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21 Mag
2025
Strategie Vincenti per le Ultime Settimane di Scuola

Didattica e Apprendimento Per tutte le età

Strategie Vincenti per le Ultime Settimane di Scuola

Strategie per Affrontare lo Stress di Fine Anno Scolastico Il periodo conclusivo dell'anno scolastico, culminante tra maggio e giugno, si configura spesso come una fase di intensa pressione per gli studenti. La concentrazione di verifiche, interrogazioni e la necessità di consolidare o recuperare il rendimento possono innescare un significativo stress, alimentato dalla percezione del tempo che inesorabilmente si restringe e dall'ansia di dover dimostrare risultati. Tuttavia, adottare strategie consapevoli e supportarle con strumenti che si adattino alle diverse modalità di apprendimento e di gestione dello stress può trasformare questo periodo da fonte di angoscia a un'opportunità per esercitare resilienza e autogestione. Mentre per molti il supporto visivo può offrire chiarezza e organizzazione, è importante esplorare anche approcci auditivi, cinestetici e basati sulla lettura/scrittura per trovare le tecniche più efficaci per ciascuno. 1. Gestire le Emozioni La tendenza a sentirsi sopraffatti dalla mole di lavoro è una reazione comune. Una visione d'insieme indistinta può amplificare l'ansia e portare alla paralisi. La strategia di "prendere le distanze" emotivamente non significa ignorare la situazione, ma approcciarla con una prospettiva più analitica e meno emotiva. Questo si traduce nella capacità di scomporre il problema in parti gestibili. La Matrice delle Priorità Dettagliata: Una matrice (o griglia) con gli assi "Importanza" (alta/bassa) e "Urgenza" (alta/bassa) può essere ulteriormente dettagliata. Ogni compito o materia può essere inserito in uno dei quattro quadranti con una breve descrizione delle ragioni della sua importanza e urgenza (es. "Matematica - recupero insufficienza per evitare il debito", "Storia - verifica orale la prossima settimana"). Benefici Aggiuntivi: Questo strumento non solo aiuta a stabilire le priorità, ma rende visibile il ragionamento sottostante. Permette allo studente di comprendere perché una determinata attività è prioritaria, aumentando il senso di controllo e riducendo la sensazione di agire in modo casuale. Iniziare dai compiti "Importanti e Non Urgente" (pianificazione a lungo termine) può prevenire l'accumulo di stress futuro. Si può utilizzare un codice colore per evidenziare il livello di difficoltà percepito per ciascun compito, aggiungendo un ulteriore livello di informazione visiva. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Registrare un elenco delle priorità e riascoltarlo, magari verbalizzando ad alta voce le ragioni delle proprie scelte. Discutere le priorità con un amico o un familiare per chiarire i propri pensieri. Cinestesico: Utilizzare post-it colorati per rappresentare i compiti e spostarli fisicamente sulla matrice disegnata su un grande foglio o una lavagna. Creare un "muro delle priorità" fisico e interattivo. Lettura/Scrittura: Tenere un diario delle priorità, aggiornandolo regolarmente con elenchi scritti e riflessioni sui progressi. Creare delle "liste di controllo" (checklist) dettagliate per ogni compito. 2. Pianificare lo Studio L'eccessivo carico di studio a fine anno richiede una gestione razionale delle energie cognitive. Iniziare dalle materie percepite come "più abbordabili" non è solo una questione di ottenere successi iniziali, ma sfrutta il principio psicologico del "guadagno iniziale" (gain framing), che tende a motivare maggiormente rispetto alla focalizzazione sulle perdite (loss framing) rappresentate dalle materie difficili. Il successo iniziale rilascia dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla motivazione. Il Planner Settimanale Dinamico e la Tecnica del Pomodoro Un planner settimanale a blocchi di tempo, colorato per materia, può essere reso più dinamico includendo non solo lo studio, ma anche le pause attive (breve attività fisica, stretching) e i momenti di svago specifici. Si può integrare visivamente la "Tecnica del Pomodoro" (studio focalizzato per 25 minuti seguito da una breve pausa) utilizzando timer visivi online o app che segmentano il tempo di studio e di riposo con colori e grafici. La visualizzazione del tempo dedicato a diverse attività aiuta a mantenere un equilibrio e a prevenire il sovraccarico mentale. La Tecnica del Pomodoro, resa visiva, aumenta la consapevolezza del tempo dedicato allo studio effettivo e incoraggia pause regolari per il recupero cognitivo. Si possono utilizzare icone o brevi etichette visive per indicare il tipo di attività (studio, sport, amici, riposo), rendendo il planner più intuitivo e coinvolgente. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Utilizzare promemoria vocali per le sessioni di studio e le pause. Ascoltare podcast o audiolibri relativi alle materie meno impegnative durante le pause attive. Cinestesico: Associare diverse materie a diversi luoghi di studio o a diverse posture. Utilizzare timer fisici (non solo visivi) per la Tecnica del Pomodoro. Lettura/Scrittura: Tenere un registro scritto dettagliato del tempo dedicato a ciascuna materia e delle attività svolte. Creare elenchi di obiettivi di studio per ogni sessione. 3. Riscoprire il Piacere e l'Equilibrio La pressione costante può portare a trascurare aspetti fondamentali del benessere, generando un circolo vizioso di stress e demotivazione. Ritagliarsi spazi per attività gratificanti non è una perdita di tempo, ma un investimento nella propria resilienza e capacità di affrontare le sfide. L'impegno mentale positivo in attività non scolastiche attiva diverse aree del cervello, offrendo una "pausa rigenerativa" per le funzioni cognitive impegnate nello studio. La Ruota della Vita Scolastica Dettagliata con Obiettivi Una ruota divisa in sezioni che rappresentano diverse aree della vita dello studente (studio, sport/attività fisica, hobby/interessi, relazioni sociali, sonno/riposo, tempo libero non strutturato). Si può colorare ogni sezione in base al tempo dedicato e valutare visivamente il proprio equilibrio. Un passo successivo è definire piccoli obiettivi visivi per ogni sezione (es. "3 uscite con gli amici questa settimana", "2 allenamenti", "leggere 30 pagine per piacere"). La ruota rende tangibile la distribuzione del tempo e aiuta a identificare eventuali squilibri. La definizione di obiettivi visivi per le aree non scolastiche trasforma il "tempo libero" da un vago desiderio a un impegno concreto. Si possono utilizzare grafici a torta settimanali per monitorare il tempo effettivamente dedicato a ciascuna area rispetto agli obiettivi prefissati. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Parlare con un amico o un familiare riguardo al proprio equilibrio e alle attività a cui si vorrebbe dedicare più tempo. Ascoltare musica rilassante o motivante durante le attività piacevoli. Cinestesico: Programmare attività fisiche regolari e percepire il benessere corporeo come indicatore di equilibrio. Dedicare tempo a hobby manuali o pratici. Lettura/Scrittura: Tenere un diario del benessere, annotando le emozioni e le sensazioni legate alle diverse attività. Scrivere un elenco delle attività che portano gioia e programmarle attivamente. 4. Respirazione e Rilassamento La respirazione lenta e consapevole è una tecnica comprovata per attivare il sistema nervoso parasimpatico, responsabile della risposta di "riposo e digestione", che contrasta la risposta di "lotta o fuga" associata all'ansia. La visualizzazione può rendere questa tecnica più coinvolgente e facile da seguire. Il Percorso del Respiro Guidato Visivamente: Invece di semplici istruzioni testuali, si può creare un percorso visivo per guidare la respirazione. Ad esempio, un'immagine di un'onda che sale (inspirazione), si mantiene piatta (trattenimento), scende (espirazione) e si ferma (pausa). La durata di ogni fase può essere indicata visivamente (es. lunghezza dell'onda, numero di punti). Esistono anche app che guidano la respirazione con animazioni visive, video su YouTube La visualizzazione offre un focus visivo che distrae dai pensieri ansiogeni e rende la pratica più ritmica e naturale. Si possono utilizzare colori calmanti (blu, verde) nel percorso visivo per amplificare l'effetto rilassante. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Seguire registrazioni audio di esercizi di respirazione guidata. Concentrarsi sul suono del proprio respiro. Cinestesico: Sentire fisicamente il movimento del diaframma durante la respirazione. Utilizzare il movimento del corpo (es. alzare le braccia inspirando e abbassarle espirando) per guidare il respiro. Lettura/Scrittura: Leggere e annotare le istruzioni per diverse tecniche di respirazione. Scrivere brevi riflessioni su come ci si sente dopo aver praticato gli esercizi. 5. Preservare il Sonno e il Riposo La privazione di sonno aggrava lo stress, compromette la concentrazione e la memoria. Stabilire una routine di sonno regolare e adottare pratiche di "igiene del sonno" è fondamentale. La visualizzazione può aiutare a rendere queste pratiche più concrete. L'Infografica dell'Igiene del Sonno: Creare una semplice infografica con illustrazioni o icone che rappresentano le buone abitudini per favorire il sonno: orari regolari, ambiente buio e silenzioso, evitare caffeina e alcol prima di dormire, attività rilassanti (lettura cartacea, bagno caldo), evitare schermi luminosi (smartphone, tablet) almeno un'ora prima di coricarsi. L'infografica fornisce un promemoria visivo e facile da consultare delle pratiche da adottare. La combinazione di testo e immagini facilita la memorizzazione e l'adesione alle abitudini. Si può appendere l'infografica in camera da letto come promemoria visivo. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Ascoltare audiolibri o podcast rilassanti prima di dormire (evitando contenuti stimolanti). Creare una playlist di suoni rilassanti. Cinestesico: Creare un ambiente confortevole nella camera da letto (temperatura, tessuti). Adottare routine serali rilassanti come un bagno caldo o stretching leggero. Lettura/Scrittura: Tenere un diario del sonno, annotando orari, qualità del riposo e eventuali fattori di disturbo. Leggere libri cartacei (non su schermi) prima di dormire. 6. Progressi e Premi La demotivazione può derivare da una percezione di mancanza di controllo o di progressi invisibili. Comprendere la causa sottostante è il primo passo, ma porsi piccoli obiettivi realistici e visualizzare i progressi può riaccendere la motivazione. Il sistema di ricompense, anche visive, rafforza i comportamenti positivi. La Linea del Progresso con Micro-Obiettivi e la Bacheca dei Premi Disegnare una linea orizzontale che rappresenta il percorso verso la fine dell'anno o il superamento di un compito specifico. Suddividere la linea in piccoli segmenti che rappresentano micro-obiettivi raggiungibili (es. "finire un capitolo", "fare 5 esercizi"). Ogni volta che un micro-obiettivo viene raggiunto, segnarlo visivamente (con una spunta, un adesivo, colorando il segmento). Creare una "bacheca dei premi" (anche virtuale) dove si visualizzano piccole ricompense (es. "30 minuti di gioco", "guardare un episodio della serie preferita") da concedersi al raggiungimento di determinati traguardi visivi sulla linea del progresso. La linea del progresso rende visibile il cammino compiuto, contrastando la sensazione di immobilità. I premi visivi offrono una motivazione tangibile e immediata. Utilizzare colori vivaci e simboli gratificanti per rendere la linea del progresso e la bacheca dei premi più stimolanti. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Premiare sé stessi con l'ascolto della propria musica preferita o di un podcast dopo aver raggiunto un micro-obiettivo. Parlare con qualcuno dei propri progressi e ricevere incoraggiamento verbale. Cinestesico: Utilizzare oggetti fisici (es. sassolini in un barattolo) per rappresentare i progressi e spostarli quando si raggiunge un obiettivo. Concedersi piccole attività piacevoli fisiche come ricompensa. Lettura/Scrittura: Tenere un diario dei successi, annotando anche i più piccoli progressi. Scrivere affermazioni positive sui propri progressi e rileggerle. 7. Mantenere Buoni Rapporti con gli Insegnanti La tensione con i docenti può aumentare lo stress e creare un ambiente di apprendimento negativo. Adottare un atteggiamento collaborativo e comunicativo può migliorare la percezione che l'insegnante ha dello studente e facilitare la risoluzione di eventuali problemi. La Mappa Mentale della Comunicazione Efficace : Creare una mappa mentale con al centro la frase "Rapporto Positivo con gli Insegnanti". Diramare rami con azioni concrete: "Ascolto attivo", "Domande pertinenti", "Mostrare impegno (volontariato)", "Comunicare le difficoltà", "Rispettare le scadenze". Aggiungere brevi esempi visivi o parole chiave per ogni azione. La mappa mentale rende visibili le strategie di comunicazione efficace e aiuta lo studente a interiorizzarle. Si può tenere la mappa mentale nel quaderno o sul desktop come promemoria. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Partecipare attivamente alle discussioni in classe. Chiedere chiarimenti verbalmente durante o dopo la lezione. Cinestesico: Sedersi in prima fila per mantenere l'attenzione e mostrare impegno. Utilizzare gesti e linguaggio del corpo positivo durante l'interazione con gli insegnanti. Lettura/Scrittura: Preparare domande scritte prima di incontrare l'insegnante. Prendere appunti dettagliati durante le spiegazioni. 8. Bilanciare Recupero e Tempo Libero Anche in presenza di debiti formativi, un'estate dedicata esclusivamente al sacrificio può generare risentimento e rendere il rientro a scuola ancora più difficile. Pianificare visivamente un equilibrio tra studio e attività ricreative è fondamentale per il benessere a lungo termine. Il Grafico a Barre Settimanale dello Studio Estivo e del Tempo Libero: Creare un grafico a barre settimanale con due barre affiancate: una che rappresenta il tempo dedicato allo studio estivo e l'altra il tempo dedicato al tempo libero. L'obiettivo è mantenere un equilibrio visivo tra le due barre, evitando che una sovrasti completamente l'altra. Il grafico rende visibile la distribuzione del tempo durante l'estate e aiuta a evitare eccessi in entrambe le direzioni. Si possono definire obiettivi settimanali realistici per entrambe le barre e monitorare i progressi visivamente. Alternative per altri stili di apprendimento Auditivo: Parlare con amici o familiari su come si intende bilanciare studio e tempo libero durante l'estate. Ascoltare musica o podcast durante le attività ricreative. Cinestesico: Pianificare attività fisiche e uscite come momenti definiti nel proprio programma estivo. Percepire il cambiamento di ambiente come distinzione tra studio e riposo. Lettura/Scrittura: Tenere un diario delle attività estive, annotando sia il tempo dedicato allo studio che quello dedicato al tempo libero. Scrivere un elenco delle attività estive che si desidera fare. 9. Nutrire il Corpo e la Mente In periodi di stress, la tendenza a ricorrere a cibi "Comfort food" ricchi di zuccheri, grassi saturi e ingredienti processati (il cosiddetto "junk food") è comune, ma può paradossalmente peggiorare la situazione. Questi alimenti forniscono un'energia rapida ma effimera, spesso seguita da un calo di zuccheri e da una sensazione di stanchezza e irritabilità, che può amplificare lo stress e compromettere la concentrazione. Un'alimentazione equilibrata e ricca di nutrienti essenziali supporta la funzione cerebrale, stabilizza l'umore e fornisce energia costante. Nutrire il tuo corpo con cibi sani ti regalerà energia costante e una maggiore lucidità mentale, aiutandoti a studiare meglio e a sentirti più in forma per affrontare le sfide di fine anno. Scegliere alimenti nutrienti ti farà sentire più attivo, concentrato e meno incline agli sbalzi d'umore legati allo stress. Privilegiare: Frutta e verdura fresca di stagione (ricche di vitamine, minerali e antiossidanti), cereali integrali (fonte di energia a lento rilascio), proteine magre (per la sazietà e la funzione cerebrale), legumi (ricchi di fibre e proteine), frutta secca e semi (grassi sani e minerali). Limitare: Alimenti trasformati, bevande zuccherate, snack confezionati, cibi fritti e ricchi di grassi saturi. Idratazione: Bevi molta acqua durante il giorno per mantenere la concentrazione e il benessere fisico. Pasti regolari: Non saltare i pasti, soprattutto la colazione, per mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue e l'energia. Il "Piatto della Mente Attiva": Si può creare un'immagine stilizzata di un piatto diviso in sezioni che rappresentano le proporzioni ideali dei diversi gruppi alimentari per supportare la funzione cerebrale e l'energia: una grande porzione di verdura e frutta, una porzione moderata di cereali integrali, una porzione più piccola di proteine magre e una piccola aggiunta di grassi sani. Questo strumento visivo offre una guida semplice e immediata per comporre pasti equilibrati. Si può appendere un'immagine del "Piatto della Mente Attiva" sulla bacheca o sul frigorifero come promemoria visivo. Alternative per altri stili di apprendimento: Auditivo: Ascoltare podcast o audiolibri sull'importanza di una sana alimentazione e i suoi benefici sull'umore e l'energia. Discutere con un nutrizionista o un familiare esperto le proprie abitudini alimentari. Cinestesico: Coinvolgersi attivamente nella preparazione di pasti sani. Prestare attenzione alle sensazioni fisiche dopo aver mangiato cibi diversi (energia vs. pesantezza). Lettura/Scrittura: Tenere un diario alimentare, annotando cosa si mangia e come ci si sente. Ricercare e prendere appunti sui benefici specifici di diversi alimenti. Conclusione: Affrontare lo stress di fine anno scolastico richiede un approccio multiforme che combini strategie cognitive, emotive e comportamentali. L'integrazione di strumenti visivi in queste strategie non solo le rende più concrete e accessibili, ma sfrutta anche la potenza della memoria visiva e del feedback immediato per motivare, ridurre l'ansia e promuovere un senso di controllo. Ricordare che il benessere personale è un prerequisito per un apprendimento efficace e che ogni piccolo passo, reso visibile, contribuisce al superamento di questa fase impegnativa. Infine, sebbene il periodo finale dell’anno sia particolarmente sfidante, familiarizzare con queste tecniche di autoregolazione e pianificazione fin dall’inizio dell’anno scolastico può produrre effetti positivi duraturi. L’adozione costante di un metodo di studio equilibrato e sostenibile favorisce non solo il rendimento scolastico, ma anche lo sviluppo di competenze trasversali utili per affrontare con maggiore serenità e consapevolezza le sfide della vita quotidiana. Francesca Merlo

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20 Mag
2025
Imparare con il Corpo: il Valore dell’Apprendimento Cinestesico nella Scuola

Didattica e Apprendimento Per tutte le età

Imparare con il Corpo: il Valore dell’Apprendimento Cinestesico nella Scuola

Apprendimento cinestesico: potenziare memoria e concentrazione attraverso il movimento a scuola Il movimento e l’esperienza corporea possono potenziare la memoria e favorire l’apprendimento  Non tutti impariamo allo stesso modo. C’è chi comprende ascoltando, chi osservando immagini, chi leggendo, chi parlando ad alta voce. E poi c’è chi, per capire davvero, ha bisogno di muoversi. Secondo molte teorie pedagogiche, tra cui quella dei canali sensoriali di apprendimento, esistono modalità preferenziali attraverso cui ciascuno elabora e memorizza le informazioni. Una di queste è la modalità cinestesica, che coinvolge il corpo, il tatto, il movimento, l’esperienza fisica diretta. Per uno studente cinestesico, l’apprendimento è un atto vivo, corporeo. Non è solo concentrazione mentale: è ritmo, spazio, azione. È attraverso il fare, il costruire, il toccare e il muoversi che il pensiero prende forma. Per questo motivo, chiedere a uno studente cinestesico di stare seduto per ore a leggere o ascoltare può trasformarsi in una frustrazione continua: non per mancanza di volontà, ma perché il suo cervello ha bisogno di attivare anche il corpo per imparare. Dal movimento alla comprensione: il ruolo del corpo nel processo cognitivo Nella scuola primaria, il corpo è ancora lo strumento principale con cui i bambini esplorano e comprendono il mondo. Ogni apprendimento parte da un’esperienza concreta, fisica, tangibile. Anche nella scuola secondaria di primo grado (scuola media), ossia durante la preadolescenza, il corpo torna protagonista: si allunga, cambia, diventa ingombrante, difficile da gestire e da contenere. I ragazzi spesso faticano a stare “composti”, perché la loro energia fisica è in trasformazione. In questa fase, offrire strategie di movimento — indipendentemente dallo stile cognitivo — è fondamentale: aiuta a prendere confidenza con la nuova forma corporea, a canalizzare l’esuberanza fisica, a sostenere il processo di sviluppo. Il movimento non è solo una pausa dallo studio, è parte dello studio stesso. Abituare il cervello ad apprendere senza staccarsi dal corpo significa costruire un sapere più profondo, duraturo, organico. Le scuole Waldorf lo sanno bene: ogni mattina inizia con una parte ritmica, fatta di filastrocche, movimenti, passi, canzoni. Questo “risveglio corporeo” non è solo un momento di gioco, ma una preparazione dell’intero organismo all’apprendimento. I concetti arrivano meglio se il corpo è stato coinvolto: la mente è più sveglia, ricettiva, attiva. Un approccio troppo intellettualistico e astratto, soprattutto se precoce, rischia di esaurire le forze del bambino. Quando si costringe uno studente a interiorizzare contenuti solo con la testa, si rischia di scollare l’apprendimento dal processo di interiorizzazione autentica, rendendolo astratto, sterile e spesso relegato alla memoria a breve , impoverendo la capacità di assimilazione. Gli insegnanti dovrebbero integrare nella propria didattica attività che coinvolgano il corpo, non solo per facilitare l’apprendimento, ma per accompagnare i propri studenti nella crescita, nel rispetto dei loro tempi e delle loro necessità evolutive. Educare il Movimento: una Scelta Didattica Integrare il movimento nella didattica non significa “lasciare i bambini liberi di muoversi” in modo disordinato, ma piuttosto strutturare attività che coinvolgano il corpo come alleato del pensiero. Ecco alcuni esempi: Ripetere una poesia camminando, accentuando le rime con i passi Fare esercizi di matematica saltando o con oggetti da contare fisicamente Disegnare mappe concettuali in piedi, su grandi superfici Costruire concetti astratti (come il tempo, il numero, la misura) partendo da esperienze pratiche L’obiettivo non è solo “far muovere”, ma fare esperienza corporea del sapere. Tutti strumenti che aiutano a ritrovare una didattica incarnata, dove il corpo non è un ostacolo, ma un ponte verso la comprensione. Studente Cinestesico: Caratteristiche e Bisogni Lo studente cinestesico impara attraverso il corpo, il movimento, l’azione. Non “pensa con le mani”, ma pensa meglio se le mani (e il corpo) sono coinvolte. Ha bisogno di toccare, fare, spostarsi, costruire, mimare. È curioso, ma spesso fa fatica a seguire lezioni frontali troppo lunghe o astratte. Uno studente cinestesico Impara meglio facendo piuttosto che leggendo o ascoltando Ha bisogno di muoversi, manipolare, sperimentare Ricorda le cose meglio se le ha sperimentate fisicamente Ama giochi di ruolo, laboratori, costruzioni, esperienze pratiche Segnali che indicano uno stile cinestesico prevalente Fa fatica a stare seduto a lungo o ad ascoltare spiegazioni troppo teoriche Impara più facilmente facendo che ascoltando o leggendo Ama costruire, manipolare, assemblare, disegnare Ricorda meglio attività vissute con il corpo Spesso lo studente cinestesico viene percepito come irrequieto o che si distrae facilmente , ma in realtà manifesta semplicemente un forte bisogno di movimento per restare concentrato. Quando viene coinvolto in attività pratiche, corporee o manipolative, riesce a canalizzare le sue energie e a mantenere un alto livello di attenzione.  Bloccare il Corpo Blocca Anche il Pensiero Il movimento non è una distrazione, è il canale naturale attraverso cui alcuni studenti imparano. Coinvolgere il corpo non” infantilizza”: al contrario, rende l’apprendimento più profondo e autentico, anche con contenuti complessi. Strategie di Studio per Studenti Cinestesici Apprendimento attivo Usare oggetti concreti per rappresentare concetti (matematica con cubetti, storia con mappe fisiche) Studiare camminando o muovendosi (ripetere mentre si passeggia) Scrivere e riscrivere Prendere appunti a mano, fare schemi, mappe concettuali colorate Usare post-it da spostare (come nel Kanban!) Studio teatrale Recitare ad alta voce, mimare concetti, fare finta di “spiegare a qualcuno” Pause attive Fare brevi pause con stretching o movimento Alternare studio e attività fisica (es. tecnica Pomodoro con esercizi tra i blocchi) Giochi e simulazioni Usare quiz fisici, giochi da tavolo didattici, costruzioni Partecipare a laboratori, esperienze sul campo, PCTO Conclusione Lo studente cinestesico capisce con il corpo: se può toccare, costruire, muoversi o sperimentare, impara meglio. Questa modalità di apprendimento, spesso sottovalutata o fraintesa, rappresenta invece una straordinaria risorsa educativa. Integrare il movimento nella didattica non è una concessione, ma una scelta pedagogica consapevole, che riconosce la varietà degli stili cognitivi e valorizza le intelligenze multiple. Il movimento non va limitato alla ricreazione o all’attività motoria, ma riconosciuto come canale privilegiato per costruire conoscenza, sviluppare autonomia e alimentare motivazione. L'apprendimento non avviene solo nella testa, ma nel corpo intero. È un'esperienza che coinvolge mani, occhi, voce, ritmo, respiro. Ed è proprio in questa sinergia tra corpo e mente che si attivano le memorie più durature, le comprensioni più profonde, le competenze più vive. Per questo è fondamentale che la scuola continui a sperimentare metodologie attive e a progettare spazi e tempi che permettano agli studenti di “abitare” il sapere, non solo di riceverlo. Educare con e attraverso il corpo non è semplificare. È coltivare una forma di apprendimento ricca, concreta e pienamente umana. Francesca Merlo

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12 Mag
2025
Registro Elettronico, Compiti e Verifiche: Questione di Equilibrio

Didattica e Apprendimento Per tutte le età

Registro Elettronico, Compiti e Verifiche: Questione di Equilibrio

Compiti, Verifiche e Registro Elettronico: Quando il Carico Scolastico Diventa una Questione di Equilibrio Il 28 aprile 2025, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato la Nota Ministeriale n. 2443 indirizzata a tutti i Dirigenti scolastici delle scuole statali e ai Coordinatori didattici delle scuole paritarie. Il documento pone l’accento sulla necessità di una programmazione accurata delle verifiche in classe e dei compiti a casa, sottolineando l’importanza di un coordinamento tra docenti per evitare sovrapposizioni e carichi eccessivi a carico degli studenti. Uno dei passaggi più significativi della circolare riguarda l’abitudine, sempre più diffusa, di assegnare compiti sul registro elettronico in orario serale per il giorno successivo. Una pratica che rende difficile per gli studenti (e le famiglie) organizzarsi e rischia di trasformare la scuola in un ambiente stressante, anziché formativo. L’obiettivo è favorire una distribuzione equilibrata del carico di lavoro settimanale per evitare picchi di stress e sovraccarico. “La scuola è il contesto educativo che deve creare le condizioni di serenità e fiducia per lo sviluppo armonico della personalità di tutti gli studenti” Un altro punto centrale riguarda la trascrizione dei compiti anche sul diario personale degli alunni per favorire una progressiva autonomia nella gestione degli impegni. Questo aspetto non va sottovalutato: rendere la consegna dei compiti parte integrante della lezione consente agli studenti di comprendere, gestire e interiorizzare meglio i tempi dello studio, rafforzando il loro senso di responsabilità. Purtroppo, troppo spesso il registro elettronico viene utilizzato in modo disorganico e scollegato dal resto della programmazione didattica. Senza un coordinamento tra insegnanti, finisce per diventare uno strumento opaco, che rischia di penalizzare anziché supportare il lavoro scolastico e familiare. Questa modalità ostacola l’autonomia, rende i carichi pomeridiani insostenibili e complica la vita delle famiglie, costrette a improvvisare l’organizzazione dei tempi quotidiani. Il richiamo del Ministero è dunque un messaggio chiaro e condivisibile: serve maggiore collaborazione tra docenti, un uso più consapevole e responsabile del registro elettronico e una vera attenzione al benessere degli studenti. Se vogliamo una scuola davvero umana e formativa, dobbiamo cominciare da qui: dal rispetto dei tempi, della misura e della collaborazione. Conclusione La Nota Ministeriale n. 2443 rappresenta un passo significativo verso una scuola più attenta al benessere complessivo degli studenti, promuovendo un equilibrio tra esigenze didattiche, rispetto dei tempi e qualità della vita scolastica. È auspicabile che le istituzioni scolastiche recepiscano queste indicazioni e che i consigli di classe si dotino di strumenti di coordinamento efficaci, capaci di garantire una distribuzione equa del carico di lavoro e contribuire così a creare un ambiente educativo realmente formativo, sereno e sostenibile.

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22 Gen
2025
Il Ritmo nelle Scuole Steiner Waldorf

Approcci Educativi

Il Ritmo nelle Scuole Steiner Waldorf

Nella pedagogia Waldorf, il concetto di "ritmo" ha un ruolo fondamentale nel processo educativo, poiché il ritmo non riguarda solo il passaggio del tempo, ma è un principio che permea ogni aspetto della vita e dell'apprendimento. Il ritmo aiuta a stabilire un senso di ordine e sicurezza, essenziale per lo sviluppo armonico del bambino. In particolare, il ritmo del mattino, attraverso movimenti e attività fisiche, riveste una funzione di grande importanza, sia a livello corporeo sia mentale, preparando i bambini ad affrontare le sfide della giornata scolastica. Ogni mattina, prima di iniziare le lezioni, i bambini sono coinvolti in esercizi fisici che hanno lo scopo di "risvegliare" il corpoQuesti movimenti sono pensati per essere ritmici e ripetitivi, creando sequenze che aiutino i bambini a prendere consapevolezza del loro corpo e a sviluppare una certa fluidità nell’apprendimento. Questi ritmi corporei favoriscono una preparazione graduale alla concentrazione necessaria per le attività mentali che seguiranno. Il corpo, infatti, diventa il punto di partenza per una mente lucida e ricettiva. Questo ritmo non solo aiuta a stimolare l'energia fisica, ma favorisce anche la disciplina, l'autocontrollo e il senso di comunità. Ogni giorno inizia con un'esperienza di movimento ritmico che porta a sviluppare la nozione di tempo e la gestione del tempo stesso. La pedagogia Waldorf, come abbiamo detto precedentemente, attribuisce grande valore al movimento e al ritmo come strumenti fondamentali per promuovere uno sviluppo equilibrato nei bambini. L'inizio della giornata scolastica deve essere caratterizzato da attività che stimolino sia il corpo che la mente in modo naturale e fluido, favorendo un apprendimento profondo e significativo. Movimento come Ritmo per Iniziare la Giornata All'inizio della giornata scolastica, si stabilisce un tono emotivo e cognitivo attraverso un "ritmo" che include gesti, danze e movimenti. Questo approccio non solo prepara i bambini a concentrarsi e apprendere, ma nutre anche il loro senso di comunità, essenziale per il loro sviluppo sociale ed emotivo. Le attività fisiche non servono solo come riscaldamento; la loro ripetizione e struttura forniscono una prevedibilità che allevia l'ansia e il disorientamento. Il Ruolo del Ritmo Il ritmo del mattino è fondamentale per preparare i bambini a una giornata produttiva. Le attività fisiche ritmiche aiutano a "risvegliare" il corpo e a creare una connessione tra movimento fisico e concentrazione mentale. Le routine quotidiane offrono una sensazione di continuità, essenziale per lo sviluppo emotivo e psicologico. Movimento e Apprendimento Nella pedagogia Waldorf, il movimento è considerato un linguaggio attraverso il quale i bambini esprimono emozioni e interagiscono. Attraverso giochi e danze, non solo esercitano il corpo, ma sviluppano anche competenze sociali, imparando a cooperare e rispettarsi reciprocamente. Questo aspetto sociale è cruciale per la loro crescita, formando legami di fiducia e appartenenza. Preparazione alla giornata scolastica La ripetizione delle attività quotidiane stimola il corpo e allevia l'ansia, offrendo ai bambini un rituale che segna il passaggio dal mondo esterno a quello scolastico. Questo senso di prevedibilità è particolarmente importante in un ambiente in continua evoluzione, aiutando i bambini a centrarsi e a prepararsi mentalmente. Integrazione di Corpo e Mente L'approccio Waldorf riconosce l'interconnessione tra corpo e mente nel processo di apprendimento. Attraverso il movimento, i bambini non solo sviluppano abilità fisiche, ma apprendono anche valori come costanza, pazienza e disciplina, essenziali per affrontare le sfide della vita. Conclusione L'importanza del movimento e del ritmo nell'approccio pedagogico Waldorf-Steiner è innegabile. Questa metodologia si propone di educare i bambini integrando corpo, mente ed emozioni nel processo di apprendimento. Favorendo attività in cui il movimento è valorizzato e il ritmo è presente, si promuove non solo lo sviluppo cognitivo, ma anche la crescita emotiva e sociale dei bambini, permettendo loro di esplorare e prosperare in un mondo complesso e sfidante. Francesca Merlo

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11 Ago
2023
Chi era Emmi Pikler e perché è importante per i nostri bambini

Approcci Educativi

Chi era Emmi Pikler e perché è importante per i nostri bambini

Meno conosciuta di Maria Montessori, ma altrettanto importante, Emmi Pikler è una pedagogista di cui è essenziale conoscere il nome. Emmi Pikler è nata all’inizio del ’900 ed è uno dei tanti medici (nel suo caso pediatra) che, pur continuando a svolgere la professione, sono diventati dei grandi educatori, appassionandosi di pedagogia e di benessere dei bambini (non solo dal punto di vista della salute fisica, ma anche mentale ed educativa). L’approccio di Emmi Pikler e il lavoro che ha svolto per lunghi anni con le educatrici nell'istituto Casa famiglia Lòczy di Budapest si fonda su figure di riferimento che si occupano non solo del corpo del bambino, ma anche della sua mente e delle sue emozioni.  L’istituto nacque come servizio pubblico residenziale e accoglieva i bambini principalmente senza famiglia. Basandosi sull’esperienza nell’istituto, Pikler realizzò dei manuali in cui specificava, fino al più piccolo dettaglio, i molteplici aspetti dell’educazione e della vita quotidiana dei piccoli, dai mobili ai vestiti, fino all’ambiente. Il suo lavoro — sia per quanto riguarda la cura dei bambini sia dal punto di vista della ricerca — ben presto fu riconosciuto e con il tempo la Casa famiglia divenne l’Istituto di Metodologia, Assistenza all’Infanzia e Educazione (con annesso servizio di consulenza). L’educazione attiva Pikler condivide quindi con Maria Montessori e con altri grandi educatori dello scorso secolo — come Decroly e Korczak — la formazione medica, ma anche l’appartenenza ad un’idea di educazione che è quella del grande movimento dell’Educazione Attiva.  Si tratta di un orientamento pedagogico-educativo che avuto un momento di grande rilievo all’inizio del ’900, e che ha coinvolto anche alcuni educatori che non si sono occupati direttamente di bambini piccoli, come Freinet, Froebel o Pestalozzi, ma di soggetti di diverse età e in diverse situazioni.  L’idea dietro al movimento? "Chi è protagonista dell’esperienza formativa ed educativa è il bambino stesso" (o il soggetto in formazione). Le idee di Emmi Pikler I principi fondamentali che accompagnarono il lavoro di Emmi Pikler (così come la psicologia evolutiva nella primissima infanzia) partono dal presupposto per cui i bambini sani sviluppano in modo rapido o lento le proprie competenze, e soprattutto in modo diverso e variegato, non standardizzato come indicano le famose tabelle di crescita. Il ruolo dell’adulto di riferimento nella crescita del bambino per Pikler è quindi assimilabile alle funzioni genitoriali. Tra i suoi consigli troviamo: - lasciare che i bambini e le bambine imparino a stare seduti da soli, senza troppo aiuto esterno che comprometterebbe gli sforzi che portano proprio a questa competenza; - lasciare che i bambini e le bambine approfondiscano e portino a termine da soli le azioni e i movimenti che hanno avviato; - non imporre movimenti o posizioni che non hanno ancora imparato da soli e spontaneamente. A volte per i genitori risulta naturale assumere atteggiamenti per “aiutarli” a raggiungere i loro primi successi; tuttavia l’intervento non è veramente necessario. Infatti il non dare indicazioni rafforzerà le loro conoscenze, la loro sicurezza in sé e la fiducia nell’adulto, che esprime soddisfazione e gioia per i traguardi conquistati. La quotidianità I bambini, secondo Pikler, sviluppano fiducia e apertura quando la loro quotidianità si svolge in continuità con un adulto di riferimento che dà vita a una relazione sicura, fondata sulla fiducia e sulla conoscenza reciproca, in uno scambio che sia inizialmente d’intensa vicinanza, poi via via più distanziato e accogliente verso altri elementi circostanti e verso il mondo esterno. Questo scambio, fin dai primi giorni di vita, è orientato al principio che non si educa un bambino senza la sua partecipazione attiva, senza interesse. Verbalizzare, cantare una ninna nanna, recitare una filastrocca cercando il contatto visivo, i gesti calmi: tutto questo rappresenta i primi momenti di scambio con quel concentrato di empatia che sono i bambini piccoli, che dal canto loro percepiscono che c'è intenzione attiva di cooperazione da parte dell’adulto di riferimento. Nell’idea di Emmi Pikler il bebè è concepito come una persona che, fin dalla nascita, possiede capacità e potenzialità insospettabili. Attraverso l’osservazione e l’allenamento i genitori sono supportati a comprendere le capacità innate dei loro figli, i loro traguardi, comprendendo come si svolgono tutte le iniziative relazionali con il loro ambiente, grazie soprattutto alle loro attività autonome. Per questa ragione Emmi Pikler richiedeva ai genitori di permettere ai loro bambini di muoversi liberamente a proprio piacimento, assicurando le giuste condizioni ambientali e senza metterli in una posizione da loro non raggiunta naturalmente. Non li si deve impegnare, essenzialmente, in un movimento che loro stessi non hanno ancora acquisito e da cui non riescono a svincolarsi; perché ciò che accade al corpo, viene trasmesso allo spirito. In altre parole Emmi Pikler vedeva in un neonato che si muove un soggetto impegnato in un’opera sia interna che esterna. Vedeva un germe di potenza, un lavorio che si esprimerà in futuro con altri mezzi e forze, in altre circostanze della vita, al servizio dell’essere umano che diverrà. Era convinta dell'importanza fondamentale della motricità autonoma, senza interferenze da parte dell’adulto, per la strutturazione della personalità del bambino. Per chi vuole approfondire ecco alcuni riferimenti Associazione Emmi's care, Brescia La casa del bambino piccolo, Grabs CH- Storchennest.ch Emmi Pikler- Edufrog Pikler in casa- pagina Facebook Per chi vuole sperimentare L'Associazione Semi di luce APS per la famiglia e la prima infanzia, promuove e divulga il lavoro di Emmi Pikler attraverso gruppi giochi genitori-bambini “LA STANZA DI EMMI” (0-3 anni) a Torino e provincia. Attraverso questi percorsi i genitori imparano a conoscere i bisogni di sviluppo dei propri figli, a comprenderli e sostenerli dando loro spazio per svilupparsi con la consapevolezza dell'importanza del gioco libero e autonomo nella vita di un bambino. Cosa puoi trovare in questo spazio La possibilità di sperimentare giochi e attrezzi in legno (adatti all'età dei bambini), pensati dalla pediatra Emmi Pikler, superando molti ostacoli avventurosi. I bambini sono pieni di curiosità e cercano il proprio percorso scelto e così facendo scoprono il segreto dell'equilibrio interiore ed esteriore. Una varietà di opportunità per costruire passaggi di movimenti, che i bambini possono esplorare al proprio ritmo e con le proprie dinamiche e che danno spazio per sviluppare la loro destrezza e gioia di movimento fin dalla tenera età. Uno spazio di tranquillità e attenzione, un ambiente pieno di Amore, dove i genitori potranno guardare con stupore e interesse i loro figli quanto possono giocare da soli, (anche i piccolini!!) quanto siano sicuri e armoniosi grazie alla riservatezza e al rispetto da parte dell'adulto di riferimento. Uno spazio contrassegnato da tre principi essenziali: ascolto, accompagnamento, accoglienza, con lo scopo principale di accompagnare i bambini a conoscere il mondo esterno con gradualità e delicatezza; creare nuovi e duraturi legami con altre famiglie, ma anche offrire all'adulto confronti con una comunità educante trovando così continuativi ed innovativi impulsi educativi, formazione continua, incoraggiamenti e spunti di riflessione per eventualmente rivedere il proprio personale stile educativo e di cura. Una bibliografia specifica sulle principali tematiche affrontate, albi illustrati, repertori di canti, filastrocche, giochi con le dita. Per informazioni sulle iniziative dell'associazione Semi di Luce collegati alla pagina Facebook oppure scrivi a criconcri@yahoo.it Cristina Pasquale, Educatrice prima infanzia

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14 Dic
2022
Scuole Senza Zaino: quando sono nate, dove trovarle e come aderire

Approcci Educativi

Scuole Senza Zaino: quando sono nate, dove trovarle e come aderire

Il Progetto delle Scuole Senza Zaino L'approccio delle Scuola Senza Zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica nata alla fine degli anni Novanta che si prefigge, non solo di “fare scuola”, ma di “essere scuola” in un modo diverso, scardinando tutto ciò a cui siamo abituati per promuovere una modalità più inclusiva di vivere lo spazio educativo. Questa intuizione mette le sue radici, quando un coraggioso Dirigente lucchese - osservando la ben nota inquietudine dei ragazzi fra i banchi - si chiese che cosa si potesse fare di diverso per coinvolgerli e coltivare in loro una sfegatata curiosità e una gioiosa disponibilità alla fatica. Sperimentazione dopo sperimentazione, senza mai perdere l’entusiasmo, Marco Orsi e il suo team di docenti accolsero quella scontentezza come una sfida e ne fecero uno stimolo per ripensare alle pratiche educative affinché fossero più vicine ai bisogni dei propri studenti.  Così nel 2002 è nato il progetto Senza Zaino e, dal suo inizio ad oggi, ha visto più di 290 istituti e 630 plessi abbracciarne la missione: sparse in tutta Italia, sono centinaia le scuole che quotidianamente (e senza alcun costo per i genitori!) portano avanti questa rivoluzione. Guardiamo queste scuole più da vicino per scoprire cosa succede nelle loro aule, dove trovarle e i diversi modi pensati per supportarle attivamente nel loro lavoro. Dove trovare le Scuole Senza Zaino In tutta Italia! Le Scuole Senza Zaino sono tante, tantissime, sparse in tutta la penisola. Impossibile elencarle tutte, ma individuarle è un gioco da ragazzi! Se siete di Torino potete trovarle nel motore di Ricerca di Che Scuola selezionando il metodo educativo senza zaino nel filtro avanzato. E’ possibile impostare la ricerca per indirizzo, inserendo il nome dell’Istituto o manualmente, attraverso la mappa interattiva. Se siete di un'alta città potete invece sfruttare il sito della Rete Senza Zaino sono tutte presenti, organizzate in un elenco secondo l’ordine alfabetico delle province e accompagnate da una cartina che consente di trovarle a colpo d’occhio. Come aderire  Entrare a far parte della rete è un percorso a step i cui passi (e i documenti necessari!) sono facilmente individuabili sul sito nella sezione apposita.  Il primo passo è segnalare il proprio interesse, il secondo capire insieme cosa spinge la Scuola ad entrare nella famiglia Senza Zaino, sondando consapevolezza e motivazione. Ogni scuola, infatti, si approccia al Senza Zaino in maniera diversa, partendo da situazioni e premesse sue proprie e di tale specificità la Rete si prende cura per accoglierla come merita. Da quel momento in poi, la Scuola verrà assistita da vari soggetti territoriali come il Referente regionale e le Scuole Polo del territorio, per incontrarsi, approfondire insieme e formalizzare l’adesione con la firma del Dirigente (e il supporto di tutti gli insegnanti!) Per saperne di più collegarsi alla pagina dedicata. Vorresti partecipare al progetto ma non sei una scuola? C’è spazio anche per te! Lungi dall’essere un Associazione unicamente rivolta agli addetti ai lavori, quella della Senza Zaino è una famiglia aperta, che accoglie chiunque si riconosca nel modello di una scuola nuova fondata sui valori di Ospitalità, Responsabilità e Comunità. Aderire all’Associazione significa non solo sostenere materiale un Progetto sociale di ampio respiro, ma regalarsi anche una serie di vantaggi e opportunità formative! Ad attendere genitori, insegnanti e tutti gli amanti dell’educazione che vogliono restare al passo, ci sono: • Sconti sulle attività formative della Senza Zaino School • Partecipazione gratuita a seminari/corsi ai primi che si iscrivono • Una newsletter per rimanere sempre aggiornati sulle attività dell’Associazione Aderire è semplice, attraverso la Tessera annuale: se sei interessato ad approfondire i dettagli o ti senti già pronto a salire a bordo, clicca qui: https://www.senzazaino.it/tessera Raffaella Gagliardi

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11 Nov
2022
Scuole Senza Zaino

Approcci Educativi

Scuole Senza Zaino

Scuole Senza Zaino A chi per la prima volta s’imbatte in una realtà scolastica Senza Zaino, la domanda sorge spontanea: è possibile mandare i bambini a scuola senza le loro ingombranti conchiglie di stoffa?  A queste perplessità risponderemo che sì, è possibile! Certo, non basta spogliare gli studenti del loro amato fardello per stravolgere il modello educativo di una scuola, ma da questo gesto apparentemente innocuo si può partire per cambiare in meglio un sacco di cose.  L'approccio Senza Zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica che si prefigge non solo di “fare scuola”, ma di “essere scuola” in un modo diverso. In particolare, scardina lo stereotipo degli spazi, attività e abitudini a cui siamo abituati per promuovere una modalità più inclusiva di vivere lo spazio educativo, affinché i bambini possano sentirsi protagonisti e membri di una comunità di cui prendersi cura. Vediamo che cosa le rende speciali, e perché hanno scelto di chiamarsi in questo modo. Perché ''Senza Zaino''? E’ dalla riflessione sugli oggetti - intesi come arredi, strumenti e ambienti - che ha preso vita la pedagogia Senza Zaino.   “Noi siamo partiti da un oggetto apparentemente banale, feriale, quotidiano: lo zaino che utilizzano i nostri bambini e i nostri ragazzi per andare a scuola. Perché, ci siamo chiesti, viene impiegato solo nelle scuole? Perché gli adulti per andare a lavoro tutt’al più portano con sé cartelle o borse leggere? [...] Il dizionario ne dà questa definizione: «Sacco di tela robusta rinforzato e munito di cinghie per essere portato a spalla, sia da soldati, che alpinisti e gitanti.›› Dunque l’utilizzo dello zaino non è un fatto neutrale, indifferente: mette in rilievo, da subito, un’immagine di ambiente perlomeno inospitale. E’ stato inventato per affrontare situazioni disagevoli, se non impervie. Siamo di fronte allora a un’organizzazione che struttura un ambiente (formativo) in modo tale che per essere vissuto necessita che gli alunni si impegnino in un trasporto quotidiano di cose che servono ad attrezzare un luogo altrimenti spoglio, senza dotazioni, privo degli equipaggiamenti di base.” Così Marco Orsi, fondatore del progetto Senza Zaino, racconta la genesi del progetto nel suo libro “A scuola senza zaino. Il metodo del curricolo globale per una didattica innovativa” : - se gli oggetti e gli spazi condizionano il modo in cui si fa scuola, così come il rapporto fra insegnanti e bambini, ristrutturarli è il punto d partenza per lavorare a un modello educativo più accogliente e funzionale all’ apprendimento. La scelta di liberarsi dell’ingombrante compagnia dello zaino, dunque, non è la mera stravaganza di un Dirigente un po’ naïf, ma la parte ultima di una revisione profonda che sceglie di fare della Scuola un luogo a misura di bambino, dove il necessario è a disposizione di tutti perché possano sentirsi liberi di creare e al contempo prendersi cura di spazi e persone. Cosa rende speciali le Scuole Senza Zaino. 1) Non ci sono banchi singoli, cattedre e i materiali restano in classe. Stop alle trincee di banchi schierate di fronte alla maestre; i banchi sono disposti per favorire l'interazione, la cooperazione e i lavori di gruppo rivoluzionando la geografia dell’aula, la pedagogia Senza Zaino trasforma la classe in una micro comunità, dove ognuno sente come propri gli oggetti di tutti e percepisce come necessario e vitale il suo contributo alla vita del gruppo. L’idea complessiva è quella di un’aula-bottega, dove gli attrezzi del pensare e del fare sono a disposizione di tutti e i bambini sono chiamati, come piccoli artigiani, a osservare, progettare, creare per risolvere quelle che sono piccole sfide quotidiane.  Le classi diventano spazi aperti e gli arredi isole di lavoro mobili per agevolare il momento dell’apprendimento, sia esso un laboratorio, il confronto di gruppo o un disegno da soli. Per la prima volta compare in aula l’ “Agorà”, un’area soffice dove i bambini si radunano ogni mattina per condividere stati d’animo e discutere il da farsi, come una piccola assemblea di cittadini nell’antica Grecia che definisce insieme la direzione della comunità. 2) Mette al centro la comunità.  Riordinare l’aula insieme, personalizzarla, ridipingere insieme quel muro un po’ triste: attraverso la suddivisione dei lavori e la partecipazione diretta alle faccende di ogni giorno, i bambini vengono coinvolti attivamente nel processo e abituati a pensarsi non come comparse di una commedia, ma registi e protagonisti di tutto ciò che va in onda in classe. A partire dalla semplice introduzione dell’Agorà, poi, crescono sperimentando una scuola democratica, dove si impara a discutere insieme e a fare scelte come risultato di una volontà condivisa che non ha bisogno di imporsi dall’alto. E' il momento in cui gli insegnanti trasmettono il valore e l'importanza dell'ascolto reciproco, in cui ciascun bambino porta all'attenzione dei compagni il proprio quotidiano raccontando avvenimenti importanti del giorno prima, è l'occasione per parlare delle novità belle e brutte e di ciò che accade nel mondo fuori dalla scuola. In questo contesto - che riesce ad essere autorevole pur rispettando le individualità di ognuno -, la voce e la presenza dell’insegnante diventano una guida che accompagna il gruppo alla scoperta di sé, degli altri e del mondo. 3) Promuove valori più sani. La pedagogia Senza Zaino raccoglie le sfide attuali, come l’indifferenza, il consumismo e la competizione per coltivare un legame profondo e autentico fra l’individuo e il mondo. Basta vantarsi per ciò che si possiede, gareggiare con gli altri per portare a casa il risultato migliore: a inizio anno, con una piccola cerimonia che stimola il senso di comunità, ognuno riceve una cartella uguale a quella degli altri e impara a guardare i compagni come alleati che giocano nella stessa squadra. La valutazione si fa mite - passando dai voti-etichette a descrizioni gentili -, mentre alle regole imposte e alle punizioni si preferiscono l’ascolto empatico e il perché delle cose, affinché ognuno diventi capace di essere se stesso senza calpestare i bisogni degli altri.   L'importanza di darsi il buongiorno! Una delle cose che rende speciali le scuole Senza Zaino è l'abitudine di darsi ogni mattina il tempo per "salutarsi". Ad attendere i bambini non c’è alcun "Aprite le cartelle, ora cominciamo!", ma uno spazio confortevole per connettersi e ritrovarsi. Nella filosofia Senza Zaino, infatti, è difficile essere pronti per la prossima gara, se prima non si è celebrato come si deve il piacere di essere una Squadra! Gli spunti per farlo possono essere tanti: una storia da leggere, un gioco per raccontarsi il weekend o una semplice domanda rimasta in sospeso nell'aria: seduti insieme nell'Agorá, i bambini si raccontano, ridono, imparano, ed esplorano l’essere se stessi. Se è vero che in ogni scuola c'è l'abitudine di darsi il buongiorno, nelle Senza Zaino questo gesto diventa un momento istituzionale, un rituale mattutino cui è affidato il compito di introdurre i bambini nello spazio scolastico affinché possano abitarlo con gioia.    Scegliere di stare in un luogo e prendere parte a ciò che in esso accade, infatti, è un premessa indispensabile - e troppo spesso trascurata - quando si parla di apprendimento. Ecco che offrire quotidianamente ai bambini uno spazio di espressione e connessione col gruppo - lungi dall’essere un “tempo sottratto all’apprendimento” - è un booster di motivazione per massimizzare e consolidare gli apprendimenti.  Ma c’è di più! Quello dell’Accoglienza è un momento creativo e mai uguale a se stesso, che si presta a tutto ciò di cui c’è bisogno: ecco che nei giorni che precedono il Natale, allora, può trasformarmi in un Calendario dell'Avvento vivente, dove i genitori portano in dono qualcosa di utile o i propri talenti, improvvisandosi maestri di creatività e spensieratezza per i propri bambini. La pedagogia in sintesi Quella Senza Zaino è dunque una pedagogia dai “piedi per terra”, che mira a ridurre la distanza della Scuola dal Mondo - come fra il Sé e l’Altro - affinché crescervi non sia un passaggio forzato, ma un’opportunità per prepararsi al Dopo conservando il coraggio di cambiarlo. Lavora perché l’apprendimento non sia “tutta Testa”, ma coinvolga attivamente il Corpo e le Mani, ricomponendo quella frattura fra un Sapere puramente astratto e un non meno valevole Saper Fare. Così, accanto allo scrivere, parlare, ascoltare compaiono il fare, lo spostare, l’esplorare; si passa dall’obbedire, l’adeguarsi, il rinunciare all’esprimersi, discutere e cambiare. Accanto a tutto questo, non dimentica il Cuore, e si impegna a rendere la Scuola un luogo accogliente, fatto di Collaborazione, Scoperta e Libertà, perché i bambini possano desiderare di farvi ritorno con la stessa gioiosa impazienza con cui ogni sera varchiamo la soglia di Casa. Come trovarle? Ad oggi sono più di 290 gli istituti e 630 i plessi che partecipano al Progetto Senza Zaino, scuole pubbliche e paritarie, con una pluralità di soluzioni educative che accompagna i bambini dalla fascia 0-3 anni fino alla Secondaria di Secondo Grado. Se sei di Torino puoi trovare le Scuole senza Zaino del territorio grazie al motore di Ricerca di Che Scuola selezionando nel filtro avanzato il metodo educativo "Senza Zaino" oppure puoi scrivere il nome dell’Istituto, o muoverti grazie alla mappa interattiva. E se vuoi saperne di più su come come aderire alla rete ecco un articolo dedicato. Raffaella Gagliardi

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18 Ott
2022
Metodi educativi: una mappa per orientarsi

Approcci Educativi

Metodi educativi: una mappa per orientarsi

Quanti metodi educativi esistono? Quando un genitore si ritrova a scegliere l'asilo o la scuola dei propri figli talvolta scopre per la prima volta che esistono diversi approcci pedagogici. Ogni struttura socio-educativa ha alla base la scelta di un particolare metodo educativo (approccio educativo) che comporta l'uso quotidiano di strategie e tecniche di insegnamento specifiche del metodo. Ogni metodo educativo porta con sé un particolare modo di concepire il bambino e la sua relazione con l'ambiente sociale. Un metodo educativo pone gli educatori a porsi domande su due fronti: quello della formazione e quello dell'educazione. E quindi: "Quali strategie e tecniche di apprendimento mettiamo in campo? Come insegniamo al bambino? Come impara il bambino? Cosa voglio trasmettere?" Ma anche: "Quali strategie educative? Come devo relazionarmi con il bambino ? Quali sono le competenze socio-emotive che dobbiamo sviluppare in lui e come lo facciamo? " Tutte queste domande spesso sono un labirinto di perplessità per il genitore e, tuttavia, è importante che il genitore conosca bene l'approccio educativo messo in pratica tutti i giorni a scuola o all'asilo, che la approvi e possibilmente lo riproduca in famiglia. Ecco una sintetica mappa di orientamento per navigare nel grande mondo della Pedagogia e i relativi link di riferimento per approfondire gli argomenti di interesse. METODO MONTESSORI E’ una pedagogia dell’autonomia, che mette al centro la libertà esplorativa del bambino all’interno di uno spazio strutturato in cui ogni materiale è pensato per crescere, sotto gli occhi attenti di un’insegnante pronta ad assistere. Dotato di un imprinting pratico, il metodo riserva un posto speciale alla concretezza della vita quotidiana. In compagnia di bambini di età diverse, si impara facendo, imitando le cose dei grandi e diventando ogni giorno più autonomi e responsabili. In un’atmosfera di gioco e scoperta, si impara a leggere e scrivere molto presto, perché quando una cosa è divertente che motivo c’è di aspettare per impararla? Troviamo questo approccio soprattutto nelle scuole dell'infanzia, ma è diffusa anche alla scuola primaria. Esistono centinaia di scuole sul territorio nazionale che hanno sezioni Montessori. Da qualche anno si sta diffondendo anche nella scuola secondaria di primo grado. Link che consigliamo per approfondire il metodo solo: https://www.fondazionemontessori.it/ https://www.operanazionalemontessori.it/ PEDAGOGIA STEINER-WALDORF Quella steineriana è la pedagogia dell’espressione, che incoraggia i bambini all’ascolto di sé e all’uso dell’immaginazione e del corpo come ingredienti irrinunciabili per una crescita armonica. Attento a uno sviluppo globale del bambino, il curriculum riserva grande spazio agli apprendimenti esperienziali: accanto alle materie tradizionali compaiono il gioco, le storie e i laboratori creativi come strumenti pratici per crescere e imparare. Abbasso i ritmi frenetici di lavoro, le tante materie tutte insieme e la fatica di stare seduti per ore: ogni giornata alterna momenti che richiedono concentrazione e memoria ad altri più distesi e creativi, in un andamento dinamico che mira al benessere e rispetta i bisogni del bambino.  Per approfondire ecco il link al sito della fondazione. REGGIO EMILIA APPROACH - LORIS MALAGUZZI E’ una pedagogia della scoperta e dell’invenzione, dove il bambino costruisce autonomamente la propria intelligenza e i suoi bisogni sono la bussola che orienta il percorso formativo. Ogni mattina, all’interno dell’assemblea di classe, si sceglie insieme che cosa fare, per abituarsi fin da piccoli a essere protagonisti della propria crescita. L’ambiente diventa uno strumento irrinunciabile per stimolare gli apprendimenti e raggiunge il suo apice nell’ “Atelier”, un spazio in cui tutti entrano in contatto con diversi materiali, svolgendo attività che impegnano mani, pensiero ed emozioni. Sotto lo sguardo attento di più educatori e insegnanti, i bambini esplorano le proprie intelligenze, imparando non solo il linguaggio verbale o quello logico-matematico, ma anche quello della musica, del corpo e della creatività, per portare alla luce le potenzialità di ognuno e crescere individui entusiasti di esprimersi e contribuire. https://www.reggiochildren.it/ METODO SCUOLE SENZA ZAINO E’ una pedagogia della comunità che parte dal presupposto che non occorrano zainoni e matite etichettate per ogni bambino: i materiali necessari sono ospitati nell’aula, condivisi con gli altri e diventano il primo modo per sperimentare la condivisione e il rispetto della cosa comune. Il valore di stare insieme rispettandosi è rafforzato nell’Agorà, uno spazio al centro dell’aula dove il gruppo si confronta per condividere esperienze e prendere insieme decisioni importanti. Dagli arredi ai ritmi delle attività, tutto è pensato per accompagnare i bambini nella conquista dell’autonomia e della responsabilità attraverso sfide quotidiane e ruoli da esplorare, per imparare a fare da soli e con serietà. In un clima di accoglienza e reciproco ascolto, gli allievi sperimentano la libertà di scegliere le attività da svolgere, per cogliere il significato di ciò che fa e mobilitare con entusiasmo tutte le risorse necessarie per crescere.  Il metodo delle scuole senza zaino si applica nella scuola primaria e secondaria di secondo grado. Per approfondire puoi leggere il nostro articolo dedicato e il sito ufficiale delle scuole senza zaino. OUTDOOR EDUCATION E’ una pedagogia della Natura, che valorizza al massimo le possibilità dello star fuori e concepisce l’ambiente esterno come un luogo di formazione non meno significativo dell’aula tradizionale. Fuori si impara a guardare il mondo con gli occhi di uno scienziato, di uno storico, di un esploratore: anche gli apprendimenti più astratti diventano un’esperienza da ricordare e il senso di meraviglia è lo spunto per abituarsi a osservare e trovare risposte. Sarebbe incauto pensare che i bambini restino sempre all’aperto, o che l’Outdoor si limiti a un disimpegnato passeggiare: tante sono le forme in cui l’ambiente diventa uno spazio privilegiato per imparare, e proprio questa varietà contribuisce a nutrire i bambini in ogni loro dimensione, da quella cognitiva a quella psico-relazionale. Dall’orto didattico alla Pet therapy, dalle visite all’aperto al trekking esplorativo: tutto diventa esperienza per crescere, correre ed esplorare, imparando a vedere gli altri e il mondo come una risorsa preziosa da rispettare. https://www.scuolenaturali.it/ https://scuoleallaperto.com/ COSA PUOI FARE PRIMA DI SCEGLIERE • Prendi in considerazione gli interessi del tuo bambino  • Visita personalmente le scuole  • Parla con gli insegnanti se possibile • Partecipa agli open-day  • Assisti alle lezioni o a una giornata-tipo all’interno della scuola. E per finire? Cerca e scegli grazie al Motore di Ricerca sviluppato da Che Scuola per te! Raffaella Gagliardi

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