senza Zaino e dei suoi valori da parte di un'insegnante di Torino. A seguito di questo incontro alcuni genitori hanno costituito il comitato " Crescere Felici - Comunità Educante San Salvario "con l'idea di informare più genitori possibili sulle alternative per un'educazione scolastica inclusiva ed empatica. Dalla costituzione del comitato sono stati organizzati diversi momenti di condivisione e di informazione, sono state raccolte firme ed è partito un dialogo costruttivo con il dirigente dell'I.C. Matteotti con l'obiettivo di aprire nuove sezioni "Senza Zaino" nelle scuole pubbliche primarie del quartiere San Salvario. Il pensiero di CheScuola?! Come team del progetto CheScuola?! siamo contenti di constatare che il comitato Crescere Felici stia portando avanti con determinazione e ottimismo i propri obiettivi e speriamo che la partecipazione attiva e consapevole di queste famiglie sia d'esempio per altri genitori. Insieme si può! Antonella Giostra

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5 Ago
2023
Come portare la meditazione in classe

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Come portare la meditazione in classe

Grazia Roncaglia è una formatrice e maestra di scuola primaria di Torino che promuove l'uso delle pratiche meditative in classe e in famiglia. Vista la sua pluriennale esperienza le abbiamo chiesto un'intervista per spiegarci meglio come è nata la sua idea di portare a scuola la meditazione e fornire a insegnanti e genitori alcuni suggerimenti per approfondire l'argomento. Cara Grazia per chi volesse immergersi nella pratica e portare in classe la meditazione c’è la possibilità di partecipare a corsi di formazione?  << Per sostenere gli insegnanti e i genitori in questo appassionante lavoro di “innaffiare i semi dell’umanità”, organizzo corsi intensivi e ritiri di formazione che sono aggiornati sul sito www.meditascuola.it  >> Il prossimo appuntamento di formazione rivolto a genitori, insegnanti , educatori e operatori A scuola con il corpo, la mente, il cuore è programmato per il 1-2-3 settembre 2023 a Verruia Savoia (TO) e potete trovare tutti i dettagli al seguente link Che testo consiglia per chi vuole approfondire l’argomento? << Nel libro “Verso un’educazione risvegliata, coltivare l’arte della meditazione a scuola o in famiglia” invito genitori e insegnanti a porsi alcune domande: cosa desideriamo per i nostri bambini e ragazzi a lungo termine? Cosa vogliamo coltivare in loro? E come lo facciamo? L'educazione "risvegliata" cerca di essere libera dai condizionamenti, si fonda sulla presenza empatica dell'insegnante/genitore/educatore che non presume di sapere cosa è bene per il bambino/a, ma rimane in ascolto dei suoi bisogni per orientare la sua azione educativa con saggezza momento per momento, pur avendo ben chiara la direzione in cui andare.  Il libro offre molteplici spunti metodologici e pratici che ciascuno può declinare ai propri contesti educativi. In educazione, le ricette non esistono! Per questo consiglio di cominciare da questo testo per sentire dove siamo come genitori e insegnanti, e se qualcosa risuona in noi, come educatori, dobbiamo allora scegliere di metterci in gioco. Non possiamo accompagnare qualcuno in un territorio che non conosciamo in prima persona: ecco che tocca a noi “scendere in campo” cominciando a mettere in pratica e a integrare nella nostra vita ciò che vogliamo passare. Noi siamo il modello. >> Di cosa parla il suo ultimo libro?  << Il mio ultimo libro “Aiutami a stare attento! Attività, giochi e meditazioni per allenare attenzione e consapevolezza nei bambini in età scolare” è una guida pratica per genitori e insegnanti che vogliono condurre i propri figli e alunni nel meraviglioso mondo della meta-cognizione: imparare come funziona la nostra mente per farci amicizia e imparare a regolarla con gentilezza. Contattare sé stessi, riconoscerne le proprie tendenze abituali, imparare a gestire l’energia e le informazioni che si manifestano nel corpo e le produzioni mentali che si manifestano nella mente, come i pensieri e le emozioni, sono i meravigliosi “effetti collaterali desiderati” che seguono il lavoro sull’attenzione, quando impariamo a dirigerla dentro di noi.   Queste attività di osservazione allenano infatti i bambini a diventarne testimoni e osservatori, aiutandoli a creare quello spazio che permette di non restare identificati con le emozioni. Cogliere la transitorietà e l’inconsistenza di pensieri e emozioni ci è d’aiuto nei momenti di difficoltà, in cui ne rimaniamo intrappolati: con l’autoregolazione emotiva impariamo a sentirci al sicuro, e questo ha un impatto positivo nelle relazioni con gli altri e sulle risposte dei comportamenti alle stimolazioni. Imparare consapevolmente a mantenere l’attenzione durante alcune attività quotidiane come camminare, ascoltare o mangiare si può proporre come un’esperienza giocosa che può facilitare il ritorno alla calma e alla tranquillità, oltreché a sostenere attenzione e presenza mentale in ciò che di solito compiamo distrattamente, senza consapevolezza. >> Che argomenti ritroviamo nel testo ‘’Felicemente’’ ?   << "Felicemente" è un libro adatto ai bambini a partire dall’età dei 5/6 anni, fino ai 12 /14. Propone un viaggio alla ricerca di un tesoro che sta dentro ciascuno di noi, ma per trovarlo dobbiamo prima conquistare il segreto di alcune isole, che costituiscono proprio le tappe del viaggio.  La prima è quella dell’appagamento, ovvero imparare ad apprezzare ciò che abbiamo piuttosto che recriminare e lamentarci per ciò che ci manca.  Il segreto della seconda e della terza isola riguarda le nostre relazioni, con noi stessi, con gli altri con l’ambiente: ci aiuta a riconoscere come ci sentiamo quando facciamo del bene o quando ci asteniamo dal fare del male… questa felicità profonda e duratura è quella che chiamiamo ”felicità durevole” o del “buon cuore”, una piantina che possiamo coltivare dentro di noi attraverso i giochi, gli esercizi, le meditazioni proposte nel libro.  L’ultima isola ci svela il segreto dell’auto conoscenza: si tratta di conoscere e fare amicizia con la nostra stessa mente e il modo in cui funziona… Impariamo a farlo attraverso il respiro, che è anche il ponte che ci conduce alla mente silenziosa, al posto sicuro dentro di noi dove possiamo ritirarci per tornare a casa, in contatto con noi stessi, generando autocompassione e benessere.  Posso assicurare che i bambini che imparano la strada per tornare a sé la intraprendono anche quando non c’è un adulto a ricordargli di farlo! >> E dei link da suggerire a chi fosse interessato ai sui testi? https://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_grazia-roncaglia.php, https://www.macrolibrarsi.it/autori/_grazia-roncaglia.php Per chiudere questo argomento vi suggeriamo la lettura di alcuni studi scientifici che dimostrano i benefici della meditazione in età evolutiva. Progetto Gaia e prove scientifiche Meditazione orientata alla consapevolezza per i bambini delle scuole primarie: effetti sull'attenzione e sul benessere psicologico Studio Pilota su studenti adolescenti La mindfulness per l’ADHD e i disturbi del neurosviluppo Antonella Giostra

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9 Lug
2023
"Permacultura": Educare i Bambini alla Cura della Terra e della Creatività

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"Permacultura": Educare i Bambini alla Cura della Terra e della Creatività

La permacultura è un metodo di progettazione originario dell'Australia negli anni '80 grazie a Bill Morrison. Questo approccio si basa su tre principi etici fondamentali che trovano applicazione in ambito pedagogico per stimolare la trasformazione positiva attraverso le pratiche di cura e la collaborazione con i bambini. Etica della cura della terra e delle persone La permacultura è guidata da tre etiche fondamentali: cura della terra, cura delle persone e condivisione del surplus. Queste etiche vengono trasferite anche nell'ambito pedagogico, dove la cura della natura e delle persone diventa centrale nell'educazione dei bambini. L'approccio incoraggia la connessione con la terra e la natura, facilitando un ritorno alla semplicità e all'entusiasmo dell'infanzia. Un'approccio olistico e sostenibile La permacultura è un universo vasto e integrato, che coinvolge diverse tecniche e discipline, tra cui l'agricoltura sinergica e la pratica agricola. Oltre all'aspetto agricolo, si estende alla didattica, alla finanza e all'approccio olistico al mondo, mirando a ottenere risultati ottimali con un minimo dispendio di energie attraverso una progettazione funzionale nel tempo. Cooperazione con l'ecosistema Nell'approccio della permacultura, l'uomo è considerato parte di un ecosistema interconnesso, dove piante, insetti, aromi, fiori e esseri umani convivono in cooperazione. Evitando l'uso di agenti esterni come pesticidi, si promuove un ambiente sostenibile e si ottengono rendimenti comparabili, se non superiori, all'agricoltura industriale o chimica. Rispetto per la terra e il tempo La permacultura abbraccia il rispetto per la terra, evitando di disturbare il suo equilibrio naturale. Si dà il tempo alla terra per rigenerare la sua fertilità intrinseca, insegnando ai bambini il valore dell'attesa e l'importanza di comprendere che il processo di coltivazione richiede tempo e dedizione. Progettazione creativa e trasformativa La permacultura offre un'opportunità di progettazione creativa e trasformativa, dove ogni problema può diventare una soluzione. Coinvolgendo i bambini nella progettazione di un orto, si impara a prendere spunto dai modelli unici presenti nella natura, trasferendoli in strutture stabili e artistiche, come spirali, archi e terrazze. Conclusione La permacultura rappresenta un modo significativo di educare i bambini, promuovendo l'importanza della cura per la terra e delle persone. Questo approccio olistico e sostenibile stimola una connessione più profonda con la natura e insegna ai bambini l'arte della progettazione creativa e dell'attesa. Attraverso la permacultura, i bambini possono sperimentare il potere trasformativo della cura e della cooperazione con l'ecosistema, apprendendo le lezioni della natura per un futuro più sostenibile. Per Conoscere tutti i benefici delle attività outdoor guarda il Video Annalisa Rolfo, Educatrice ed esperta di Permacultura

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17 Giu
2023
Quando la musica sostiene una Pedagogia del Cuore

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Quando la musica sostiene una Pedagogia del Cuore

Una pedagogia del Cuore In un mondo dove tutto corre veloce e si digitalizza è importante ritrovare un tempo per incontrare i bambini con uno sguardo pulito e aperto e portare loro incontro l'immagine di un mondo buono, bello e vero. In un bosco circondato da un piccolo fiume c'è una casa che si racconta fosse un mulino. Qui bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni si incontrano, vivono esperienze di senso, si possono immergere nella bellezza del lavoro fatto a mano. Nel fare a mano sono racchiusi il valore della cura, del calore, dell'attenzione, che i bambini e i ragazzi potranno portarsi con sé durante la loro vita. Le esperienze educative sono organizzate e proposte dall' "Associazione A Testa in Giù" di Coriano (RN). E' un grande tesoro dell'educazione che a seguito della recente alluvione in Romagna ha subito gravi danni ai meravigliosi spazi che ospitano i laboratori. Abbiamo chiesto ai coordinatori di raccontarci a quali valori si ispirano e la storia dell'associazione. Potete descrivere brevemente la storia della vostra associazione?  "A Testa in Giù" è un'associazione nata nel 2016, situata in provincia di Rimini, che propone come attività principali il sostegno all'istruzione parentale e alla genitorialità. Si dedica con passione alla divulgazione delle arti e degli antichi mestieri, alla ricerca pedagogica. Quali sono i valori che guidano le esperienze educative che proponete?  Crediamo in uno spazio dove possa avvenire l'incontro con l'altro, dove la parte sacra di ogni essere umano possa essere preservata, dove si possa fare l'esperienza di essere visti, accolti, amati per ciò che si è. Uno spazio per incontrare l'umano che vive in ciascuno di noi, di farlo emergere, per fare esperienze di calore e di volontà, per continuare a vivere nella reciprocità e nella speranza del bene. I principali riferimenti pedagogici sono Rudolf Steiner, Henning Köhler, Janusz Korczak e... i bambini e i ragazzi che ogni giorno arrivano con le loro domande, le loro storie, la loro unicità e rendono "A testa in giù" un posto brulicante di vita e di possibilità. Al mondo che digitalizza, corre e crea distanze noi rispondiamo facendo scoprire ai bambini la meraviglia di un tempo lento, il tempo della processualità e della verità delle cose semplici. Avete subito danni a causa dell'alluvione?  Lo scorso maggio l'acqua ha allagato il piano terra. Dopo un primo momento di smarrimento abbiamo messo in salvo tutto ciò che era possibile al piano superiore.  Pensare di riprendere le attività sembrava impossibile e invece molte persone di buona volontà hanno lavorato ininterrottamente per poter ripartire: ce l'abbiamo fatta, grazie all'aiuto di tanti. Avete fatto richieste di sostegno economico. Che tipo di risposta avete avuto? Abbiamo attivato una raccolta fondi che ha avuto un buon riscontro e che ci permetterà durante l'estate di rifare i pavimenti in legno, l'impianto elettrico e sistemare con cura lo spazio esterno. Ma ben più duramente l'acqua ha colpito cittadine a noi vicine e per questo la raccolta fondi non si ferma. A testa in giù ha un progetto parallelo: quello di arrivare ai bambini e ai ragazzi di Faenza. Già il 19, 20, 21 giugno i maestri dell'associazione saranno a Faenza per un intervento pedagogico. Il gruppo mandolinistico torinese ha deciso di organizzare un concerto per sostenervi e devolvere il ricavato alla vostra scuola. Sapete già come sarà utilizzato? Tutto il denaro che raccoglieremo ci permetterà di portare avanti questi due progetti paralleli: non solo sistemare i nostri spazi, ma anche intervenire concretamente e con continuità sul lungo periodo nella città di Faenza, anche quando in molti ritorneranno alla loro vita, senza ricordarsi della potenza dell'acqua e del fango che ha travolto questa città. Che cosa vi unisce al gruppo di mandolinistico? I vostri bambini seguono in particolare percorso musicale? Al gruppo mandolinistico ci unisce l'umanità che vive dietro il coraggio della domanda e della risposta. Alla nostra richiesta di aiuto, il passaparola tra amici e conoscenti ci ha permesso di attivare atti di solidarietà lontano da noi e interessare coloro che non erano coinvolti in prima persona. Ci sono persone come Matteo Scovazzo, Direttore dell'Orchestra, che si sono attivate fin da subito per sostenerci pur non conoscendoci.  Questa esperienza di vicinanza è fondamentale per superare i momenti di grande difficoltà e siamo profondamente grati a tutti coloro che ci hanno sostenuto con azioni e pensieri. Nelle vostre esperienze educative seguite un particolare percorso musicale? Che cosa vi unisce al gruppo di mandolinistico?  La musica per noi è una risorsa preziosa: canto e ritmi fanno da cornice alle nostre proposte. Al gruppo mandolinistico ci unisce l'umanità che vive dietro il coraggio della domanda e della risposta. Alla nostra richiesta di aiuto, il passaparola tra amici e conoscenti ci ha permesso di attivare atti di solidarietà lontano da noi e interessare coloro che non erano coinvolti in prima persona.  Al gruppo mandolinistico torinese abbiamo chiesto: "Come mai avete deciso di sostenere l'Associazione a testa in giù? "   Noi crediamo fortemente che la musica abbia un valore che va oltre le parole e può essere un valido aiuto in momenti di difficoltà e di emergenza. La musica non è solo note e vibrazioni, ma è soprattutto pensieri ed emozioni che vengono trasportati dal suono; e allora suonare con il proposito di buoni pensieri per alcune famiglie in difficoltà crea un suono del cuore molto profondo. Avete deciso di organizzare per martedì 20 giugno un concerto di beneficienza per l'associazione. Potete descriverci il concerto? Il concerto che proporremo martedì 20 giugno vuole far riscoprire lo strumento del mandolino facendo ascoltare un repertorio originale per mandolino solo, voce e mandolino e orchestra a plettro. Il mandolino è uno strumento musicale del tutto italiano ma purtroppo ad oggi poco conosciuto. Fino a cento anni fa era suonato da molte persone, animava concerti, feste, balli popolari e, inoltre, aveva anche un repertorio di prim'ordine, virtuosistico e per sale da concerto. Cosa aspettarsi dalla serata e perché partecipare? Dalla serata ci si può aspettare della buona musica e un'occasione per creare socialità: Il modo migliore per partecipare e sostenere le attività dell'Associazione a Testa in Giù. L'appuntamento Martedì 20 Giugno alle 20:30 Presso il Teatro San Giuseppe via B. Luini 90 a Torino Contributo minimo di 5 euro a persona, e 3 euro per gli altri componenti della famiglia.

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23 Mag
2023
Portare Innovazione Scolastica: a Torino nasce il comitato Crescere Felici

Nuovi Scenari Educativi

Portare Innovazione Scolastica: a Torino nasce il comitato Crescere Felici

Portare Innovazione Scolastica: a Torino nasce il comitato Crescere Felici E’ possibile portare l’innovazione educativa all’interno della scuola pubblica? Certo che SI: lo dimostrano i tanti progetti in atto e i diversi modelli che vengono integrati nelle scuole come l’approccio Montessori, Le Scuole della Felicità, il modello di Scuole Senza Zaino. La possibilità di portare all’interno delle nostre aule nuovi approcci e modelli è quindi concreta se vi è volontà da parte di dirigenti e insegnanti. Forti di ciò, alcuni genitori di Torino hanno costituito il comitato spontaneo ‘’Crescere Felici’’ con obiettivo ultimo quello di aprire nuove sezioni "Senza Zaino" nelle scuole pubbliche primarie del quartiere San Salvario. Il modello di scuole Senza Zaino è già presente all'interno delle scuole pubbliche in Italia con ben 290 istituti e 630 plessi, di cui due e a Torino: Istituto Gabelli Primaria Duca degli Abruzzi Primaria Per raggiungere l’obiettivo di aprire nuove sezioni Senza Zaino a Torino il comitato organizza incontri volti a creare rete e confronto sui temi dell'innovazione scolastica. Abbiamo chiesto ai genitori del comitato Crescere Felici di raccontare la loro storia e i prossimi passi. Quando è nata la vostra idea e una breve storia del vostro comitato? Il 21 Gennaio 2023 Elena Scarrone, Anna Gentile e Elena Di Majo hanno organizzato un incontro presso la Casa del Quartiere di San Salvario con la maestra Lucia Sciascia dell'istituto comprensivo Pertini che ha presentato il modello Senza Zaino ed i suoi valori ad un gruppo di genitori. A seguito di questo incontro è stato costituito il comitato “Crescere Felici - Comunità Educante San Salvario” con l'idea di informare più genitori possibili sulle alternative per un'educazione scolastica inclusiva ed empatica. Dalla nostra costituzione abbiamo organizzato diversi momenti di condivisione e di informazione. State organizzando eventi nel vostro quartiere per far conoscere questo modello, che riscontro avete da questi eventi? I genitori sono interessati? E gli insegnanti? Il riscontro da parte dei genitori è stato positivo: c'è voglia di partecipare e dare voce al desiderio (e bisogno) di una scuola basata su valori come il rispetto dell’individualità, la cooperazione e l’empatia. I genitori arrivano agli incontri spesso "spaventati" per l'imminente scelta della scuola primaria per i propri bambini, hanno paura di non riuscire a trovare un luogo che concordi con il loro approccio educativo e genitoriale; i genitori sentono la necessità di sentirsi benvenuti come famiglia e accolti nelle loro aspettative, alcuni esprimono il desiderio di partecipare attivamente all’interno della Scuola. Capita che le famiglie manifestino scetticismo rispetto ad una scuola “differente” da quella tradizionale ma gli studi sulle neuroscienze confermano le nostre idee sulla necessità di un rinnovamento scolastico e anche le linee guida ministeriali di fatto spingono nella stessa direzione. Dopo avere esposto le nostre idee sulla scuola, a fine incontro, riusciamo a rassicurare anche i più insicuri che sposano i nostri intenti e si associano al gruppo di lavoro. Questo per noi è il motivo trainante del nostro agire: incontrare genitori e insegnanti appassionati, che credono che una scuola diversa non sia solo possibile ma necessaria. Gli insegnanti partecipano con interesse, ritrovandosi nei valori e modus operandi che Senza Zaino ha reso un modello. I Maestri e gli insegnanti che avete incontrato conoscevano già il modello Senza Zaino?  Molti educatori e insegnanti avevano già sentito parlare del modello Senza Zaino, ma non lo conoscevano in modo approfondito.   Altri mettono già in pratica delle buone prassi che si ritrovano nel modello ma, talvolta, si sentono soli nel loro agire e sentono bisogno di una rete di supporto. Come comitato facciamo da ponte fra gli insegnanti, le scuole interessate e i formatori della rete Senza Zaino: forniamo informazioni, materiale di approfondimento sulla procedura di adesione e applicazione del modello nella propria classe, diffondiamo articoli sulla validità di questo modello Quali sono i vostri prossimi passi e obiettivi?       Stiamo continuando a promuovere il modello di scuola Senza Zaino per diffondere quei valori che dovrebbero essere alla base dell'educazione. Continuiamo a raccogliere adesioni volontarie al comitato, così da crescere e essere un gruppo sempre più nutrito. Intanto stiamo cercando di attivare richieste di adesione al modello Senza Zaino nelle scuole del quartiere...insomma stiamo facendo tanto e speriamo di continuare a farlo! Avete altri eventi pubblici in programma? Dove e quando? Certamente! Ecco i prossimi: Mercoledì 24 Maggio in Casa Maternità Prima Luce, in Via San Massimo 17 a Torino - dalle ore 16:30 Per presentare il nostro comitato e il modello Senza Zaino grazie alle maestre ed il dirigente dell'Istituto comprensivo di Busca. A seguire ci sposteremo all'aiuola Balbo per un pic nic sociale: un momento di gioco, chiacchiere e confronto. I bambini sono i benvenuti! Per maggiori informazioni collegarsi al LINK  Sabato 27 Maggio - edizione speciale del San Salvario Emporium alla Casa del Quartiere di San Salvario - dalle ore 16:30 Saremo presenti con un piccolo stand informativo sulle nostre attività e terremo una talk pubblica nel palco allestito nel cortile interno della Casa del Quartiere. Come possono restare in contatto con voi i genitori e gli insegnanti interessati? Per le nostre iniziative: -      Raccolta Firme per far sentire la nostra voce -      Modulo di adesione e partecipazione al comitato Per restare in contatto diretto con noi e rimanere informati sulle nostre iniziative · INSTAGRAM · FACEBOOK  Inoltre dal nostro sito è possibile vedere altri link rapidi a eventi e documentazione sul modello Senza Zaino. Speriamo di incontrarvi ai nostri incontri! Antonella Giostra

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17 Mag
2023
Perché insegnare musica nelle scuole?

Nuovi Scenari Educativi

Perché insegnare musica nelle scuole?

Perché insegnare musica nelle scuole? La musica insegnata sin dalla scuola può avere numerosi benefici. Sono sempre più numerose le scuole che propongono un approccio alla musica più strutturato e profondo rispetto alla classica ora di educazione musicale. Niente di più positivo: imparare la musica sin da bambini, e soprattutto in ambito scolastico, può avere moltissimi benefici sulla persona e sull’apprendimento. Cosa è “musica”? La musica è un’attività sia fisica, sia spirituale, sia intellettuale, e può avere benefici sia studiandone la teoria che praticandola concretamente. Tutti siamo immersi nella musica, la ascoltiamo ovunque, essa permea ogni nostro momento della vita: il suono, il rumore, ma anche il silenzio fanno parte del nostro ritmo vitale. Essi ci cullano in un’alternanza tra il sonno e la veglia e ci accompagnano nelle nostre attività quotidiane. Anche per questo motivo, la musica viene intesa come un “linguaggio” (spesso definito universale). Eppure la musica non ha “parole” nel senso comune. Essa utilizza suoni, e anche quando le parole vengono inserite nel suo flusso, esse vengono cantate, ovvero immerse in un contesto sonoro. Questa è la sua qualità unica. L’ascolto musicale   Il processo dell’ascolto è molto delicato e coinvolge tutti gli aspetti più profondi dell’interiorità e del sostrato fisico del nostro corpo. La musica ci ricollega alla nostra interiorità più profonda, ci ricorda che abbiamo dei sentimenti, che siamo esseri “senzienti”. Ci porta infatti a “sentire” e ad “ascoltare”. La musica vive in noi quando ascoltiamo. L’ascolto è qualcosa che avviene con tutto il corpo, così come il sentire. Una vibrazione giunge attraverso la pelle, così come attraverso le orecchie. Il ritmo viene vissuto dal corpo e può essere per esempio sonorizzato su un tamburo. Questo duplice aspetto interiore/esteriore caratterizza la musica in tutte le sue manifestazioni. Un filosofo del XIX secolo, Arthur Schopenhauer, indica che la musica è “una metafisica” delle cose, ovvero mette in comunione con l’essenza stesse delle cose, con la loro qualità più interiore. Se applicata all’essere umano, questa idea porta all’essenza stessa: l’anima, che è il sentire più profondo, che non può essere compreso da un’intelligenza astratta e fredda. Musica e benessere Questa è anche la ragione per cui la musica fa stare bene: essa ricollega a sentimenti e a emozioni che spesso, troppo spesso, nella società frenetica e nevrotica vengono relegati nell’angolo, come “cose belle, ma da dimenticare”, perché non hanno posto nel commercio, nell’economia, nell’industria, nell’intellettualizzazione generale verso cui la società contemporanea occidentale tende. La musica può anche dunque essere un bel tramonto? Certo che sì. Può essere anche un sogno, un amore, una vacanza, un libro. Tutto può diventare musica se lasciamo libera la nostra immaginazione e creatività, sentendo la musica dell’anima, una musica interiore che viene incontro da “dentro” mentre il suono fisico, la vibrazione, viene incontro da “fuori”. La nostra anima risuona con la musica esteriore e vibra con essa. Per questo motivo è tanto importante insegnare la pratica musicale ai bambini e alle bambine, perché essa è creatività pura e semplice. Parla direttamente alla loro anima. Attraverso il canto bambine e bambini sperimentano le note e le armonie, i ritmi e le melodie in modo immediato. In tutto questo, il canto coinvolge tutto il loro essere, sia nell’ascolto che nell’emissione vocale. La musica e i bambini La musica è un’attività completa. Ma come si insegna? Come si devono approcciare bambini e bambine ad essa? A tale scopo esiste un’infinità di metodi, di corsi, di approcci diversi, alcuni più razionali, altri basati sul movimento e la creatività. Alcuni si rondano sulla lettura delle note, altri sul canto. Tutti hanno in comune la volontà di portare un contenuto musicale al bambino. Non esiste “un metodo” giusto: tutti si completano l’uno con l’altro. Sta all’insegnante essere il vero cultore della musica, decidendo quale approccio utilizzare a seconda della situazione. Certamente sarebbe molto facile e conveniente avere un prontuario fisso e schematico da seguire per insegnare la musica ai bambini, ma questo non risponderebbe alle esigenze della loro essenza, a ciò che essi interiormente anelano. Si potrebbero insegnare le note in modo schematico e letterale, ma mancherebbe la parte creativa. Si potrebbe fare esperienza del movimento, ma dopo un po’ mancherebbe la parte più teorica. La musica in diverse lingue del mondo indica sia “gioco” che “suono”. Basti pensare all’inglese: “to play” indica sia “giocare” che “suonare”. Lo stesso accade nel tedesco o nel francese. Questo indica molto bene un’altra caratteristica della musica: la sua essenza creativa. La musica permette infatti di apprendere attraverso il gioco, ovvero attraverso l’immaginazione. Per un bambino o una bambina una fiaba è una cosa molto seria. Le vicende che il protagonista attraversa lo muovono profondamente nell’anima. Egli fa un’esperienza interiore quando ascolta una storia. Questo approccio creativo-immaginativo è ciò che viene definito “creatività musicale” perché è da questo contenuto che la musica trae vita e porta la vitalità stessa. Giocare è dunque una cosa seria! In questo paradosso sta tutta la pratica musicale del docente e la sua formazione. Egli deve aver sperimentato diversi approcci musicali, per poter insegnare a ogni bambino e a ogni classe ciò che la musica è. Un metodo sarà dunque tanto più valente, quanto più porterà il docente a far esperienza interiore della musica. Conclusione Un grande musicista lombardo, Claudio Gregorat, ha dedicato un libro proprio a questo sentire interiore musicale, L’esperienza Spirituale della Musica. Poter incontrare l’anima del bambino e della bambina attraverso la musica è dunque l’ideale di ogni approccio educativo che porti la musica alla prima infanzia. Tanto più si conoscerà l’aspetto interiore del bambino, tanto più la musica troverà la sua strada per stabilire una relazione sonora. L’educazione di questo tratta: "stabilire una relazione educativa attraverso la materia insegnata". E non si può che ripetere come adagio la frase di Jean Léon Jaurès: “Non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere; si insegna e si può insegnare solo quello che si è”.  Matteo Scovazzo (Insegnante di Musica)

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27 Feb
2023
La Meditazione a Scuola: intervista a Grazia Roncaglia

Nuovi Scenari Educativi

La Meditazione a Scuola: intervista a Grazia Roncaglia

La letteratura oggi è piena di studi sugli effetti benefici della meditazione nella popolazione adulta. La produzione di studi sui benefici della meditazione in età evolutiva è, invece, limitata probabilmente perché ancora non sono molte le realtà che introducono sistematicamente percorsi introspettivi nella scuola. Per questa ragione abbiamo chiesto un'intervista per farci raccontare la sua personale esperienza a Grazia Roncaglia: un’insegnante di Torino che da circa vent’anni usa la pratica meditativa nella routine scolastica. Buongiorno Grazia, vuol parlarci di come è nata l’idea di portare la meditazione in classe? << La mia esperienza nasce a scuola, mettendo insieme due grandi passioni della mia vita: la meditazione di consapevolezza come pratica personale e i bambini.  Sono insegnante di scuola primaria da trent’anni, e guardo i bambini con una visione ampia: in loro vedo esseri umani che ho l’onore e la responsabilità di educare in senso olistico e armonico.  Curo allora gli aspetti corporei, emotivi, cognitivi e spirituali mettendo tutto sullo stesso piano di importanza. >> Perché crede sia importante la meditazione già alla scuola primaria? << La meditazione e le pratiche riflessive sono uno strumento prezioso per mettere i bambini e i ragazzi in contatto con sé stessi: l'auto-conoscenza e la consapevolezza di sé vanno di pari passo con il senso di responsabilità e il comportamento etico, che si esprime nei comportamenti e nei linguaggi, e persino... nei pensieri! >>   Qual è a suo avviso la relazione tra educazione e meditazione? << Una saggia educazione va oltre l’ambito personale, che è sempre il nostro punto di partenza, per coinvolgere anche quello sociale e quello sistemico, in modo interconnesso e inscindibile. Educhiamo bambini a stare bene con sé stessi, con gli altri, con le diverse comunità e ambienti a cui appartengono e con cui interagiscono, quindi con il Pianeta.>> Ci racconta che benefici ha osservato nelle tue classi? << Io pratico la meditazione in classe da 20 anni, e anche se non sono uno scienziato, posso condividere cosa ho osservato. Il mio sguardo è duplice, individuale e collettivo: mi metto in ascolto dei bambini come individui, e poi mi metto in ascolto del gruppo nel suo insieme.    I miei alunni sono vivacissimi, ma hanno imparato a fermarsi per tornare a sé stessi, con grande dedizione e impegno, ogni volta che ne sentono il bisogno o che sono invitati a farlo da me. E lo facciamo insieme. Il “gioco del fermarsi” è diventato “ascolto del silenzio”, e poi pura presenza consapevole.  Quando ho cominciato questo tipo di educazione, la parola “mindfulness” non era ancora sdoganata, e io nella scuola pubblica facevo le cose quasi di nascosto. Non potevo fare a meno di spiegare ai miei alunni come funziona la nostra mente, e invece che semplicemente dir loro di “stare attenti”, ho iniziato a cercare modi per condurli nell’esperienza diretta dell’attenzione. Introdurre a scuola momenti strutturati di pratiche riflessive, durante i quali gli studenti imparano a raccogliere l’attenzione dispersa all’esterno per dirigerla all’interno di sé, diventando gli osservatori delle sensazioni corporee, del respiro, dei loro stessi pensieri e delle emozioni, implica molto di più che il semplice potenziamento delle capacità attentive da cui sono partita.  Significa intraprendere un prezioso viaggio di autoconoscenza che include un’alfabetizzazione corporea e emotiva, che sono alla base della regolazione cognitiva. >> E per chi volesse immergersi nella pratica e portare in classe la meditazione potrebbe approfondire in questo articolo. Antonella Giostra

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15 Ott
2022
Scuole Gentili: quando sono nate, dove trovarle e come diventarlo

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Scuole Gentili: quando sono nate, dove trovarle e come diventarlo

Scuole Gentili: quando sono nate, dove trovarle e come diventarlo. La Pedagogia della Gentilezza è entrata in diverse realtà educative dette Scuole Gentili. Qui, attraverso strategie dedicate, si vogliono sviluppare competenze socio emotive importanti nei bambini come l'empatia. Ma quali sono le realtà educative che portano avanti questa rivoluzione silenziosa? Scopriamo insieme la loro storia, dove trovarle e come entrare a far parte della Rete. Quando nascono le Scuole Gentili  E’ il 2020 quando, nel disorientamento generale del primo lockdown, prende spontaneamente forma un movimento che mette al centro la Gentilezza e si impegna in numerose azioni a sfondo sociale per contribuire al benessere collettivo. C’è chi canta dal balcone e fa sorridere il quartiere, chi fa la spesa per sé e per il vicino, chi impara l’arte di esserci per l’Altro. A ispirare tutto questo è un libro, “La biologia della Gentilezza”, in cui Daniel Lumera e Immaculata de Vito raccontano come rabbia, stress e sofferenza mettano a dura prova il benessere e la qualità di vita di ognuno. La cura a tutto questo? Sorridere, ringraziare, perdonare. Esaminando i risultati di numerose ricerche scientifiche, infatti, gli autori dimostrano come ottimismo, gratitudine e perdono abbiano un’influenza diretta e misurabile sulla salute della mente, del corpo e delle cellule stesse. Un’aspettativa di vita più lunga, una salute più robusta, cellule che si consumano più lentamente: chi l’avrebbe mai detto che una gentilezza qualunque potesse fare così bene? In breve a questa “solidarietà a cascata” che prende il nome di “Italia Gentile” si uniscono privati, imprese, associazioni e istituzioni, tutti accomunati dal desiderio e dalla fiducia di poter fare qualcosa di più. Scuola Gentile è uno dei progetti frutto di questo Movimento: un progetto di innovazione rivolto specificatamente all’educazione che si impegna a portare la Gentilezza nelle scuole. A renderlo possibile è la My Life Design ONLUS, associazione di volontariato che promuove una radicale trasformazione sociale attraverso un’educazione più consapevole ed empatica.  Nella sua realizzazione, dunque, questa iniziativa rappresenta non solo la possibilità di portare la Gentilezza come materia nelle scuole, ma l’occasione per bambini e ragazzi di esplorare con maggiore consapevolezza la propria vita, imparando a conoscere profondamente se stessi e fare di quella conoscenza e comprensione una risorsa per sé e per gli altri attraverso un'attitudine di vita gentile. Per promuovere questa Rivoluzione educativa c’è bisogno di una rete e il Movimento “Scuola Gentile” si impegna quotidianamente per interconnettere le realtà scolastiche che hanno scelto di cambiare, supportandole nella realizzazione delle iniziative e mettendo a disposizione esperienze e metodi. Di scuola in scuola, di classe in classe, un bambino alla volta, per seminare un modo più compassionevole di stare al mondo. Dove trovare le Scuole Gentili A partire da settembre 2021, 16 sono già gli Istituti che hanno scelto di proclamarsi “Scuole Gentili”, portando avanti coi propri ragazzi questa rivoluzione silenziosa. Ecco un elenco completo delle città e delle realtà educative protagoniste del cambiamento: Senigallia (AN) Nido “Il Chicco” Cagliari (CA) Liceo delle scienze umane Eleonora d’Arborea Lamezia Terme (CZ) Liceo Tommaso Campanella Firenze (FI) Scuola primaria Rossini Grosseto (GR) Scuola primaria "Andrea da Grosseto" Casargo (LC) Istituto Alberghiero  Cervia (RA) Scuola Primaria M. Buonarroti Palestrina (Roma) Scuola secondaria di primo grado Istituto Pierluigi                Massafra (TA) Istituto Comprensivo "San Giovanni Bosco" Mazara del Vallo (TP) Istituto Comprensivo Borsellino-Ajello Mazara                   Mazara del Vallo (TP) Liceo Adria-Ballatore Mazara del Vallo (TP) “Piccoli Semi” Mazara del Vallo (TP) I.I.S.S. Ruggiero D’Altavilla Arco (TN) Scuola Secondaria di primo grado Nicolò d’Arco Arco (TN) Centro di formazione Professionale Enaip di Riva del Garda Cerro Veronese (VR) Scuola primaria Cerro Veronese Come unirsi alla Rete Scuole Gentili Entrare nella rete è facile, come un sorriso a chi vogliamo bene. Per approfondire e conoscere il Manifesto della “Scuola Gentile” basta scrivere una mail a: edu@mylifedesign.org e mettersi in contatto con Valeria Pompili, la Responsabile area educazione della My Life Design ODV. E dopo che succede? A quel primo contatto via mail, seguono: • un incontro online formativo rivolta a insegnanti, dirigenti e genitori per esplorare insieme il progetto e i cambiamenti che mira a promuovere; • un successivo incontro in presenza con i bambini e i ragazzi, per dialogare insieme sulla Gentilezza e procedere ufficialmente alla firma del Manifesto.  Da quel momento, ogni istituto può realizzare autonomamente iniziative in linea con il Manifesto, ricorrendo al supporto di My Life Design ODV, partner di riferimento nella rete dei progetti gentili, che mette a disposizione della rete il metodo in ambito educativo affinché si possa realizzare/diffondere un nuovo paradigma educativo di conoscenza e benessere/consapevolezza e benessere/sapere, fare ed essere.

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27 Mar
2022
Intervista a Sonia Coluccelli

Nuovi Scenari Educativi

Intervista a Sonia Coluccelli

 Sonia Coluccelli: l'intervista di Che Scuola  La scorsa settimana abbiamo avuto il privilegio di intervistare Sonia Coluccelli insegnante di scuola primaria da 25 anni e punto di riferimento nazionale del mondo Montessori (insegnante e responsabile della formazione per la Fondazione Montessori Italia). Quando abbiamo presentato Sonia con queste parole la sua osservazione è stata ‘’nel CV avete dimenticato di dire che sono mamma di 4 figli’’. Sonia ci racconta, dunque, di come il suo ruolo di protagonista e instancabile ricercatrice del cambiamento nel mondo della scuola pubblica, sia nato proprio dal suo essere mamma, e dalla scoperta di quanto il rinnovamento della scuola fosse urgente. Durante un appassionante dialogo Sonia ci ha raccontato dell'apprendimento del bambino e il ruolo dell' insegnante nella visione di Maria Montessori e di come l’osservazione del bambino e la fiducia nel suo naturale istinto all’apprendimento abbia suggerito gli strumenti pedagogici che troviamo ancora oggi nelle aule montessoriane. Il fatto che sia stata l'attenta osservazione del bambino a guidare Maria Montessori nello sviluppo di un pensiero pedagogico e di un metodo spiega perché, con il passare dei decenni, il metodo risulti sempre attuale e strumenti pedagogici molto simili siano stati individuati e proposti da altri Pedagogisti. L’intervista è stata ricca di spunti di riflessione e per qualche genitore di commozione. La Casa delle Meraviglie di Revigliasco (TO) ospiterà a breve un corso speciale tenuto da Sonia Coluccelli dal titolo ‘’Metodo Montessori e contaminazioni passate, presenti e future’’. OBIETTIVI DEL CORSO Il corso proposto da Sonia Coluccelli è un concentrato di formazione della durata di 100 ore rivolto a insegnanti, educatori e genitori interessati ad amalgamare i fondamenti dell'educazione Montessori con le variopinte contaminazioni pedagogiche che hanno lasciato un segno importante nel Novecento: il Giornale dei Bambini di Mario Lodi, la scrittura collettiva di Don Milani, le tecniche dell’apprendimento cooperativo e del consiglio di cooperazione, la comunicazione nonviolenta di Rosenberg, i giochi linguistici di Rodari, solo per citarne alcune. L’obiettivo del corso è quello di fornire competenze formative sfruttabili sia da insegnanti che da genitori che scelgono l'istruzione familiare per i loro figli. Il corso sarà orientato principalmente alla fascia 6-11 anni ma i fondamenti del metodo Montessori che verranno acquisiti saranno utili anche a chi si occupa dei bambini della fascia 3-6 anni. PROPOSTA  Alcuni temi, per esempio le riflessioni sugli aspetti pedagogici, le emozioni e le relazioni, l'autocorrezione, le nomenclature e l'approccio alle lettere e ai numeri... interesseranno un pubblico più vario, coinvolgendo anche insegnanti e genitori della fascia "materna". Altri temi, come il lavoro sulla lingua e la costruzione narrativa, come l'apprendimento cooperativo e tutte le altre contaminazioni già citate, interesseranno un pubblico più orientato ai bambini della fascia primaria. L'aspetto molto pratico delle lezioni permetterà a insegnanti e genitori di trovare in ogni esperienza vissuta nel corso uno stimolo rispetto al proprio interesse. Le giornate avranno un primo momento teorico di introduzione del tema, seguito da pratiche di gruppo per sperimentare in prima persona le attività da proporre ai bambini. QUANDO Il corso è composto da due "seminari residenziali" di 5 giorni consecutivi (uno prima e uno dopo l'estate) e da un'ultima parte da 20 ore a settembre. Tre moduli: - il primo è costituito da 40 ore di lezione in 5 giorni continuativi a fine giugno (25-29 giugno), - il secondo, da altre 40 ore a fine agosto (25-29 agosto) - terzo, da due incontri dopo l'estate (20 ore in date ancora da definire). DOVE Le lezioni si terranno presso gli spazi aperti della Casa delle Meraviglie di Revigliasco, sulla collina di Torino fra giardino e bosco. ATTESTATO Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di partecipazione firmato da Sonia Coluccelli. . PER I BAMBINI Mentre gli adulti saranno impegnati con il corso Montessori, la casa delle meraviglie darà la possibilità, per chi ne avesse bisogno, di iscrivere i propri bimbi a un'emozionante esperienza di Outdoor Education nel Bosco delle Meraviglie organizzato rispettando le disposizioni di legge che saranno in vigore in quel momento. ISCRIZIONE Per iscriversi è necessario scrivere una mail a casadellemeraviglietorino@gmail.com con oggetto "Iscrizione corso Montessori". Per informazioni e prenotazioni: La Casa delle Meraviglie Associazione Culturale,  casadellemeraviglietorino@gmail.com Strada Maddalena 102/9, Moncalieri (TO) Chi è Sonia Coluccelli Sonia Coluccelli è mamma di quattro figli, laureata in Filosofia, insegnante di scuola primaria a indirizzo montessoriano, formatrice e responsabile per la formazione presso la Fondazione Montessori Italia. Si occupa di ricerca educativa e valorizzazione dei percorsi di didattica non tradizionale e dal 2013 è coordinatrice della Rete Scuole Montessori Alto Piemonte. Come autrice collabora con siti e riviste e ha pubblicato vari libri: Un’altra scuola è possibile? (Il leone Verde);  Il metodo Montessori oggi (Erickson); Montessori incontra... (Erickson) ed Educare e crescere tuo figlio con il metodo Montessori (Ed. Newton Compton).

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