Il Blog di Che Scuola?!

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7 Dic
2024
La pedagogia della lentezza: come metterla in pratica

Orientamento e Open Day 0-3 anni

La pedagogia della lentezza: come metterla in pratica

Scegliere la scuola dell’infanzia è un passo importante per ogni genitore. La ricerca della scuola dell'infanzia ideale è guidata dal desiderio di trovare un luogo dove il bambino possa sentirsi accolto, protetto e stimolato, un ambiente che gli permetta di esprimere la sua personalità e di sviluppare le sue potenzialità in modo sereno. È naturale desiderare per i propri figli un luogo che assecondi i loro bisogni, non solo cognitivi, ma soprattutto emotivi. In un mondo in cui spesso si corre troppo, alcuni asili e scuole dell’infanzia decidono di ridurre la velocità, per poter garantire che tutto sia orientato al benessere del bambino. In queste scuole il tempo rallenta e diventa il prezioso amico dell’infanzia, in grado di aiutare i bambini a vivere ogni esperienza lentamente e con tranquillità. L’importanza della lentezza durante l'infanzia Nel periodo dell’infanzia, il tema della lentezza assume una grande importanza. I bambini, soprattutto quelli più piccoli, non dovrebbero sperimentare la fretta. Il tempo per un bambino dovrebbe scorrere con naturalezza e rispetto dei suoi ritmi. Studi scientifici sottolineano come un ambiente sereno, dove i tempi del bambino vengono rispettati, possa sviluppare non solo il benessere emotivo, ma anche le sue capacità di apprendimento e relazione. Come ha scritto il pedagogista Loris Malaguzzi: “Ogni bambino ha cento linguaggi per raccontare il suo mondo, ma il problema è che gli viene rubato novantaquattro.” Favorire ritmi lenti non significa rallentare il progresso, ma creare le condizioni per una crescita equilibrata, in cui il bambino possa esprimere liberamente il proprio potenziale. Pratiche quotidiane negli asili per garantire il benessere Per rendere più chiaro ai genitori cosa si intende per lentezza nelle scuole dell'infanzia abbiamo chiesto alla Dott.ssa Elisa Brosio, supervisore pedagogico dell’Asilo Morelli in che modo mettono in pratica nella loro quotidianità la pedagogia della lentezza. “Presso l’Asilo Morelli tutto l’approccio educativo è orientato al benessere dei bambini e la pedagogia della lentezza guida la scelta di una routine che bilancia cura, apprendimento e scoperta”. La natura come compagna nella crescita Il nostro asilo è immerso in un piccolo e silenzioso borgo della collina torinese e questo contesto facilita un approccio basato su ritmi lenti e non frenetici. La vicinanza ai boschi e al parco Europa ci offre la possibilità di fare spesso passeggiate in natura offrendo un’esperienza educativa unica e profonda. Passeggiate, giochi all’aperto e attività creative con materiali naturali stimolano la curiosità, favoriscono l’equilibrio emotivo e insegnano il rispetto per il mondo circostante. Spazi e ambiente per i bambini Il nostro asilo ha spazi molto ampi e luminosi che accolgono e tranquillizzano i bambini poiché trasmettono sensazioni di sicurezza e comfort. Il giardino e l’orto offrono ai bambini la possibilità di esplorare in assoluta sicurezza coccinelle, farfalle, la crescita degli ortaggi. Imparano che ogni processo ha un tempo, che questo tempo va accettato e rispettato; i bambini fanno così esperienza della scoperta ma sperimentano nel contempo la capacità di aspettare e pazientare.     La scelta di Educatori empatici: l’asilo come ambiente di ascolto e cura Crediamo che gli educatori siano le figure di riferimento fondamentali nella vita dei bambini e che debbano guidarli con gioia e cura. Per questa ragione nel nostro asilo poniamo grande attenzione nella fase di selezione di educatori empatici e amorevoli che sappiano accogliere le unicità di ogni bambino per incoraggiare la manifestazione delle loro emozioni con grande pazienza e capacità di ascolto.   Creare una comunità educante per la serenità dei genitori Spesso i genitori con bambini piccoli vivono momenti di grande stress e preoccupazione. All’asilo Morelli crediamo che sia importante accogliere, non solo i bisogni dei bambini, ma anche quelli dei genitori e per questa ragione poniamo grande attenzione all’ascolto della famiglia. Organizziamo spesso momenti di aggregazione tra le famiglie e promuoviamo una relazione di fiducia e collaborazione tra tutte le figure che accompagnano i bambini nella loro crescita. Abbiamo constatato che questa connessione aiuta i genitori ad affrontare le sfide quotidiane con più leggerezza e serenità. Approfondimenti bibliografici sulla Pedagogia della Lentezza Per approfondire i temi trattati in questo articolo e scoprire ulteriori evidenze scientifiche a sostegno dell'importanza di un'educazione lenta e rispettosa dei ritmi del bambino, vi suggeriamo la consultazione delle seguenti risorse: Malaguzzi, L. I cento Linguaggi dei bambini Un classico della pedagogia dell'infanzia, che offre una visione approfondita del pensiero di Malaguzzi e del modello educativo delle scuole Reggio Emilia. Louv, R. (2005). L'ultimo bambino dei boschi Un'opera fondamentale che sottolinea l'importanza del contatto con la natura per lo sviluppo del bambino. Open day: Prenota subito il tuo posto per conoscere meglio L'Asilo Morelli Sabato 11 gennaio 2025 10:30 - 12:30 Open Day e laboratorio per i bambini ''I colori dell'inverno'' Giovedì 23 gennaio 2025 16:30 Open Day e Merenda coi bambini Per organizzare al meglio gli eventi è gradita la registrazione all' Open Day attraverso il modulo allegato. Per altre informazioni l'asilo attraverso: il numero di telefono 0116612588 oppure scrivendo una email all'indirizzo info@asilomorelli.it

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2 Dic
2024
Cosa sono le Scuole Parentali

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Cosa sono le Scuole Parentali

Le scuole parentali e i progetti educativi a gestione familiare stanno crescendo in numero sempre di più alto. L’interesse sempre maggiore verso questa alternativa educativa nasce in virtù della partecipazione diretta dei genitori che queste realtà prevedono attraverso un patto educativo scuola-famiglia chiaro e condiviso.  Talvolta, soprattutto nelle piccole realtà, il ruolo dei genitori può andare oltre la condivisione di intenti educativi prevedendo, per esempio, la partecipazione attiva nella gestione dei servizi e nell’organizzazione interna. La suddivisione di compiti e responsabilità nella gestione della scuola dei propri figli rende i genitori attivi e partecipi in luoghi in cui generalmente sono solo spettatori. Andare nella scuoletta di tuo figlio e partecipare con altri genitori alla pulizia dei locali, alla scelta del menù o riparando la lampadina rotta, ripaga delle ore che non hai passato con lui e ti rende parte del suo ambiente di crescita anche quando non ci sei. La realtà delle scuole parentali permette di riscoprire il valore della comunità e della condivisione permettendo di trasmettere ai bambini anche attraverso l’esempio. Sempre più educatori credono nell’importanza di un’alleanza scuola-famiglia poiché supporta la crescita sana dei bambini e, per tale ragione, vale la pena impegnarsi nella ricerca di un percorso educativo condiviso, anche se non sempre risulta semplice e di immediata attuazione. Le scuole parentali presenti a Torino Nella sola città di Torino sono presenti almeno quattro realtà educative a gestione parentale, e decine sono quelle nei comuni limitrofi. Questo numero tende a crescere sempre di più proprio in virtù della risposta che le scuole parentali permettono di dare ai genitori che vogliono partecipare attivamente alle scelte educative dei propri figli.  Nell’ottica di orientare le tante famiglie che cercano questo tipo di realtà “Che Scuola” presenta un breve elenco delle scuole parentali e progetti educativi presenti nelle vicinanze della città di Torino. Ricordiamo, inoltre, che attraverso il nostro motore di ricerca sarà possibile individuare facilmente anche quelle che nasceranno in futuro.   Che Scuola!? si augura, come nel nostro manifesto esplicitato, di essere di supporto alle famiglie e a “tutte” le realtà educative che mirano a crescere i bambini in uno spirito di collaborazione e unità di intenti. Ecco l’elenco dei contatti. La Casa delle Meraviglie Progetto Educativo 2-3 anni, 3-6 anni, 6-11 anni Parco della Maddalena, Moncalieri Sito-web Email: casadellemeraviglietorino@gmail.com Tel 39 3285428753 La Vita al Centro Micronido, Giardino d’Infanzia, Istruzione parentale Elementare e Media Strada del Nobile 86/92 Torino    Profilo Che Scuola Email retevitaalcentro@gmail.com Tel 011 450 6456 Tel 373 7161926 Crescendo – Pedagogia Waldorf Progetti educativi a gestione parentale 6-10 anni e 10 – 14 anni Corso Casale 246, 10132 Torino sito web tel 39 3714189356 Scuola San Martino  Infanzia 3-5 anni, ludoteca Via Villar 25, Torino, zona Borgo Vittoria https://www.sanmartino.education/ Email memore.sara@gmail.com Tel 32930028 Una Balena Nel Bosco Progetto di libera immersione in Natura 2-6 anni Rivoli Pagina Facebook Email uabalenanelbosco@gmail.com Tel 389 427 3541 Malacatù Ambiente Educativo Progetto educativo a gestione parentale 6-10 anni, Pavarolo (TO) Educazione diffusa in Torino Pagina Facebook Email malacatu.edu@gmail.com Tel 340 583 5823 L’officina Sul Po Progetti di pedagogia nel bosco 0-2 anni e 3-6 anni Via Diaz 19 San Mauro Torinese Pagina Facebook Email educazione@lofficinasulpo.it Tel 328 549 5472 Il Chicco di Grano, Pedagogia Steiner-Waldorf Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni e 6-10 anni Via Arnaldo da Brescia 22 - 10134 Torino Email: segreteria@chiccodigrano.it Pagina Facebook Tel 011 414 3554 Tel 3315271399 Arcadia Progetto Educativo  Progetto educativi parentale 1-3 anni e 3-6 anni Piossasco Pagina Facebook Email arcadiaprogettoeducativo@gmail.com Tel 340 464 9848 A Modo Mio Progetto Educativo In Outdoor Progetto educativo in outdoor dai 6 -10 anni e 11-13 anni. Strada Gran Turna, Giaveno Pagina Facebook Tel 3357561198 Montessori In Pratica – Val di Susa  Progetto educativi parentale 1-3 anni e 3-6 anni Almese, Druento, San mauro Pagina Facebook Email montessoriinpratica@gmail.com Tel 333 756 1780  Polo Educativo Montessori Progetti educativi 2-6 anni, 6-11 anni, 11- 14 anni Via Vittoria Nenni 90,Rivalta Email info.poloeducativo@gmail.com Tel 331 280 2146 Tel 379 122 2086 La Bottega delle Ranocchie Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni e 3-6 anni  Lungo Po Abellonio 9 Moncalieri  sio web pagina Facebook Tel 373 708 57 64 Gli gnomi dei Kiwi Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni, 3-6 anni, 6-10 anni Via Bassino 27 Abbadia di Pinerolo sito web pagina Facebook Email glignomi.deikiwi@gmail.com Tel 3338950575 Scuoletta Montessori Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni, 6-10 anni, 10-13 anni  Strada Stupinigi 104 – Orbassano sito web pagina Facebook Email associazione@scuolettamontessori.it Tel 0110269835  Il Bosco dei Marmocchi & Natura Nostra Maestra Asilo nel bosco dai 2 ai 5 anni, Scuoletta nel Bosco dai 6 agli 11 anni Strada Trognani 15, Druento sito web Email naturanostramaestra.info@gmail.com Tel 3474009367 Liberi Tutti! Imparare in Natura Laboratori in Natura per crescere ed imparare Tutor e sostegno, Primi Voli 2 – 5 anni, Volpi Primaria 6-10 anni, Superior 11-13 anni Poirino Pagina Facebook Email liberituttiscuolafamigliare@gmail.com Tel 349 435 3159 Santa Clelia Progetto educativo 6-10 anni Regione Rossana 7, Mazzè, Torino Email radicipersognare@virgilio.it Tel 3387022261 La Tana sulla Luna Progetto di Educazione Parentale 2-6 anni Pagina Facebook Strada Galassa 12, Cumiana, Torino Email latanasullaluna@gmail.com Tel 399 6684781 Tel 347 47187286 La casa del Cuore Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni  Via Tetti Grella 180 Vinovo (To) Tel. 39 328 971 1380 Email: casadelcuore.montessori@gmail.com La Casa di Ghitin Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Rivalta 9 Rivoli (To) Tel. 3519144930 Email: casadighitin.montessori@gmail.com La tana nell’albero Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Cascina Romana 66 Rivalta di Torino Email:info.poloeducativo@gmail.com Tel. 3312802146 La Masera  Progetto pedagogia in natura età 4-13 anni. Via Carpanea, 8_ San Raffaele Cimena (To) Sito web La Masera Progetto 6-11 anni email lamasera.info@gmail.com Cell 371 364 4168 Antonella Giostra

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12 Nov
2024
L’Autunno e le Sue Ricorrenze: le Lanterne di San Martino

Eventi e Incontri Per tutte le età

L’Autunno e le Sue Ricorrenze: le Lanterne di San Martino

Nel cuore dell’autunno la natura si trasforma: le giornate si accorciano inesorabilmente, le foglie cambiano colore prima di cadere, lasciando i rami spogli. Tutto si prepara alla quiete invernale. La natura si addormenta esteriormente e la terra si sveglia nel sottosuolo, accogliendo nel suo grembo quei semi che daranno nuova vita nella primavera futura. Allo stesso modo l’essere umano non gode più di quella solarità sognante estiva; l’oscurità e il freddo lo costringono a ritirarsi nella propria interiorità per coltivare una luce nuova, una luce interiore. Il ritmo delle stagioni ricorda che, nonostante le sfide, possiamo sempre trovare un’opportunità di rinnovamento. La Storia di San Martino San Martino è vissuto nel IV secolo dopo Cristo; di origini romane, figlio di un tribuno della legione, nacque nell’odierna Ungheria e trascorse l’infanzia a Pavia. Divenne poi militare, inviato in Gallia. Così il narratore Jacob Streit immagina il momento che, secondo la tradizione, cambiò la sua vita: “Cavalcava alla volta della città di Amiens, soffiava un vento gelido, ed era troppo freddo persino per i corvi in volo nell’aria. Le ultime rigide foglie d’autunno turbinavano via dagli alberi quasi spogli. D’improvviso, dinanzi a sé, ai margini della strada, Martino scorse una figura. Era poco vestita e si appoggiava a una grande pietra per trovare riparo dal vento. Il mendicante alzò una mano implorante e mormorò parole che il vento disperse e guardò con occhi grandi verso Martino. Allora egli si tolse il mantello dalle spalle, sguainò la spada e tagliò dall’alto in basso il mantello in due. Porse la metà al mendicante che vi avvolse le sue membra tremanti, pieno di riconoscenza. Martino si gettò l’altra metà sulle spalle. Continuò a cavalcare verso la città per trovare albergo”, affrontando pioggia battente e forte vento. Poco dopo le nubi si diradarono, la pioggia cessò e l’aria divenne mite; il sole fece capolino tra le nubi, come se fosse un giorno d’estate.  La notte seguente, il cavaliere fece un sogno in cui vide Cristo vestito con la metà del suo mantello. Al risveglio, per sua grande meraviglia, si accorse che il mantello era integro. Questo sogno non solo segnò un momento di profonda trasformazione per Martino, ma anche la scoperta del legame tra la sua generosità e la luce interiore.  Origini della Festa Originariamente celebrata in Francia, la festa di San Martino, che cade l'11 novembre, segnava la fine dei lavori nei campi, si diffuse nel corso dei secoli in tutta Europa. Le tradizioni legate a San Martino sono variegate, specialmente in Germania e Scandinavia, dove la ricorrenza è celebrata con un grande falò chiamato “Martinsfeuer”. Nelle notti che precedono l’11 novembre, adulti e bambini partecipano a processioni, portando lanterne e intonando canti dedicati a San Martino dirigendosi verso la piazza principale, dove il grande falò viene acceso. Dopo la "Laternenumzug", la processione notturna, le lanterne di carta vengono appese a dei rami e i partecipanti recitano filastrocche propiziatorie. Ogni partecipante riporta a casa la propria lanterna, da accendere ogni giorno fino al periodo dell’Avvento, poiché si crede che essa porti prosperità, gioia e fortuna. Come si Festeggia San Martino nelle Scuole Waldorf Nei giorni che precedono la festa di San Martino le scuole Waldorf organizzano attività per trasmettere ai bambini l'importanza di questi valori attraverso storie, canti e laboratori. Nei giardini d’infanzia e nelle prime classi delle scuole, si respira un’atmosfera di attesa e vivace entusiasmo. I bambini, guidati dai loro insegnanti, si immergono in attività di preparazione. La storia di San Martino viene raccontata, poi recitata e cantata dagli allievi stessi, un racconto che non solo narra le sue gesta, ma trasmette anche valori di generosità e condivisione. Mentre le parole prendono vita, i piccoli si lasciano ispirare e coinvolgere, immaginando l’eroico gesto del santo che condivide il suo mantello con il povero. Contemporaneamente nelle classi dei più grandi si avviano le preparazioni culinarie, si impastano biscotti o pane arricchito con uvetta e mandorle, ingredienti che non solo rendono il pane delizioso, ma simboleggiano anche il calore e l’abbondanza della stagione. Le mani si muovono con entusiasmo, creando prelibatezze da condividere.  Altrettanto importante è la creazione delle lanterne, un'attività che stimola la creatività, utilizzando materiali diversi e adatti a ogni fascia d’età: dall’asilo fino all’VIII, si assemblano e si decorano le poetiche lanterne che illumineranno la sera della festa. Tali attività, ricche di significato, contribuiscono a rendere i preparativi di San Martino un momento speciale di apprendimento e crescita collettiva. Queste festività offrono momenti di riflessione volte a rafforzare i legami tra le persone, L’accensione dei lumini e delle lanterne simboleggia la speranza, invita a contemplare e valorizzare gli aspetti positivi della propria esistenza e della propria persona.  Francesca Merlo

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11 Ago
2023
Chi era Emmi Pikler e perché è importante per i nostri bambini

Approcci Educativi

Chi era Emmi Pikler e perché è importante per i nostri bambini

Meno conosciuta di Maria Montessori, ma altrettanto importante, Emmi Pikler è una pedagogista di cui è essenziale conoscere il nome. Emmi Pikler è nata all’inizio del ’900 ed è uno dei tanti medici (nel suo caso pediatra) che, pur continuando a svolgere la professione, sono diventati dei grandi educatori, appassionandosi di pedagogia e di benessere dei bambini (non solo dal punto di vista della salute fisica, ma anche mentale ed educativa). L’approccio di Emmi Pikler e il lavoro che ha svolto per lunghi anni con le educatrici nell'istituto Casa famiglia Lòczy di Budapest si fonda su figure di riferimento che si occupano non solo del corpo del bambino, ma anche della sua mente e delle sue emozioni.  L’istituto nacque come servizio pubblico residenziale e accoglieva i bambini principalmente senza famiglia. Basandosi sull’esperienza nell’istituto, Pikler realizzò dei manuali in cui specificava, fino al più piccolo dettaglio, i molteplici aspetti dell’educazione e della vita quotidiana dei piccoli, dai mobili ai vestiti, fino all’ambiente. Il suo lavoro — sia per quanto riguarda la cura dei bambini sia dal punto di vista della ricerca — ben presto fu riconosciuto e con il tempo la Casa famiglia divenne l’Istituto di Metodologia, Assistenza all’Infanzia e Educazione (con annesso servizio di consulenza). L’educazione attiva Pikler condivide quindi con Maria Montessori e con altri grandi educatori dello scorso secolo — come Decroly e Korczak — la formazione medica, ma anche l’appartenenza ad un’idea di educazione che è quella del grande movimento dell’Educazione Attiva.  Si tratta di un orientamento pedagogico-educativo che avuto un momento di grande rilievo all’inizio del ’900, e che ha coinvolto anche alcuni educatori che non si sono occupati direttamente di bambini piccoli, come Freinet, Froebel o Pestalozzi, ma di soggetti di diverse età e in diverse situazioni.  L’idea dietro al movimento? "Chi è protagonista dell’esperienza formativa ed educativa è il bambino stesso" (o il soggetto in formazione). Le idee di Emmi Pikler I principi fondamentali che accompagnarono il lavoro di Emmi Pikler (così come la psicologia evolutiva nella primissima infanzia) partono dal presupposto per cui i bambini sani sviluppano in modo rapido o lento le proprie competenze, e soprattutto in modo diverso e variegato, non standardizzato come indicano le famose tabelle di crescita. Il ruolo dell’adulto di riferimento nella crescita del bambino per Pikler è quindi assimilabile alle funzioni genitoriali. Tra i suoi consigli troviamo: - lasciare che i bambini e le bambine imparino a stare seduti da soli, senza troppo aiuto esterno che comprometterebbe gli sforzi che portano proprio a questa competenza; - lasciare che i bambini e le bambine approfondiscano e portino a termine da soli le azioni e i movimenti che hanno avviato; - non imporre movimenti o posizioni che non hanno ancora imparato da soli e spontaneamente. A volte per i genitori risulta naturale assumere atteggiamenti per “aiutarli” a raggiungere i loro primi successi; tuttavia l’intervento non è veramente necessario. Infatti il non dare indicazioni rafforzerà le loro conoscenze, la loro sicurezza in sé e la fiducia nell’adulto, che esprime soddisfazione e gioia per i traguardi conquistati. La quotidianità I bambini, secondo Pikler, sviluppano fiducia e apertura quando la loro quotidianità si svolge in continuità con un adulto di riferimento che dà vita a una relazione sicura, fondata sulla fiducia e sulla conoscenza reciproca, in uno scambio che sia inizialmente d’intensa vicinanza, poi via via più distanziato e accogliente verso altri elementi circostanti e verso il mondo esterno. Questo scambio, fin dai primi giorni di vita, è orientato al principio che non si educa un bambino senza la sua partecipazione attiva, senza interesse. Verbalizzare, cantare una ninna nanna, recitare una filastrocca cercando il contatto visivo, i gesti calmi: tutto questo rappresenta i primi momenti di scambio con quel concentrato di empatia che sono i bambini piccoli, che dal canto loro percepiscono che c'è intenzione attiva di cooperazione da parte dell’adulto di riferimento. Nell’idea di Emmi Pikler il bebè è concepito come una persona che, fin dalla nascita, possiede capacità e potenzialità insospettabili. Attraverso l’osservazione e l’allenamento i genitori sono supportati a comprendere le capacità innate dei loro figli, i loro traguardi, comprendendo come si svolgono tutte le iniziative relazionali con il loro ambiente, grazie soprattutto alle loro attività autonome. Per questa ragione Emmi Pikler richiedeva ai genitori di permettere ai loro bambini di muoversi liberamente a proprio piacimento, assicurando le giuste condizioni ambientali e senza metterli in una posizione da loro non raggiunta naturalmente. Non li si deve impegnare, essenzialmente, in un movimento che loro stessi non hanno ancora acquisito e da cui non riescono a svincolarsi; perché ciò che accade al corpo, viene trasmesso allo spirito. In altre parole Emmi Pikler vedeva in un neonato che si muove un soggetto impegnato in un’opera sia interna che esterna. Vedeva un germe di potenza, un lavorio che si esprimerà in futuro con altri mezzi e forze, in altre circostanze della vita, al servizio dell’essere umano che diverrà. Era convinta dell'importanza fondamentale della motricità autonoma, senza interferenze da parte dell’adulto, per la strutturazione della personalità del bambino. Per chi vuole approfondire ecco alcuni riferimenti Associazione Emmi's care, Brescia La casa del bambino piccolo, Grabs CH- Storchennest.ch Emmi Pikler- Edufrog Pikler in casa- pagina Facebook Per chi vuole sperimentare L'Associazione Semi di luce APS per la famiglia e la prima infanzia, promuove e divulga il lavoro di Emmi Pikler attraverso gruppi giochi genitori-bambini “LA STANZA DI EMMI” (0-3 anni) a Torino e provincia. Attraverso questi percorsi i genitori imparano a conoscere i bisogni di sviluppo dei propri figli, a comprenderli e sostenerli dando loro spazio per svilupparsi con la consapevolezza dell'importanza del gioco libero e autonomo nella vita di un bambino. Cosa puoi trovare in questo spazio La possibilità di sperimentare giochi e attrezzi in legno (adatti all'età dei bambini), pensati dalla pediatra Emmi Pikler, superando molti ostacoli avventurosi. I bambini sono pieni di curiosità e cercano il proprio percorso scelto e così facendo scoprono il segreto dell'equilibrio interiore ed esteriore. Una varietà di opportunità per costruire passaggi di movimenti, che i bambini possono esplorare al proprio ritmo e con le proprie dinamiche e che danno spazio per sviluppare la loro destrezza e gioia di movimento fin dalla tenera età. Uno spazio di tranquillità e attenzione, un ambiente pieno di Amore, dove i genitori potranno guardare con stupore e interesse i loro figli quanto possono giocare da soli, (anche i piccolini!!) quanto siano sicuri e armoniosi grazie alla riservatezza e al rispetto da parte dell'adulto di riferimento. Uno spazio contrassegnato da tre principi essenziali: ascolto, accompagnamento, accoglienza, con lo scopo principale di accompagnare i bambini a conoscere il mondo esterno con gradualità e delicatezza; creare nuovi e duraturi legami con altre famiglie, ma anche offrire all'adulto confronti con una comunità educante trovando così continuativi ed innovativi impulsi educativi, formazione continua, incoraggiamenti e spunti di riflessione per eventualmente rivedere il proprio personale stile educativo e di cura. Una bibliografia specifica sulle principali tematiche affrontate, albi illustrati, repertori di canti, filastrocche, giochi con le dita. Per informazioni sulle iniziative dell'associazione Semi di Luce collegati alla pagina Facebook oppure scrivi a criconcri@yahoo.it Cristina Pasquale, Educatrice prima infanzia

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14 Dic
2022
Scuole Senza Zaino: quando sono nate, dove trovarle e come aderire

Approcci Educativi

Scuole Senza Zaino: quando sono nate, dove trovarle e come aderire

Il Progetto delle Scuole Senza Zaino L'approccio delle Scuola Senza Zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica nata alla fine degli anni Novanta che si prefigge, non solo di “fare scuola”, ma di “essere scuola” in un modo diverso, scardinando tutto ciò a cui siamo abituati per promuovere una modalità più inclusiva di vivere lo spazio educativo. Questa intuizione mette le sue radici, quando un coraggioso Dirigente lucchese - osservando la ben nota inquietudine dei ragazzi fra i banchi - si chiese che cosa si potesse fare di diverso per coinvolgerli e coltivare in loro una sfegatata curiosità e una gioiosa disponibilità alla fatica. Sperimentazione dopo sperimentazione, senza mai perdere l’entusiasmo, Marco Orsi e il suo team di docenti accolsero quella scontentezza come una sfida e ne fecero uno stimolo per ripensare alle pratiche educative affinché fossero più vicine ai bisogni dei propri studenti.  Così nel 2002 è nato il progetto Senza Zaino e, dal suo inizio ad oggi, ha visto più di 290 istituti e 630 plessi abbracciarne la missione: sparse in tutta Italia, sono centinaia le scuole che quotidianamente (e senza alcun costo per i genitori!) portano avanti questa rivoluzione. Guardiamo queste scuole più da vicino per scoprire cosa succede nelle loro aule, dove trovarle e i diversi modi pensati per supportarle attivamente nel loro lavoro. Dove trovare le Scuole Senza Zaino In tutta Italia! Le Scuole Senza Zaino sono tante, tantissime, sparse in tutta la penisola. Impossibile elencarle tutte, ma individuarle è un gioco da ragazzi! Se siete di Torino potete trovarle nel motore di Ricerca di Che Scuola selezionando il metodo educativo senza zaino nel filtro avanzato. E’ possibile impostare la ricerca per indirizzo, inserendo il nome dell’Istituto o manualmente, attraverso la mappa interattiva. Se siete di un'alta città potete invece sfruttare il sito della Rete Senza Zaino sono tutte presenti, organizzate in un elenco secondo l’ordine alfabetico delle province e accompagnate da una cartina che consente di trovarle a colpo d’occhio. Come aderire  Entrare a far parte della rete è un percorso a step i cui passi (e i documenti necessari!) sono facilmente individuabili sul sito nella sezione apposita.  Il primo passo è segnalare il proprio interesse, il secondo capire insieme cosa spinge la Scuola ad entrare nella famiglia Senza Zaino, sondando consapevolezza e motivazione. Ogni scuola, infatti, si approccia al Senza Zaino in maniera diversa, partendo da situazioni e premesse sue proprie e di tale specificità la Rete si prende cura per accoglierla come merita. Da quel momento in poi, la Scuola verrà assistita da vari soggetti territoriali come il Referente regionale e le Scuole Polo del territorio, per incontrarsi, approfondire insieme e formalizzare l’adesione con la firma del Dirigente (e il supporto di tutti gli insegnanti!) Per saperne di più collegarsi alla pagina dedicata. Vorresti partecipare al progetto ma non sei una scuola? C’è spazio anche per te! Lungi dall’essere un Associazione unicamente rivolta agli addetti ai lavori, quella della Senza Zaino è una famiglia aperta, che accoglie chiunque si riconosca nel modello di una scuola nuova fondata sui valori di Ospitalità, Responsabilità e Comunità. Aderire all’Associazione significa non solo sostenere materiale un Progetto sociale di ampio respiro, ma regalarsi anche una serie di vantaggi e opportunità formative! Ad attendere genitori, insegnanti e tutti gli amanti dell’educazione che vogliono restare al passo, ci sono: • Sconti sulle attività formative della Senza Zaino School • Partecipazione gratuita a seminari/corsi ai primi che si iscrivono • Una newsletter per rimanere sempre aggiornati sulle attività dell’Associazione Aderire è semplice, attraverso la Tessera annuale: se sei interessato ad approfondire i dettagli o ti senti già pronto a salire a bordo, clicca qui: https://www.senzazaino.it/tessera Raffaella Gagliardi

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11 Nov
2022
Scuole Senza Zaino

Approcci Educativi

Scuole Senza Zaino

Scuole Senza Zaino A chi per la prima volta s’imbatte in una realtà scolastica Senza Zaino, la domanda sorge spontanea: è possibile mandare i bambini a scuola senza le loro ingombranti conchiglie di stoffa?  A queste perplessità risponderemo che sì, è possibile! Certo, non basta spogliare gli studenti del loro amato fardello per stravolgere il modello educativo di una scuola, ma da questo gesto apparentemente innocuo si può partire per cambiare in meglio un sacco di cose.  L'approccio Senza Zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica che si prefigge non solo di “fare scuola”, ma di “essere scuola” in un modo diverso. In particolare, scardina lo stereotipo degli spazi, attività e abitudini a cui siamo abituati per promuovere una modalità più inclusiva di vivere lo spazio educativo, affinché i bambini possano sentirsi protagonisti e membri di una comunità di cui prendersi cura. Vediamo che cosa le rende speciali, e perché hanno scelto di chiamarsi in questo modo. Perché ''Senza Zaino''? E’ dalla riflessione sugli oggetti - intesi come arredi, strumenti e ambienti - che ha preso vita la pedagogia Senza Zaino.   “Noi siamo partiti da un oggetto apparentemente banale, feriale, quotidiano: lo zaino che utilizzano i nostri bambini e i nostri ragazzi per andare a scuola. Perché, ci siamo chiesti, viene impiegato solo nelle scuole? Perché gli adulti per andare a lavoro tutt’al più portano con sé cartelle o borse leggere? [...] Il dizionario ne dà questa definizione: «Sacco di tela robusta rinforzato e munito di cinghie per essere portato a spalla, sia da soldati, che alpinisti e gitanti.›› Dunque l’utilizzo dello zaino non è un fatto neutrale, indifferente: mette in rilievo, da subito, un’immagine di ambiente perlomeno inospitale. E’ stato inventato per affrontare situazioni disagevoli, se non impervie. Siamo di fronte allora a un’organizzazione che struttura un ambiente (formativo) in modo tale che per essere vissuto necessita che gli alunni si impegnino in un trasporto quotidiano di cose che servono ad attrezzare un luogo altrimenti spoglio, senza dotazioni, privo degli equipaggiamenti di base.” Così Marco Orsi, fondatore del progetto Senza Zaino, racconta la genesi del progetto nel suo libro “A scuola senza zaino. Il metodo del curricolo globale per una didattica innovativa” : - se gli oggetti e gli spazi condizionano il modo in cui si fa scuola, così come il rapporto fra insegnanti e bambini, ristrutturarli è il punto d partenza per lavorare a un modello educativo più accogliente e funzionale all’ apprendimento. La scelta di liberarsi dell’ingombrante compagnia dello zaino, dunque, non è la mera stravaganza di un Dirigente un po’ naïf, ma la parte ultima di una revisione profonda che sceglie di fare della Scuola un luogo a misura di bambino, dove il necessario è a disposizione di tutti perché possano sentirsi liberi di creare e al contempo prendersi cura di spazi e persone. Cosa rende speciali le Scuole Senza Zaino. 1) Non ci sono banchi singoli, cattedre e i materiali restano in classe. Stop alle trincee di banchi schierate di fronte alla maestre; i banchi sono disposti per favorire l'interazione, la cooperazione e i lavori di gruppo rivoluzionando la geografia dell’aula, la pedagogia Senza Zaino trasforma la classe in una micro comunità, dove ognuno sente come propri gli oggetti di tutti e percepisce come necessario e vitale il suo contributo alla vita del gruppo. L’idea complessiva è quella di un’aula-bottega, dove gli attrezzi del pensare e del fare sono a disposizione di tutti e i bambini sono chiamati, come piccoli artigiani, a osservare, progettare, creare per risolvere quelle che sono piccole sfide quotidiane.  Le classi diventano spazi aperti e gli arredi isole di lavoro mobili per agevolare il momento dell’apprendimento, sia esso un laboratorio, il confronto di gruppo o un disegno da soli. Per la prima volta compare in aula l’ “Agorà”, un’area soffice dove i bambini si radunano ogni mattina per condividere stati d’animo e discutere il da farsi, come una piccola assemblea di cittadini nell’antica Grecia che definisce insieme la direzione della comunità. 2) Mette al centro la comunità.  Riordinare l’aula insieme, personalizzarla, ridipingere insieme quel muro un po’ triste: attraverso la suddivisione dei lavori e la partecipazione diretta alle faccende di ogni giorno, i bambini vengono coinvolti attivamente nel processo e abituati a pensarsi non come comparse di una commedia, ma registi e protagonisti di tutto ciò che va in onda in classe. A partire dalla semplice introduzione dell’Agorà, poi, crescono sperimentando una scuola democratica, dove si impara a discutere insieme e a fare scelte come risultato di una volontà condivisa che non ha bisogno di imporsi dall’alto. E' il momento in cui gli insegnanti trasmettono il valore e l'importanza dell'ascolto reciproco, in cui ciascun bambino porta all'attenzione dei compagni il proprio quotidiano raccontando avvenimenti importanti del giorno prima, è l'occasione per parlare delle novità belle e brutte e di ciò che accade nel mondo fuori dalla scuola. In questo contesto - che riesce ad essere autorevole pur rispettando le individualità di ognuno -, la voce e la presenza dell’insegnante diventano una guida che accompagna il gruppo alla scoperta di sé, degli altri e del mondo. 3) Promuove valori più sani. La pedagogia Senza Zaino raccoglie le sfide attuali, come l’indifferenza, il consumismo e la competizione per coltivare un legame profondo e autentico fra l’individuo e il mondo. Basta vantarsi per ciò che si possiede, gareggiare con gli altri per portare a casa il risultato migliore: a inizio anno, con una piccola cerimonia che stimola il senso di comunità, ognuno riceve una cartella uguale a quella degli altri e impara a guardare i compagni come alleati che giocano nella stessa squadra. La valutazione si fa mite - passando dai voti-etichette a descrizioni gentili -, mentre alle regole imposte e alle punizioni si preferiscono l’ascolto empatico e il perché delle cose, affinché ognuno diventi capace di essere se stesso senza calpestare i bisogni degli altri.   L'importanza di darsi il buongiorno! Una delle cose che rende speciali le scuole Senza Zaino è l'abitudine di darsi ogni mattina il tempo per "salutarsi". Ad attendere i bambini non c’è alcun "Aprite le cartelle, ora cominciamo!", ma uno spazio confortevole per connettersi e ritrovarsi. Nella filosofia Senza Zaino, infatti, è difficile essere pronti per la prossima gara, se prima non si è celebrato come si deve il piacere di essere una Squadra! Gli spunti per farlo possono essere tanti: una storia da leggere, un gioco per raccontarsi il weekend o una semplice domanda rimasta in sospeso nell'aria: seduti insieme nell'Agorá, i bambini si raccontano, ridono, imparano, ed esplorano l’essere se stessi. Se è vero che in ogni scuola c'è l'abitudine di darsi il buongiorno, nelle Senza Zaino questo gesto diventa un momento istituzionale, un rituale mattutino cui è affidato il compito di introdurre i bambini nello spazio scolastico affinché possano abitarlo con gioia.    Scegliere di stare in un luogo e prendere parte a ciò che in esso accade, infatti, è un premessa indispensabile - e troppo spesso trascurata - quando si parla di apprendimento. Ecco che offrire quotidianamente ai bambini uno spazio di espressione e connessione col gruppo - lungi dall’essere un “tempo sottratto all’apprendimento” - è un booster di motivazione per massimizzare e consolidare gli apprendimenti.  Ma c’è di più! Quello dell’Accoglienza è un momento creativo e mai uguale a se stesso, che si presta a tutto ciò di cui c’è bisogno: ecco che nei giorni che precedono il Natale, allora, può trasformarmi in un Calendario dell'Avvento vivente, dove i genitori portano in dono qualcosa di utile o i propri talenti, improvvisandosi maestri di creatività e spensieratezza per i propri bambini. La pedagogia in sintesi Quella Senza Zaino è dunque una pedagogia dai “piedi per terra”, che mira a ridurre la distanza della Scuola dal Mondo - come fra il Sé e l’Altro - affinché crescervi non sia un passaggio forzato, ma un’opportunità per prepararsi al Dopo conservando il coraggio di cambiarlo. Lavora perché l’apprendimento non sia “tutta Testa”, ma coinvolga attivamente il Corpo e le Mani, ricomponendo quella frattura fra un Sapere puramente astratto e un non meno valevole Saper Fare. Così, accanto allo scrivere, parlare, ascoltare compaiono il fare, lo spostare, l’esplorare; si passa dall’obbedire, l’adeguarsi, il rinunciare all’esprimersi, discutere e cambiare. Accanto a tutto questo, non dimentica il Cuore, e si impegna a rendere la Scuola un luogo accogliente, fatto di Collaborazione, Scoperta e Libertà, perché i bambini possano desiderare di farvi ritorno con la stessa gioiosa impazienza con cui ogni sera varchiamo la soglia di Casa. Come trovarle? Ad oggi sono più di 290 gli istituti e 630 i plessi che partecipano al Progetto Senza Zaino, scuole pubbliche e paritarie, con una pluralità di soluzioni educative che accompagna i bambini dalla fascia 0-3 anni fino alla Secondaria di Secondo Grado. Se sei di Torino puoi trovare le Scuole senza Zaino del territorio grazie al motore di Ricerca di Che Scuola selezionando nel filtro avanzato il metodo educativo "Senza Zaino" oppure puoi scrivere il nome dell’Istituto, o muoverti grazie alla mappa interattiva. E se vuoi saperne di più su come come aderire alla rete ecco un articolo dedicato. Raffaella Gagliardi

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18 Ott
2022
Metodi educativi: una mappa per orientarsi

Approcci Educativi

Metodi educativi: una mappa per orientarsi

Quanti metodi educativi esistono? Quando un genitore si ritrova a scegliere l'asilo o la scuola dei propri figli talvolta scopre per la prima volta che esistono diversi approcci pedagogici. Ogni struttura socio-educativa ha alla base la scelta di un particolare metodo educativo (approccio educativo) che comporta l'uso quotidiano di strategie e tecniche di insegnamento specifiche del metodo. Ogni metodo educativo porta con sé un particolare modo di concepire il bambino e la sua relazione con l'ambiente sociale. Un metodo educativo pone gli educatori a porsi domande su due fronti: quello della formazione e quello dell'educazione. E quindi: "Quali strategie e tecniche di apprendimento mettiamo in campo? Come insegniamo al bambino? Come impara il bambino? Cosa voglio trasmettere?" Ma anche: "Quali strategie educative? Come devo relazionarmi con il bambino ? Quali sono le competenze socio-emotive che dobbiamo sviluppare in lui e come lo facciamo? " Tutte queste domande spesso sono un labirinto di perplessità per il genitore e, tuttavia, è importante che il genitore conosca bene l'approccio educativo messo in pratica tutti i giorni a scuola o all'asilo, che la approvi e possibilmente lo riproduca in famiglia. Ecco una sintetica mappa di orientamento per navigare nel grande mondo della Pedagogia e i relativi link di riferimento per approfondire gli argomenti di interesse. METODO MONTESSORI E’ una pedagogia dell’autonomia, che mette al centro la libertà esplorativa del bambino all’interno di uno spazio strutturato in cui ogni materiale è pensato per crescere, sotto gli occhi attenti di un’insegnante pronta ad assistere. Dotato di un imprinting pratico, il metodo riserva un posto speciale alla concretezza della vita quotidiana. In compagnia di bambini di età diverse, si impara facendo, imitando le cose dei grandi e diventando ogni giorno più autonomi e responsabili. In un’atmosfera di gioco e scoperta, si impara a leggere e scrivere molto presto, perché quando una cosa è divertente che motivo c’è di aspettare per impararla? Troviamo questo approccio soprattutto nelle scuole dell'infanzia, ma è diffusa anche alla scuola primaria. Esistono centinaia di scuole sul territorio nazionale che hanno sezioni Montessori. Da qualche anno si sta diffondendo anche nella scuola secondaria di primo grado. Link che consigliamo per approfondire il metodo solo: https://www.fondazionemontessori.it/ https://www.operanazionalemontessori.it/ PEDAGOGIA STEINER-WALDORF Quella steineriana è la pedagogia dell’espressione, che incoraggia i bambini all’ascolto di sé e all’uso dell’immaginazione e del corpo come ingredienti irrinunciabili per una crescita armonica. Attento a uno sviluppo globale del bambino, il curriculum riserva grande spazio agli apprendimenti esperienziali: accanto alle materie tradizionali compaiono il gioco, le storie e i laboratori creativi come strumenti pratici per crescere e imparare. Abbasso i ritmi frenetici di lavoro, le tante materie tutte insieme e la fatica di stare seduti per ore: ogni giornata alterna momenti che richiedono concentrazione e memoria ad altri più distesi e creativi, in un andamento dinamico che mira al benessere e rispetta i bisogni del bambino.  Per approfondire ecco il link al sito della fondazione. REGGIO EMILIA APPROACH - LORIS MALAGUZZI E’ una pedagogia della scoperta e dell’invenzione, dove il bambino costruisce autonomamente la propria intelligenza e i suoi bisogni sono la bussola che orienta il percorso formativo. Ogni mattina, all’interno dell’assemblea di classe, si sceglie insieme che cosa fare, per abituarsi fin da piccoli a essere protagonisti della propria crescita. L’ambiente diventa uno strumento irrinunciabile per stimolare gli apprendimenti e raggiunge il suo apice nell’ “Atelier”, un spazio in cui tutti entrano in contatto con diversi materiali, svolgendo attività che impegnano mani, pensiero ed emozioni. Sotto lo sguardo attento di più educatori e insegnanti, i bambini esplorano le proprie intelligenze, imparando non solo il linguaggio verbale o quello logico-matematico, ma anche quello della musica, del corpo e della creatività, per portare alla luce le potenzialità di ognuno e crescere individui entusiasti di esprimersi e contribuire. https://www.reggiochildren.it/ METODO SCUOLE SENZA ZAINO E’ una pedagogia della comunità che parte dal presupposto che non occorrano zainoni e matite etichettate per ogni bambino: i materiali necessari sono ospitati nell’aula, condivisi con gli altri e diventano il primo modo per sperimentare la condivisione e il rispetto della cosa comune. Il valore di stare insieme rispettandosi è rafforzato nell’Agorà, uno spazio al centro dell’aula dove il gruppo si confronta per condividere esperienze e prendere insieme decisioni importanti. Dagli arredi ai ritmi delle attività, tutto è pensato per accompagnare i bambini nella conquista dell’autonomia e della responsabilità attraverso sfide quotidiane e ruoli da esplorare, per imparare a fare da soli e con serietà. In un clima di accoglienza e reciproco ascolto, gli allievi sperimentano la libertà di scegliere le attività da svolgere, per cogliere il significato di ciò che fa e mobilitare con entusiasmo tutte le risorse necessarie per crescere.  Il metodo delle scuole senza zaino si applica nella scuola primaria e secondaria di secondo grado. Per approfondire puoi leggere il nostro articolo dedicato e il sito ufficiale delle scuole senza zaino. OUTDOOR EDUCATION E’ una pedagogia della Natura, che valorizza al massimo le possibilità dello star fuori e concepisce l’ambiente esterno come un luogo di formazione non meno significativo dell’aula tradizionale. Fuori si impara a guardare il mondo con gli occhi di uno scienziato, di uno storico, di un esploratore: anche gli apprendimenti più astratti diventano un’esperienza da ricordare e il senso di meraviglia è lo spunto per abituarsi a osservare e trovare risposte. Sarebbe incauto pensare che i bambini restino sempre all’aperto, o che l’Outdoor si limiti a un disimpegnato passeggiare: tante sono le forme in cui l’ambiente diventa uno spazio privilegiato per imparare, e proprio questa varietà contribuisce a nutrire i bambini in ogni loro dimensione, da quella cognitiva a quella psico-relazionale. Dall’orto didattico alla Pet therapy, dalle visite all’aperto al trekking esplorativo: tutto diventa esperienza per crescere, correre ed esplorare, imparando a vedere gli altri e il mondo come una risorsa preziosa da rispettare. https://www.scuolenaturali.it/ https://scuoleallaperto.com/ COSA PUOI FARE PRIMA DI SCEGLIERE • Prendi in considerazione gli interessi del tuo bambino  • Visita personalmente le scuole  • Parla con gli insegnanti se possibile • Partecipa agli open-day  • Assisti alle lezioni o a una giornata-tipo all’interno della scuola. E per finire? Cerca e scegli grazie al Motore di Ricerca sviluppato da Che Scuola per te! Raffaella Gagliardi

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